“Uomo del dialogo e imprenditore lungimirante” Bobbio celebra il partigiano Covati

Un libro di memorie affiancato da tante voci, con in prima fila l’amico e coetaneo partigiano, col quale ha condiviso tanta parte degli ultimi anni di vita. Non solo parole e ricordi, ma anche emozioni hanno animato l’iniziativa pubblica nella mattinata del 16 luglio all’auditorium S. Chiara di Bobbio, per ricordare Agostino Covati, combattente della guerra di Liberazione, politico e imprenditore profondamente legato alla sua terra.

Democristiano e “uomo del dialogo coi comunisti”, “persona libera e anticipatore di tempi come imprenditore”: è stato descritto così dai relatori, Agostino Covati, nato del ’27 e giovanissimo partigiano di Giustizia e Libertà nella sua Val Trebbia, e ancora imprenditore di successo e consigliere regionale negli anni ’70 nelle fila della Democrazia Cristiana. Una vita intensa e “virtuosa” – come è stata definita – che si ritrova nel libro edito da Officine Gutenberg “L’Arma aerea dei partigiani di Fausto” – Memorie di Resistenza e di Vita di Agostino Covati”, con le sue memorie curate da Romano Repetti, che lo stesso Covati aveva chiesto non fossero mai edite prima della sua morte, giunta poco più di un anno fa.

Nell’auditorium pieno in ogni ordine di posti, in prima fila ad assistere all’omaggio all’amico anche Renato Cravedi, il “Partigiano Abele”, classe ’26, che non ha voluto mancare all’appuntamento organizzato da Anpi Piacenza, di cui Covati è stato presidente onorario, insieme al Comune di Bobbio. Nel corso degli interventi è stato letto il contributo inviato dall’ex assessora regionale ai Servizi sociali Ione Bartoli.

Commemorazione Agostino Covati

L’importanza delle memorie di Agostino Covati è stata sottolineata in apertura del convegno dal curatore del libro Romano Repetti, presidente provinciale di Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia). “Sono memorie sincere e con tanti aneddoti, alcuni drammatici legati alla guerra di Liberazione ma anche farseschi come la vicenda finora ignota dell’aereo a disposizione dei partigiani (nella foto sotto)”. Un capitolo del volume è infatti dedicato alla storia finora inedita da cui è stato tratto il titolo: i partigiani di Giustizia e Libertà al comando di Fausto Cossu vennero in possesso di un piccolo velivolo leggero che nell’autunno del ’44 fu al centro di una discussione sulla possibilità o meno di utilizzarlo in battaglia.

Commemorazione Agostino Covati

“Nel libro non emerge soltanto la sua figura di partigiano – ha aggiunto Repetti – ma anche quella di politico, amministratore pubblico e di imprenditore di successo, le sua attività successiva alla Resistenza, che sono un pezzo importante anche di storia bobbiese”. “Aveva uno spirito caustico e pungente – ha proseguito – e l’immagine che voglio conservare di Covati è legata alla sua grande discrezione, perchè di solito non voleva salire sul palco delle autorità in occasione delle manifestazioni. Solo il 25 aprile dell’anno passato salí sulla scaletta alla fine dei discorsi e si prese un grande applauso dal pubblico, a fianco dei relatori di quel giorno, tra cui Pier Luigi Bersani. La lotta di liberazione non è stata una vicenda lontana da affidare alla storia ma è qualcosa che ci riguarda da vicino alla base della nostra democrazia, questo ha dimostrato la sua presenza sul palco quel giorno”.

Il sindaco di Bobbio Roberto Pasquali ha sottolineato la presenza tra il pubblico di Renato Cravedi partigiano classe ’26 che è stato amico per lunghi anni di Covati: “Il segno che la condivisione dei valori e l’amicizia che ha legato chi ha combattuto insieme per la libertà”. “Agostino Covati è stato consigliere comunale e consigliere regionale, – ha rimarcato – unico bobbiese a ricoprire questo ruolo, in quegli anni la politica e la Democrazia Cristiana, il suo partito, riuscivano a inviare in ruoli importanti personalità illuminate”.

