Fino a duemila euro per avere il permesso di soggiorno, 12 misure cautelari

Una tariffa tra i mille e i duemila euro per avere un permesso di soggiorno: è quanto ha accertato la Guardia di Finanza di Piacenza, che ha eseguito misure cautelari nei confronti di una organizzazione dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Dietro pagamento, infatti, avrebbero fornito false attestazioni di impiego per ottenere poi permessi di soggiorno. Si tratta di due custodie cautelari in carcere, due arresti domiciliari e otto obblighi di dimora nel comune di residenza; i provvedimenti sono stati firmati dal gip di Piacenza, nei confronti di 12 persone.

“L’organizzazione – spiega il procuratore capo di Piacenza, Grazia Pradella – provvedeva a predisporre tutta la pratica e i documenti utili ad ottenere indebitamente il rilascio di permessi di soggiorno, con riguardo al decreto Flussi 2021/2022, dichiarando falsamente che gli stranieri sarebbero entrati in Italia per lavorare presso imprese risultate compiacenti e parte dell’organizzazione stessa”.

Secondo la Finanza di Piacenza, il capo dell’organizzazione era un italiano residente in provincia di Lodi, che operava con una serie di intermediari stranieri che avevano il compito di trovare sul territorio gli extracomunitari interessati ad ottenere il permesso di soggiorno dietro il pagamento di un corrispettivo che oscillava all’incirca, tra i mille e i duemila euro.

“All’interno dell’associazione – il cui capo è risultato essere cittadino italiano residente in provincia di Lodi – operavano una serie di intermediari stranieri (di nazionalità egiziana, pakistana e tunisina) che avevano il compito di trovare sul territorio gli extracomunitari interessati ad ottenere il permesso di soggiorno. Successivamente, il titolare di un centro elaborazione dati, pur in mancanza di tutti i requisiti fiscali previsti, provvedeva a costruire della falsa documentazione necessaria a supportare la veridicità delle istanze presentate”.

“Complessivamente sono state riscontrate oltre 200 domande – riconducibili a stranieri essenzialmente già presenti sul territorio – le quali venivano presentate telematicamente per conto dei datori di lavoro, da parte di una ulteriore donna di origine ucraina facente parte dell’organizzazione – continua Pradella -. Una volta trasmessa la domanda, il sistema informatico rilasciava una ricevuta che veniva consegnata agli extracomunitari, i quali, a questo punto, provvedevano a saldare il prezzo pattuito.
Gli approfondimenti investigativi eseguiti hanno consentito di accertare che in molti casi i competenti Uffici del Governo interessati (Piacenza e Lodi) hanno provveduto autonomamente a rigettare le istanze fraudolentemente formulate”.

“Nell’ambito del provvedimento cautelare è stato, altresì, disposto il sequestro preventivo delle sette aziende e ditte individuali utilizzate per la menzionata attività delittuosa. Le accuse dovranno essere vagliate nel corso delle successive fasi processuali ed i soggetti coinvolti nelle indagini non potranno ritenersi colpevoli fino a sentenza definitiva”.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.