“Usiamo le emozioni per farci sentire” I ragazzi Caritas di scena in S. Chiara

“Emoji, videoclip e messaggi vocali ci hanno fatto regredire. L’unico modo per farci sentire è usare un linguaggio più semplice e naturale”. È una denuncia alla società ipertecnologica di oggi quella che i ragazzi e delle ragazze dello spazio culturale Caritas hanno messo in scena sul palco dell’ex convento di Santa Chiara martedì 18 luglio. “Prendiamoci un po’ di tempo”, questo il nome dello spettacolo, momento finale di un percorso composto da otto incontri in collaborazione con Nicola Cavallari di Teatro Gioco Vita e i musicisti di Tempus Fugit Percussioni, inserito nel cartellone di Piacenza Summercult, che ha coinvolto circa 150 piacentini, che hanno applaudito con forza la rappresentazione.

“Oggi noi di ‘Emotions 3000’ abbiamo creato una macchina che trasforma i rifiuti che producete in emozioni”, hanno detto i ragazzi, che attraverso il teatro hanno “combattuto”, seppure in parte, la povertà educativa. Dunque, un sacchetto di patatine si trasforma in gelosia, le cialde usate del caffè in vedove da funerale, una buccia di banana in un vero bacio d’amore. “Le emozioni sono la reazione immediata che l’uomo ha per sopravvivere. La parola deriva dal latino ‘emovere’, che vuol dire ‘trasportare fuori’: dunque, le emozioni ci preparano fisicamente all’azione”. E così il pubblico, in piedi, è chiamato a riprodurre i cinque gradi della felicità (dal neutro alla risata a crepapelle fino alla mancanza di fiato) e i cinque gradi della tristezza (il grado zero è sempre la neutralità, poi si sale alla delusione leggera e si arriva al pianto incontrollato). Il consiglio finale è “Accogliete tutte le vostre emozioni e concedete loro lo spazio necessario per raggiungere tutte le mete che vi stanno a cuore”.

Prendiamoci un po' di tempo Santa Chiara Caritas
Nicola Cavallari (Teatro Gioco Vita), Mario Dadati (assessore comunale alle politiche educative) e Susanna Rossi (Caritas)

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