Sarmato in lutto per la tragica scomparsa di Emanuele Maffoni

Sarmato in lutto per la tragica scomparsa di Emanuele Maffoni, dipendente della Croce Rossa di Pianello e volontario dell’Associazione Slurp, che organizza la festa Sun Rock Festival in programma proprio in questo weekend. Maffoni era molto amato e apprezzato, per il suo carattere e l’impegno profuso sia nel volontariato che nell’attività lavorativa. Lascia la mamma, Marinella, e il papà Antonio. “E’ un enorme dispiacere – commenta Alessandro Guidotti, presidente provinciale della Croce Rossa – dover dire addio a Emanuele, un nostro dipendente assegnato alla sede di Pianello, per l’attività di trasporto dei dializzati”.

Gli amici dell’associazione Slurp hanno deciso, seppur con dolore, di non cancellare la festa proprio per mantenere vivo il suo ricordo. Pubblichiamo di seguito il testo arrivato dai volontari, che tracciano un affettuoso ricordo del ‘Maffo’. “Che la festa vada avanti per sempre – scrivono – finché avremo energie, cambiandogli addirittura di nome. Non sarà più “Sun Rock Festival” ma “Maf Rock Festival”, per tenerti sempre stretto, in quel grande abbraccio, a tutti noi e insieme alla tua famiglia, a cui siamo vicini in questo immenso dolore”.

IL TESTO INTEGRALE – Alcuni di noi, stamattina presto, lo hanno sussurrato, mentre montavamo i tavoli o bevevamo il
primo caffè di una lunga serie. “Aprire la diciottesima edizione del Sun Rock Festival senza il Maffo” – il “nostro” Maffo, buono, buffo, fragile amico di una vita – “non è la stessa cosa”. Già ci mancava la sua allegra agitazione, quel vederlo per primo, alle sette in punto, sull’attenti in mezzo al piazzale, per ricordare a tutti noi ancora assonnati quanti minuti di ritardo avevamo già
accumulato. Era sempre il primo, il Maffo. Il Sun Rock Festival era per lui molto più di una festa: una specie di “porto franco”, dove poteva mostrarsi liberamente e senza filtri in tutta la sua complessa sincerità, senza temere prese in giro o incomprensioni. Il Maffo al Sun Rock Festival dava tutto sé stesso: esuberanza e meticolosità, autentici lampi di genio e battute che nessuno capiva, ma tutti, tutti, ridevamo lo stesso. Ridevamo di gusto. Semplicemente perché tutte quelle cose le diceva lui, le diceva come nessun altro.

Era unico, il “nostro” Maffo. “Dai che tra poco arriva” – abbiamo pensato – “E poi sarà tutto come sempre: gli scherzi, le battute, la stanchezza, le risate”. Sarebbe dovuto arrivare, in effetti, di lì a poco, avevamo già pronti i finti rimproveri: per una buona volta quello in ritardo era lui! Nessuno di noi poteva immaginare che la cena di ieri sera, stanchi, sudati, accaldati ma felici, sarebbe stata l’ultima occasione per abbracciarlo. E quando il Maffo ti abbracciava non rimanevi mai indifferente: ti stritolava quasi, come per dire, con il semplice linguaggio del suo corpo, su cui da sempre faceva autoironia: “amici, che fatica mi avete fatto fare anche quest’anno! Però che bello, l’abbiamo fatta ancora, sta festa. Che bello, amici”.

Dopo la notizia della sua tragica scomparsa ci siamo trovati immobili, esterrefatti. Attorno a noi tutta l’attrezzatura già montata, la festa pronta ad esplodere di quella gioia che, da quando eravamo ragazzi, ci unisce. Se c’è un motivo per fare questa festa quello non è la musica, non è l’intrattenimento, è solo ed esclusivamente l’amicizia. E che cos’è l’amicizia se non un abbraccio che stritola, che trattiene, che non lascia andare via, proprio come quello del Maffo? Era chiaro a tutti, nei primi minuti, che la festa sarebbe dovuta essere annullata. Troppa tristezza, troppo dolore, troppo timore di mancare di rispetto alla famiglia e all’intera comunità sarmatese. Poi però, timidamente, qualcuno di noi si è messo a ricordare Emanuele, “Il Maffo”. Quando lo abbiamo visto più felice, noi che lo conosciamo da una vita? La risposta pulsava nei nostri cuori, inondava il piazzale delle nostre lacrime, andava forse contro ogni logica, ma vibrava dentro tutti noi. Lui, qui, era felice. Era sé stesso.

L’attesa di questa festa riempiva parte della sua vita. Se potesse guardarci ora, mentre solo ipotizziamo di smontare il palco, le casse, la pista da ballo, i tavoli, le sue amate friggitrici, cosa direbbe? Ci manderebbe a quel paese. Questo è poco, ma sicuro. Per tutto questo, il nome dell’amicizia, degli abbracci, del suo ricordo, abbiamo deciso di continuare. Per il Maffo travestito da Elvis, nel manifesto più riuscito che siamo mai riusciti a produrre. Per il Maffo “Re della patata”, caposquadra indiscusso del gruppo friggitori. Per il Maffo ballerino anni ’50, che ad un certo punto mollava il grembiule e correva a scatenarsi sulla pista.
Per te, Maffo, amico di una vita, amico fragile, bizzarro, meraviglioso: che la festa continui. Non solo: che la festa vada avanti per sempre, finché avremo energie, cambiandogli addirittura di nome. Non sarà più “Sun Rock Festival” ma “Maf Rock Festival”, per tenerti sempre stretto, in quel grande abbraccio, a tutti noi e insieme alla tua famiglia, a cui siamo vicini in questo immenso dolore.

I volontari e gli amici dell’Associazione S.L.U.R.P

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