Il Governo definanzia il Pnrr per 700 milioni in regione, a Piacenza quasi 39 a rischio

Dei 124,7 milioni di euro di risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza assegnate alla provincia di Piacenza, secondo una prima stima sarebbero ben 38,65 quelli definanziati dopo le recenti decisioni del Governo, pari al 31% del totale. Nei giorni scorsi infatti il ministro Raffaele Fitto ha presentato la proposta di modifica del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che il governo intende sottoporre alla Commissione Europea che contiene il definanziamento di ben 9 misure. Se la proposta del Governo fosse approvata da Bruxelles, progetti per oltre 13 miliardi di euro a livello nazionale si troverebbero definanziati, in attesa di altri fondi per essere portati a compimento.

Uno scenario confermato dall’incontro che il sottosegretario alla presidenza della Regione Emilia Romagna Davide Baruffi ha avuto al Ministero lunedì 6 agosto proprio col ministro Fitto, che ha visto i presidenti delle Regioni e i loro rappresentanti. Dal vertice è uscita una certezza, che alla Regione Emilia Romagna verranno tagliati 700 milioni di fondi Pnrr. Risorse che non è proprio automatico rimpiazzare con fondi sostitutivi, il Governo propone infatti il ricorso ai bandi europei come Fse e Fsc, ma per la nostra regione buona parte di quella dotazione economica sarebbe già stata impegnata.

La distribuzione territoriale dei fondi Pnrr affidati a comuni e città metropolitane è tratta dal sito easy.it curato dalla fondazione Ifel, mentre i dati relativi agli investimenti definanziati sono tratti dalle indicazioni fornite dalla cabina di regia governativa. La proposta di revisione del Pnrr presentata dal governo è ancora sub iudice e deve essere validata dalla istituzioni europee prima di poter essere considerata definitiva.

Il Governo ha giustificato la scelta del definanziamento spiegando che si tratta di investimenti che in gran parte finanziano progetti in essere. Cioè ideati prima dell’avvio del Pnrr e spesso non in linea con vincoli e criteri richiesti dall’Ue. Oltre a progetti che per come sono stati ideati rischiano di non essere completati entro il 2026, il limite imposto dall’Europa. Tuttavia un simile taglio avrebbe un impatto particolarmente significativo per gli enti locali, in primis comuni e città metropolitane. Una scelta che ha inevitabilmente scatenato molte polemiche, nonostante il governo abbia assicurato che tutti i progetti rientranti nelle misure definanziate saranno recuperati attraverso l’impiego di altre risorse.

In base ai dati forniti da Anci, prima della presentazione della proposta di revisione del governo, gli investimenti destinati dal Pnrr agli enti locali ammontavano a circa 40 miliardi di euro totali. La maggior parte dei quali peraltro – 36 miliardi – sono stati già assegnati attraverso bandi e avvisi pubblici.

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