“La Repubblica non si difende solo con le armi, ma anche servendo le persone” foto

“Domani è la festa della Repubblica e la nostra Repubblica si difende non solo con le armi, ma anche servendo le persone, l’ambiente, il sociale. Non ci si difende solo con le armi”. Ne è convinto Don Mauro Stabellini, perchè anche così, con una dichiarazione d’intenti che è anche un impegno di vita, è doveroso provare a costruire la pace: lo ha ricordato all’incontro degli obiettori di coscienza e delle ragazze e dei ragazzi del servizio civile sul tema “Se vuoi la pace costruisci la pace” all’ex convento di Santa Chiara di Piacenza, dove sono stati chiamati a raccolta gli ex obiettori Caritas nel 50esimo anniversario dell’entrata in vigore della legge sull’obiezione.

Incontro degli obiettori di coscienza in Santa Chiara
Incontro degli obiettori di coscienza in Santa Chiara

Don Mauro Stabellini

503 gli obiettori di coscienza dal 1979 alla fine del 2003 – quando è venuto meno l’obbligo con una nuova legge (del 2001) che ha introdotto il servizio civile volontario – che hanno prestato e ultimato il servizio obbligatorio alla Caritas; dopo di loro sono stati 84 i giovani in servizio civile fino ad oggi. Il primo obiettore Caritas fu Roberto Andreoni, mentre il primo piacentino è stato Carlo Lotta: sono loro i due pionieri di un gruppo che negli anni si è andato ingrossando. E tra i partecipanti che hanno risposto all’invito della Caritas tante persone che hanno costruito esperienze importanti nel campo del sociale e della politica nella nostra città, dal presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi, al vicesindaco Marco Perini, e poi tanti cooperatori e professionisti nel campo del sociale e della sanità.

Incontro degli obiettori di coscienza in Santa Chiara

Brunello Buonocore, Piero Solenghi, Corrado Cappa

“Sono arrivato a Piacenza da Cernusco sul Naviglio nel novembre del 1977 – ricorda Roberto Andreoni – per fare il servizio civile, attraverso la convenzione della Caritas nazionale, alla Casa del Fanciullo di Padre Gherardo. Una esperienza, a fianco di bambini e ragazzi fragili che si trovavano in seria difficoltà, che mi ha fatto capire cosa significa avere cura”.

Incontro degli obiettori di coscienza in Santa Chiara

Roberto Andreoni

Dal primo obiettore, ad una giovane, Claudia Pezzoni – a sua volta figlia di uno dei primi obiettori di coscienza – in procinto di partire per fare il servizio civile internazionale in Bolivia: “Partirò in agosto con l’Associazione don Gnocchi e mi fermerò per un anno, insieme ad altri tre volontari, nell’ambito di un progetto di sostegno alle persone con disabilità in collaborazione con un’associazione locale. Una scelta importante e una opportunità per mettersi al servizio degli altri, oltre che per arricchire il mio bagaglio culturale con una esperienza all’estero”.

Incontro degli obiettori di coscienza in Santa Chiara

Roberto Reggi

“Saremo obiettori per sempre – le parole di Roberto Reggi, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano -. Qui ci sono obiettori in congedo che hanno dimostrato che si può immaginare una società diversa con le azioni e con la pace; la Caritas è stata per noi una mamma generosa in un periodo importante per la nostra crescita, di fronte a una scelta molto delicata: un’esperienza che ha cambiato la vita di tutti noi, oggi vogliamo lavorare per gli obiettivi che avevamo 40-50 anni fa”.

Pinuccia Montanari

Pinuccia Montanari

E ancora la testimonianza di Pinuccia Montanari del Movimento Europeo di Azione non Violenta che ha raccontato l’impegno dei pacifisti sul campo della tragica guerra in Ucraina, nel segno della lezione del compianto Alex Langer. “Potenziare ed evidenziare il ruolo della società civile è fondamentale per la ricerca della pace, – ha sottolineato – per questo riproponiamo il modello di Langer dei corpi civili di pace perchè hanno la funzione di provare a prevenire i conflitti, per costruire quell’azione di freno quando le dispute rischiano di sfociare nella guerra. Vogliamo inserirci in una terza via tra il subire la guerra e il fare la guerra, quella del costruire relazioni, alleanze, tavoli interetnici, gruppi di dialogo per far conoscere le persone tra di loro che sono costrette a farsi la guerra. Nel 1990 venne realizzata una grande catena umana tra Kiev e Leopoli con più di 300mila persone, il segno di un grande desiderio di libertà. Alla fine del mese di agosto vorremmo riproporre questa attività per dare il senso che la società civile dovrebbe avere, anche di fronte a difficoltà enormi. Creare rete tra le persone è una delle strade per provare a perseguire la pace”.

Al termine del momento collettivo la fiaccolata fino alla chiesa di S. Antonino e l’incontro col vescovo Adriano Cevolotto.

fiaccolata obiettori

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