Commemorazione Agostino Covati

Il presidente provinciale dell’Associazione Partigiani Cristiani Mario Spezia ha spiegato: “Il ricordo di Agostino è intrecciato alla mia vita e a quella della mia famiglia. È stata una persona illustre che ha vissuto una vita virtuosa, che ha saputo eccellere in tanti settori. Interprete di quella unità di intenti che fu l’anima della Resistenza, nella quale c’è anche l’insieme del popolo”. E poi ha evidenziato: “Nella scelta di Agostino di aderire alla Resistenza non ci fu un preciso movente ideologico e politico, ma la volontà di opporsi ai soprusi del regime, avendo a cuore il gruppo e la comunità. Anche oggi lo scontro è lo stesso: tra l’idea dei cittadini che insieme lottano per migliorare la società, e quella di uno Stato fatto di individui, uno contro l’altro. Senza saperlo Agostino fin da giovane si mise a fare politica, per una società nella quale tutti potessero aspirare ad avere un proprio ruolo”.

Commemorazione Agostino Covati

L’ex presidente della Provincia ed imprenditore Dario Squeri ha forse fornito il ritratto più vivido della figura di Covati: “Ricordare Agostino è per me facile e complesso allo stesso tempo. Il tratto fondamentale di Covati è sempre stato la sua libertà di coscienza e al contempo la sua capacità di dialogo e di vedere oltre, senza fermarsi solo agli aspetti contingenti”. “L’ho conosciuto da giovane – ha rammentato – quando aderii alla Democrazia Cristiana, e discutere con lui era un’esperienza mai scontata. Era amichevole ed anche realistico, usava un epiteto per rimproverare il mio approccio forse un po’ troppo integralista di allora, “Dario ma lassa lè”. A partire da quel rimprovero, mi ha dato quella visione della politica che mi ha accompagnato per tutta la vita, la politica è come una pianta, diceva Covati, bisogna guardare ai frutti, non solo alla pianta”.

Commemorazione Agostino Covati

“La laicità è stato un altro grande pregio di Agostino, – ha proseguito – era capace di superare gli aspetti personali e di affrontare i problemi con spirito di realismo e concretezza. Aveva una grande capacità di dialogo con gli avversari politici, per questo spesso lo mandavamo in missione per parlare con i comunisti, per via del suo carattere aperto e senza ideologie precostituite. Anche come imprenditore è stato molto lungimirante, riusciva ad anticipare i tempi e a guardare avanti, con grande riservatezza, operoso senza mai mescolare i suoi interessi imprenditoriali con la politica. La sua lezione è quella di essere sempre stato un uomo profondamente libero”.

AGOSTINO COVATI – Nel 1944, non ancora diciassettenne, aveva aderito al movimento partigiano, svolgendo inizialmente le mansioni di “furiere” presso il comando di Fausto Cossu alla Cascina Sanese, ma concludendo la lotta di Liberazione, pur così giovane, in qualità di Commissario di Guerra della VII Brigata, a fianco dell’ex tenente degli alpini Italo Londei. Deposte le armi aveva cominciato a guadagnarsi la vita vendendo bombole di metano ad uso degli automezzi residuati di guerra e poi, rifiutato l’impiego come dipendente della Snam che gli aveva offerto Enrico Mattei, “con la sicurezza e lo spirito al rischio acquisiti nell’esperienza partigiana” aveva dato vita a una sua società. Ceduta infine quell’attività, a ottant’anni di età decise d’intraprenderne una nuova in tutt’altro campo e realizzò in provincia di Parma un’azienda agro-zootecnica per la produzione di latte all’avanguardia e fra quelle di maggior dimensioni in Italia. Nel contempo aveva svolto anche diverse funzioni politiche e ammnistrative. Fra l’altro, quale consigliere regionale per il partito della DC fra il 1970 e il 1980, fu partecipe della fase costituente della regione Emilia-Romagna.

Agostino Covati

Agostino Covati da giovane partigiano

IL LIBRO – “L’Arma aerea dei partigiani di Fausto” – Memorie di Resistenza e di Vita di Agostino Covati”, a cura di Romano Repetti, edito da Officine Gutenberg. Sempre schivo a parlare di sé, solo quando andava verso i 90 anni Agostino Covati aveva accettato di raccontare e registrare i suoi ricordi, con l’intesa che non fossero resi pubblici lui vivente. Le sue – sottolinea Repetti – sono memorie di una vita straordinariamente ricca di esperienze, a partire da quella partigiana, ripercorsa con grande franchezza, compreso episodi sottaciuti da altri testimoni e comunque non ancora noti. Il titolo del libro richiama appunto un episodio finora sconosciuto.

Agostino Covati

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.