“Il viaggio” dei migranti, alla Passerini Landi una via Crucis tra diritti negati

“Rappresentare tematiche e le campagne portate avanti da Amnesty International per immagini, con lo scopo di imprimere più forza a messaggi solitamente espressi a parole”. Questo il senso di ‘Il viaggio’, mostra di incisioni sulla drammatica odissea dei migranti inaugurata per i 60 anni di Amnesty Piacenza lo scorso 30 maggio alla biblioteca Passerini Landi e visitabile liberamente fino al 24 giugno. A spiegare l’iniziativa – che conclude il progetto ‘Sconfinamenti: letture, narrazioni e letterature in movimento’, realizzato con il finanziamento del Centro per il libro e la lettura – è Luigi Ferrari, autore delle incisioni diplomato all’Istituto d’Arte Gazzola e da anni attivista nel gruppo piacentino di Amnesty International.

“Nel momento attuale, con l’inasprimento delle norme del diritto d’asilo da parte del governo italiano – ha detto Ferrari in presenza delle persone presenti all’inaugurazione e di Lidia Gardella, responsabile del gruppo Amnesty di Piacenza -, penso sia importante immergersi in questa via Crucis di diritti negati, fatta di colori, di corpi, di materia. Qualcuno avrà forse già visto la mostra – l’abbiamo esposta alla Galleria Biffi Arte e al Samaritano – ma rivederla aiuta a rimanere in contatto con una realtà che tendiamo troppo spesso a dimenticare. Tanto più che il 20 giugno sarà la Giornata Mondiale del Rifugiato e come Amnesty ci opporremo in tutta Europa alla violazione dei diritti dei migranti: a Piacenza stiamo pensando ad un’iniziativa pubblica qui in biblioteca”. “Non ho usato a caso il termine via Crucis – continua l’attivista -, le incisioni sono 14 come le Stazioni della via Crucis, e come le tappe qui rappresentate del percorso a ostacoli che si trova ad affrontare chi è costretto a lasciare il proprio Paese per il semplice desiderio di una vita migliore”.

Mostra Il viaggio

Tra le opere in mostra, il viaggio dei migranti comincia dalla distruzione causata dalla guerra. “La prima immagine raffigura infatti la distruzione di Aleppo – spiega Ferrari – e risale al 2014, dopo l’incontro a Piacenza con padre Paolo Dall’Oglio nel 2013. All’epoca il gesuita gestiva un monastero in Siria ed era un punto di riferimento religioso in un Paese ancora molto tollerante, che tentava di dotarsi di una propria democrazia. Con la guerra civile però è cambiato tutto, padre Dall’Oglio è scomparso e io ho cercato di rappresentare qui la devastazione di Aleppo, ispirandomi alle fotografie allora comparse sui giornali”. Dalla distruzione, alla paura, alla fuga il passo è breve, ed è questo il significato della seconda immagine. Non resta quindi che incamminarsi nella speranza di poter essere liberi, ma andando incontro all’incognita di un destino ignoto. ‘La paura, la fuga’ e poi ‘Il cammino’ si fanno allora chiara testimonianza dell’appello di Amnesty alla necessità di istituire corridoi umanitari di sicurezza per il transito dei migranti. Ombre e colori scuri si alternano nelle incisioni a toni vivaci, diventando simbolo di un contrasto esistenziale che percorre tutta l’esposizione: la vita sospesa di questi migranti tra una terra d’origine dolorosamente abbandonata e un approdo desiderato ma difficile da raggiungere, ostile a riconoscerli nella loro dignità di persone umane.

Mostra Il viaggio

” ‘La prigione’, ‘La tortura’, ‘La partenza’ – continua l’autore – sono un’accorata denuncia del protocollo Memorandum istituito tra Italia e Libia nel 2017: da allora il nostro Paese sovvenziona la guardia costiera per intercettare i migranti in mare e riportarli in Libia, dove vengono sottoposti a trattamenti disumani nei campi di detenzione. Crimini legalizzati contro cui Amnesty si è sempre battuta nelle sue campagne. “La partenza e ‘Il viaggio’ della speranza si trasformano poi per molti in tragedia senza lieto fine: ‘Il naufragio’ è ecatombe di vite e di corpi risucchiati dall’acqua senza più identità. Ma non basta: anche quando i migranti riescono a raggiungere la meta, nuove, pesanti barriere si erigono a sbarrare loro la strada: porti chiusi, muri e norme respingenti condensano perfettamente in tre immagini scavate nel linoleum le campagne contro i respingimenti e la libera circolazione delle persone che Amnesty ha sempre promosso: non solo in Italia, ma in tutto il mondo”.

Mostra Il viaggio

‘Invisibili’ è non a caso una delle opere più significative della mostra: su una lastrina di plexiglass le impronte cancellate e scarnificate dei senza diritti contrastano con quelle colorate e ben marcate di chi i diritti li ha, ma non vuole riconoscerli ai più fragili. Una complessità espressa attraverso un abile gioco di scotch. Alla fine c’è comunque spazio per una danza della gioia, per la felicità di chi, riuscito fortunatamente ad integrarsi, è ora ‘Libero di essere’. Un grido di liberazione conclusivo su acqua tinta che fa da contraltare alla distruzione iniziale. “La mostra si conclude con un’importante appello di Amnesty – sottolinea Ferrari – per la violazione dei diritti umani in Lituania. Chi dalla Bielorussia entra in Lituania viene infatti subito imprigionato e sottoposto a violenze, con questa petizione chiediamo che tali condotte abusanti cessino al più presto. Potete firmare l’appello inquadrando il Qr Code che rimanda al nostro sito.”

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