Suona al campanello del castello “Mi scusi, ma il borgo di Rivalta è mio”

“Mi scusi, ma il Borgo di Rivalta è mio”. E’ la singolare rivendicazione che è stata formulata, nella giornata del 6 giugno, ai rappresentanti della famiglia legittima proprietaria del castello. Subito, però, si sono resi conto della situazione di evidente disagio psichico in cui si trovava la persona che ha suonato al loro campanello, un cinquantenne originario della Romagna.

Con molta discrezione, è stato quindi richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e del 118. Alla vista dei carabinieri, giunti sul posto, l’uomo ha tentato di allontanarsi a bordo della propria auto. Temendo che potesse mettere in atto propositi autolesionistici, i militari e i sanitari lo hanno seguito, prima sul ponte di Tuna e poi in una frazione nel Comune di Travo, dove finalmente il 50enne si è fermato. L’uomo ha subito accettato di buon grado di essere preso in carico dagli operatori della Pubblica Assistenza Valtrebbia. Secondo quanto si è appreso, il 50enne, in regolare possesso della patente di guida, avrebbe raggiunto la Valtrebbia a bordo della propria auto, dove avrebbe trascorso qualche giorno e maturato la sua fascinazione per il borgo di Rivalta.

Grazie alla professionalità dimostrata in un intervento così delicato, sia dai carabinieri che dai sanitari del 118 – in costante contatto con i colleghi del versante romagnolo – di concerto con i volontari della Pubblica, l’uomo è stato ricoverato in ospedale per essere sottoposto ai trattamenti del caso.

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