I dubbi del Comune sulla metropolitana leggera da 26 milioni “Soldi da non perdere”

Non sarà semplice per il Comune di Piacenza utilizzare gli oltre 26 milioni di euro messi a disposizione dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per introdurre nella nostra città un sistema di trasporto rapido di massa (così è la dicitura tecnica) per collegare attraverso una metropolitana leggera di superficie (bus elettrici) la stazione ferroviaria e il nuovo polo ospedaliero alla periferia sudest.

Il progetto e il finanziamento risalgono alla passata amministrazione Barbieri e venne predisposto anche con l’intervento dell’allora Ministra Paola De Micheli, ma la sua traduzione pratica si prospetta quanto mai complessa. E’ emerso chiaramente, durante la commissione consiliare dedicata al progetto, dalla relazione dell’assessore ai Lavori Pubblici Matteo Bongiorni che non ha nascosto l’esigenza di “calare un’infrastruttura con un impatto rilevante sulla viabilità e l’assetto urbano in un contesto reale”. In soldoni, si tratta di “fare spazio” a una nuova corsia dedicata alla metropolitana lungo direttrici come via Colombo, che hanno una valenza commerciale e al prezzo dell’eliminazione di diversi posteggi auto e di un forte condizionamento alla viabilità esistente. Al momento c’è un progetto preliminare realizzato dal Politecnico, ma la prima scadenza per non vedere sfumare l’ingente finanziamento si avvicina, entro la metà del 2024 occorre dare l’incarico per la realizzazione del progetto definitivo.

“La nuova metropolitana si inserisce nel quadrante est della città – ha spiegato Bongiorni – ed è stata pensata per creare un collegamento più veloce possibile tra la stazione ferroviaria, l’autostazione dei bus, l’università Cattolica e nuovo ospedale (insediato sull’area 5 della Madonnina dall’attuale amministrazione, ndr)”. “Il tracciato prevede un impatto sull’attuale viabilità – ha rimarcato – , perché il 70 per cento del percorso dovrà essere in sede propria, ovvero con una corsia esclusiva e coinvolti nel progetto ci sono tratti di strada urbana ad alta capacità, come via Manzoni, via Colombo, viale Patrioti, via Radini Tedeschi”.

Il percorso è stato definito dallo studio del Politecnico, ma l’assessore Bongiorni ha manifestato perplessità sulla scelta del tracciato: “Mi chiedo – ha osservato – se sia la migliore soluzione possibile quella individuata, considerando che il finanziamento è notevole, forse uno dei più grandi di natura pubblica, occorre riflettere con attenzione sulle modalità con le quali inserire il progetto nel contesto urbano e viabilistico. Si tratta di una infrastruttura che avrebbe un impatto minore su arterie che oggi non sono previste dal tracciato, come via Emilia Pavese e Corso Europa, che hanno quattro corsie e una sezione stradale in grado di ospitare una corsia preferenziale per la metropolitana leggera”.

L’assessore ha mostrato alcune simulazioni di impatto delle corsie della metropolitana leggera in alcune strade urbane come via Colombo e via Conciliazione, con la conseguenza della sparizione dei parcheggi a lato strada. “D’altra parte il trasporto rapido di massa – è stato fatto notare – avrebbe una ricaduta importante dal punto di vista dei benefici ambientali. “Come conciliare queste esigenze? – si chiesto l’assessore – Si tratta di un’opera che richiederà una progettazione esterna e una gara europea, per questo occorre fare una riflessione approfondita insieme e preliminare, in modo da prevenire le correzioni in corso d’opera. La deadline è a giugno del 2024, mentre a settembre è in programma una nuova audizione più tecnica per immaginare meglio questa opera calata su Piacenza”. Sono due gli step previsti nella realizzazione del progetto, nel 2024 va completato il primo tratto dalla stazione fino all’università e nel 2028 il secondo tratto fino al nuovo polo ospedaliero, “ma si va verso una dilazione dei tempi come è prevedibile”.

LA DISCUSSIONE – “Apprezzo l’approccio dell’assessore Bongiorni” – ha detto nel suo intervento l’ex sindaco Patrizia Barbieri (Civica Barbieri-Liberi), sottolineando che “dovrebbe essere il Pug a definire il quadro di inserimento di questo sistema di mobilità sostenibile. Manca poi il confronto con Tempi Agenzia: d’accordo la necessità di approfondimenti, ma dobbiamo andare nella direzione della mobilità sostenibile. Non possiamo rinunciare a questo importante investimento”. “Il saldo di questa infrastruttura deve essere positivo per la città, l’opera deve essere calata in un contesto reale – la replica di Bongiorni -. Andremo al Ministero con caparbietà per contrattare i cambiamenti da introdurre nel progetto preliminare, con l’esigenza di rispettare le scadenze di un iter avviato”.

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