Nella ripida dolcezza della Val Boreca: in 200 alla Mangialonga del Postino fotogallery

La Val Boreca è un territorio incantato, la dolcezza del suo straordinario paesaggio, del verde smeraldo e dell’azzurro limpido di cui riempirsi gli occhi in un giorno di inizio estate, talvolta mozza il fiato. Ma è una “ripida” dolcezza, che impone lunghe e ardite salite, accompagnate a discese a picco continue, per apprezzarla fino in fondo.

La Mangialonga del Postino, prima edizione della marcia che ripercorre le tracce del “postman” che doveva raggiungere tutti i paesini abbarbicati sulle pendici della valle, è stata una straordinaria occasione per provare questa ripida dolcezza: sabato 24 giugno circa 200 persone (le prenotazioni erano a numero chiuso) sono giunte da Genova, Piacenza, Pavia e dagli altri territori limitrofi per coprire i circa 18 chilometri dell’anello nell’inedita manifestazione che ha coniugato gastronomia, escursionismo e tradizioni locali.

La Mangialonga in Val Boreca

Una vera e propria festa collettiva che ha coinvolto l’intera valle e le popolazioni delle frazioni dei comuni di Ottone e Zerba: piccoli paesi per lo più completamente spopolati d’inverno, che nella stagione estiva si rianimano grazie alle seconde case e ai discendenti dei vecchi abitanti che ritornano alla terra delle proprie radici: Belnome, Pizzonero, Suzzi, Bogli e Artana. La formula della Mangialonga – lungo un percorso che si può coprire in sei ore sull’Appennino ligure, in provincia di Piacenza sul crinale che la separa da Genova e al confine tra quattro regioni – si è rivelata quanto mai riuscita, anche dal punto di vista organizzativo. Con tappe gastronomiche per ciascuno dei paesi toccati segnate dal grande spirito di accoglienza e ospitalità.

La Mangialonga in Val Boreca

La partenza dal ponte sul torrente Boreca a valle di Belnome regala subito una salita assai scoscesa fino ad Artana, con la prima pausa per una barretta energetica; si prosegue quindi per Bogli, il paese di Toscanini, con arrivo al campo da calcio ai piedi dell’imponente chiesa per un ristoro a base di pane e salame e vino rosso. Da qui discesa verso il mulino e la splendida cascata del Boreca dall’acqua ghiacciata, e terza tappa a Suzzi nel centro del paesino con tavoli imbanditi e la prima portata, le lasagne; si riprende il cammino fino a Pizzonero per la seconda portata con vitello e patate, e il concerto di piffero e fisa (dei bravissimi Anaïs Rio, Ettore Molini e Nicolò Mandirola) all’ombra della grande pianta dove si balla la giga mano nella mano. Ultime fatiche per il rientro a Belnome (con dolce e caffè) e l’anello abitualmente percorso dal postino in ogni condizione meteorologica è chiuso.

Uno degli organizzatori, Paolo Zanardi, spiega che la prima Mangialonga è stata un successo: “E’ stata una giornata straordinaria per apprezzare tutte le bellezze di questa valle, dobbiamo ringraziare tutti i volontari, circa 50, e gli abitanti dei paesi che hanno lavorato per ospitare i partecipanti. Di certo vogliamo ripeterla anche l’anno prossimo, magari ci inventeremo un tema per la nuova Mangialonga, sfruttando altri aspetti e vicende di questa valle piena di storia”. A garantire che la manifestazione si svolgesse in piena sicurezza erano presenti i presidi e i volontari della Croce Rossa di Ottone

La Mangialonga in Val Boreca

Un gruppo di volontari a Bogli

 

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