“Sempre garantiti i diritti dei detenuti, nessuna indignazione per aggressioni agli agenti”

“I diritti dei detenuti vengono sempre rispettati, ma nessuno parla delle condizioni di lavoro degli agenti penitenziari. L’opinione pubblica non si indigna per le aggressioni subìte dalle forze di polizia e gli aggressori si sentono ‘immuni’. Infine, i garanti non sono titolati a proporre cose che riguardano l’ordine e la sicurezza del carcere, che sono demandati ad altre figure”. È, in sintesi, la posizione dei sindacati della polizia penitenziaria Uspp, Sappe, Osapp, Sinappe e Uil Pa, espressa in un comunicato a firma di Gennaro Narducci, segretario regionale Uspp, che risponde alla proposta del garante dei detenuti di far slittare le ore d’aria e lasciare aperte le porte delle celle per alleviare l’emergenza caldo per i detenuti.

“È particolarmente preziosa in questo contesto – dicono i sindacati – anche l’opera svolta quotidianamente dalle donne e dagli uomini della polizia penitenziaria. Ai detenuti ristretti nel carcere di Piacenza vengono assicurati tutti i diritti sanciti nelle circolari ministeriali, tra cui quelli di avere le celle aperte tutti i giorni, i ventilatori in ogni cella, celle aperte durante la giornata con ore d’aria stabilite direttamente dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, oltre a varie iniziative che la direzione programma per i detenuti. È vero che fa caldo, ma il caldo è per tutti, anche per chi ci lavora. Vogliamo ricordare anche quanti ventilatori e televisori sono stati acquistati quest’anno, necessità dovuta anche al fatto che alcuni detenuti rompono i televisori e i ventilatori per futili motivi”.

I sindacati ricordano l’importanza del ruolo degli agenti di polizia penitenziaria, “donne e uomini in divisa – si legge nella nota – che rappresentano ogni giorno lo Stato nel difficile contesto penitenziario, con spirito di abnegazione e, soprattutto, umanità. Con buona pace di alcuni garantisti a senso unico. Ci chiediamo chi si indignerà per le feroci aggressioni che avvengono regolarmente nelle carceri italiane ai danni del personale di polizia penitenziaria”. Narducci, che si fa portavoce dei segretari Ciervo (Sappe), Gallo (Osapp), Inzitari (Sinappe) e Flore (Uil Pa), sostiene che “in pochi si chiedono cosa accade nelle carceri, dove negli ultimi mesi le aggressioni agli agenti a opera dei detenuti sono state una ogni quattro giorni, con ben 52 agenti costretti al ricovero in ospedale e a periodi lunghi di convalescenza. Purtroppo, nessuno esprime nemmeno una generica solidarietà al personale: gli incidenti che avvengono in qualsiasi posto di lavoro sono, giustamente, denunciati dall’opinione pubblica; mentre se un servitore dello Stato, in carcere o in servizio per le strade cittadine, subisce un’aggressione, passa per normalità”.

“La verità – affermano i sindacati – è che i detenuti autori di aggressioni contano sull’immunità, perché, al massimo, rischiano di essere trasferiti in un altro carcere. Ancora una volta registriamo come l’amministrazione penitenziaria e la politica siano lontani dai veri problemi del personale penitenziario, a eccezione di rituali visite e incontri in carcere. Per concludere, i garanti non sono titolati a proporre cose che riguardano l’ordine e la sicurezza del carcere, che sono demandati ad altre figure. Se non si smette di fare i ‘trattamentalisti’ a spese della polizia penitenziaria, non si escludono manifestazioni di protesta davanti all’istituto con il coinvolgimento della cittadinanza che vorrà esprimerci solidarietà”.

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