Piacenza e Africa unite nel segno della solidarietà, il viaggio di Alberto Gromi in Kenya

Ottantatré anni suonati e nessuna voglia di fermarsi: così Alberto Gromi, uno dei più celebri presidi in pensione piacentini, il 20 luglio è partito per il suo decimo viaggio in Kenya per “accompagnare persone a cui voglio far conoscere quest’esperienza”. Gromi è atterrato a Nairobi, dove alloggia in una struttura gestita dalla onlus Koinonia, che in Italia è supportata dell’associazione milanese Amani, e si occupa dei bambini di strada. “Ritroverò amici e educatori: là è come una grande famiglia”, dice. “Farò visita anche all’ambulatorio e casa per bambini disabili gestiti dalla piacentina Francesca Lipeti, a Ilbissil, e alle suore Figlie di Sant’Anna, che a Lengesim hanno aperto un ospedale e una scuola materna. Insieme a lui anche l’operatore Caritas Davide Marchettini e la volontaria Rita Parenti. 

Ecco il suo diario dal Kenya

Prima parte – 21 luglio

Dopo un viaggio faticosissimo (ma fortunatamente senza incidenti, a parte un ragazzo in aereo che ha dimostrato di non gradire il cibo restituendolo addosso a un nostro amico) siamo arrivati alle sette di oggi (le sei in Italia) a Nairobi e ci siamo subito immersi nei problemi. La temperatura è ideale (all’arrivo 16 gradi). Nei prossimi giorni sarò più preciso e diffuso. Per ora cerco di annegare le tristezze negli occhi sorridenti dei bambini e, magari, improvvisando un pranzo nel giardino della Shalom House con gli amici di Amani.

Seconda parte – 22 luglio

Siamo alla Casa di Anita, sotto le colline di Ngong (così bene raccontate da Karen Blixen ne La Mia Africa), in aperta campagna. Anita era figlia di un magistrato. Vi chiedo di leggere la scritta sul cippo per capire lo spirito che ha animato la fondazione di questa Casa.

Gromi Africa

In due casette vivono due famiglie, una con tre figli, l’altra con due. Ogni famiglia ospita nella propria casa una quindicina di bambine che per tanti motivi hanno lasciato la loro casa per la strada. Oggi abbiamo portato il gelato e loro ci hanno offerto il pranzo. Ma abbiamo fatto molte altre cose: abbiamo giocato a calcio e a bandiera, ma siamo anche stati vicini con commozione al nostro amico Antonio, vicepresidente di Amani, che ha perso suo padre da pochi giorni e in sua memoria è stata piantata una Jacaranda. Le bambine ci hanno servito il pranzo, giocato con noi e in qualche caso, come vedete da un paio di foto, una bambina ha adottato il nostro amico Diego, il più giovane di noi. Quando un bambino ti adotta è per sempre…Domani si va a Lengesim, pernotteremo là e il giorno seguente andremo a vedere l’Amboseli Park.

Terza parte – 23 luglio 

Quattro ore di viaggio, di cui due dolorosissime per gli scossoni su piste nella savana, ci hanno portato a Lengesim, un villaggio che ho nel cuore per il lavoro che vi ha fatto Francesca Lipeti e per l’affetto che ho sempre ricevuto dalle mamme dei bambini e delle bambine di cui Francesca aveva cura. Questo affetto ci ha portato sorprese commoventi organizzate dalle Suore di S. Anna che qui hanno un convento, una scuola materna e un ambulatorio medico. Un gruppo di mamme ha organizzato un gruppo di spionaggio per seguire il nostro avvicinamento e quando siamo arrivati al cancello ci ha riservato un’accoglienza con canti, danze (è noto che i Maasai non danzano, ma saltano, eccome saltano!) e il taglio di una grande torta.

Poi la visita a qualche boma; il boma è un gruppo di capanne protette da un recinto di rami spinosi a protezione dagli animali notturni. Qui vivono alcune famiglie con i bambini che hanno fatto festa per i biscotti con canti e danze (per le danze si veda sopra). La sera un gruppo di uomini Maasai ci hanno invitati a una cena all’aperto con un grande fuoco che cuoceva un arrosto di capra. Al termine della cena, nel silenzio della savana (che più tardi sarà rotto dal ruggito del leone e dal barrito dell’elefante che cercano acqua per la loro sete) una seduta di astronomia per ammirare una stellata con la Croce del Sud, la Via Lattea e tutte le costellazioni. Le poche foto qui sotto saranno integrate domani mentre ci avvicineremo al parco dell’Amboseli dove gli animali soffrono una sete come poche altre volte.

Quarta parte – 24 luglio

Questa mattina, ancora a Lengesim, siamo andati, alle 7,45, a salutare i bambini e le bambine a scuola. Era il momento dell’alzabandiera: una vera e propria cerimonia che si ripete ogni mattina con un protocollo serissimo, in stile militaresco, che gli alunni applicano con serietà commovente. Poi ci siamo avviati verso l’Amboseli Park. Una meraviglia, naturalmente, come sempre nei parchi. Sarebbe ripetitivo parlarne.

Elefante Kenya

Senonché… A un certo punto, in zona elefanti, tutto il traffico si ferma. Questo enorme elefante se ne sta in mezzo alla pista e non ne vuol sapere di andarsene. Gioca con la proboscide, la avvolge e riavvolge, fa un mezzo passo come per andarsene, ma si ferma subito, si immobilizza come una statua, ci guarda come volesse ammonirci, ma non se ne va… Passano i minuti, decine di minuti, e pian piano, come inchinandosi a Sua Maestà, i pulmini retrocedono e se ne vanno. La Natura ha vinto.Alle 16 cessiamo il nostro tour e ci avviamo verso l’uscita del parco (chilometri…). Abbiamo 4/5 ore di viaggio per tornare a Nairobi. All’improvviso, però, tutto sembra fermarsi e fra gli autisti si sparge una voce: le zebre e le giraffe sono inquiete. I pulmini, come a un preciso ordine, si mettono tutti in fila verso la stessa direzione.

La ragione dell’inquietudine di zebre e giraffe, si dice, non può essere dovuta che alla percezione che la leonessa è uscita in caccia. Il nostro autista è più emozionato di noi (sono anni che non riusciamo a vedere il leone). Si guarda attorno, scruta, ed esce un grido: eccola! Sembra una scena di teatro con la primadonna che entra fra gli applausi. Per quasi un’ora seguiamo l’esibizione: l’uscita, la posa, il lento contrarre dei muscoli, lo scatto, la rincorsa della preda… il ritorno deluso verso la tana. I pulmini seguono questo ritorno lentissimamente, come in processione. La gazzella, domattina, ricomincerà a correre.

Quinta parte – 25 luglio

Oggi riposo. Siamo andati a guardare le giraffe negli occhi e abbiamo visitato la casa e il bellissimo giardino di Karen Blixen. Domani: Ilbissil, da Francesca Lipeti e dai suoi bambini meravigliosi.

Giraffa Kenya

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