Chi era Berlusconi, D’Amo: “Ha interpretato la trasformazione dell’Italia, in peggio”

Chi era Silvio Berlusconi? – “E’ stata la personalità politica e imprenditoriale che ha segnato di più l’Italia degli ultimi 30 anni, lo straordinario interprete di una trasformazione, che io credo sia avvenuta in peggio, non in meglio”. Gianni D’Amo, presidente di Cittàcomune e una militanza di lungo corso a sinistra, traccia con queste parole un bilancio politico della figura di Silvio Berlusconi, scomparso a 86 anni nella mattinata del 12 giugno.

“Lo ricordo come una persona che ci ha messo una straordinaria energia in tutto quello che ha fatto – prosegue – e che ha avallato negli anni del suo protagonismo una serie di comportamenti già diffusi nel vivere comune, al limite della legalità, al confine delle regole, che grazie a lui sono stati pienamente legittimati, se non esibiti volutamente. Insomma, ha sdoganato usi e costumi che non appartengono all’Italia migliore e certamente non c’è nessun altro che ha interpretato in maniera così fedele e piena il mutamento anche antropologico che si è verificato nel nostro paese”.

“Un esempio per tutti: il giornalismo scandalistico in Italia – aggiunge – è sempre esistito, ma indubbiamente ha assunto certe prassi, con l’indagine quasi morbosa nella vita privata delle persone, sulle televisioni berlusconiane, e il problema è che la berlusconizzazione ha dilagato anche nelle realtà concorrenti, diventando una sorta di costume accettato da tutti. E non possiamo non registrare anche la sua disinvoltura nei comportamenti pubblici e privati in tante vicende che lo hanno contraddistinto sulla scena politica e non solo”. Il paradosso di Berlusconi è che negli ultimi anni aveva assunto i toni e un ruolo assai più centrista nello schieramento dominato dalla destra, ma Forza Italia e questa impostazione resisteranno alla sua morte? “Difficile rispondere – fa notare D’Amo -, lui ha inventato in Italia il partito personale ma non si può certo dire che sia stato in grado creare una classe dirigente all’altezza, ecco questo è un compito nel quale ha fallito. E i partiti personali solitamente non sopravvivono alla fine dei propri leader”.

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