In 6 mesi accolti già 103 minori non accompagnati, il Comune delibera interventi straordinari

Via libera da parte della giunta comunale di Piacenza all’attuazione di una serie di interventi straordinari per fronteggiare l’emergenza legata al flusso dei minori stranieri non accompagnati. I provvedimenti, che rientreranno negli stanziamenti di bilancio già previsti per l’accoglienza dei minori, sono stati deliberati in prima istanza per un periodo non superiore a sei mesi. I continui arrivi eccedenti le disponibilità delle comunità autorizzate al funzionamento – si evince dalla delibera di giunta – richiedono all’ente di Palazzo Mercanti di rispondere agli obblighi di accoglienza che le norme pongono in capo al Comune.

Il Comune di Piacenza si avvarrà di una prima accoglienza a carattere temporaneo dei minori stranieri non accompagnati presso una struttura ricettiva, che si renda disponibile a tale funzione, da individuarsi secondo le modalità previste dal Codice dei contratti pubblici, così da garantire una prima accoglienza comunque tutelante, possibilmente limitata ai minori di età superiore a 16 anni. Nella stessa struttura ricettiva sarà attivato, sempre attraverso le procedure previste dal Codice dei contratti pubblici, un intervento di tipo educativo a carattere diurno al fine di garantire attività per la costruzione di percorsi e processi di integrazione sociale.

Per l’attuazione degli interventi straordinari, gli oneri a carico del Comune, già stanziati in bilancio nel capitolo relativo agli interventi e servizi socio-assistenziali e educativi per minori e altri soggetti in carico al servizio sociale, ammontano indicativamente a 400mila euro per il 2023 e a 200mila euro per il 2024.

I NUMERI DEL FENOMENO – Il flusso di minori stranieri non accompagnati rinvenuti dalle forze dell’ordine sul territorio comunale sta registrando un significativo e continuo incremento. I minori consegnati dalle forze dell’ordine al servizio sociale del Comune di Piacenza nel primo semestre 2023 sono stati 103, in forte crescita rispetto agli anni 2020 e 2021 e già pari al 70% delle consegne avvenute nell’intero 2022, anno che, in particolare a partire dal secondo semestre, ha visto una forte ripresa degli arrivi di minori sul territorio comunale. In Italia, come si apprende dal recente rapporto di Anci e ministero dell’Interno “Il Sistema di accoglienza e integrazione e i minori stranieri non accompagnati”, si stima che i minori non accompagnati presenti al 31 dicembre 2022 siano oltre 20mila. Nel primo quadrimestre 2023 sono sbarcati in Italia 1.900 minori contro i poco più di 700 dello stesso periodo del 2022.

LA SITUAZIONE A PIACENZA – Questo flusso eccezionale di arrivi di minori non accompagnati – afferma il Comune – mette a dura prova anche il sistema di accoglienza territoriale e le comunità dedicate all’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio e autorizzate al funzionamento ai sensi della normativa regionale, gestite da Asp Città di Piacenza in forza di specifico contratto di servizio con il Comune, non sono sufficienti a coprire un fabbisogno di accoglienza in costante crescita. Il sistema di comunità socioeducative per minori del territorio provinciale è saturo e non in grado di rispondere per garantire l’accoglienza in relazione al ritmo degli arrivi. Il Settore promozione della collettività contatta costantemente comunità fuori territorio, sia al di fuori della Provincia di Piacenza sia in altre Regioni italiane e al momento sono oltre 30 i minori non accompagnati inseriti in comunità di altre Regioni (Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Marche, Lazio, Campania). Anche tale ricerca di comunità fuori territorio e in altre regioni italiane, pur capillare e continua, non consente comunque di rispondere a tutti i minori stranieri non accompagnati rinvenuti sul territorio e in ogni caso la ricerca di tali disponibilità, anche quando ottiene esito positivo, richiede comunque un tempo per la definizione degli accordi e l’organizzazione dei trasferimenti.

Gli arrivi a Piacenza sono anche e per gran parte frutto di migrazione secondaria da altre province e riguardano in prevalenza minori di nazionalità egiziana e tunisina di età superiore ai 16 anni, in molti casi anche diciassettenni prossimi alla maggiore età, maschi, provenienti in prevalenza da Egitto, Tunisia, in misura minore Pakistan e paesi subsahariani. Rispetto in particolare al flusso di minori provenienti dall’Egitto, si nota una ricorrenza delle aree e località di provenienza, indice della presenza di reti attive nel sostegno di questi percorsi migratori, per le quali – scrive il Comune – è ipotizzabile un’azione in qualche misura collaterale a organizzazioni dedite ad attività illecite. Si tratta di ragazzi in alcuni casi mai scolarizzati, con storie, contesti di vita ed esperienze di migrazione che favoriscono comportamenti improntati all’intolleranza alle regole dei luoghi di accoglienza, fino ad arrivare a reazioni violente, fortemente conflittuali, devianti.

Fra le valutazioni fatte dal Comune prima di giungere al provvedimento straordinario – si legge sempre nella delibera – la constatata impossibilità di procedere a inserimenti in comunità socioeducative autorizzate al funzionamento ai sensi delle diverse normative regionali in misura adeguata all’elevato e crescente flusso di rinvenimenti da parte delle forze dell’ordine, pur profondendo il massimo impegno nel reperimento di ogni disponibilità in tal senso, anche fuori regione. Il Comune di Piacenza ha comunque espresso un indirizzo nei confronti di Asp Città di Piacenza, recepito nel piano programmatico 2023-2025 che accompagna il bilancio recentemente approvato dall’Amministratore Unico dell’Azienda dei Servizi alla Persona, di attivare in locali di proprietà opportunamente adeguati una ulteriore comunità socioeducativa che possa accogliere minori stranieri non accompagnati sulla base delle caratteristiche e standard previsti dalla normativa regionale. Tra il Comune, la Prefettura e le forze dell’ordine vi è un costante confronto al fine di una lettura condivisa del fenomeno e delle azioni possibili da attivare per fronteggiare la difficile situazione. Pochi mesi fa è partito, nella sede della scuola edile di Piacenza, un progetto di formazione e inserimento lavorativo di 172 ore per 15 minori stranieri non accompagnati.

LA GESTIONE NAZIONALE – La forte crescita del flusso degli arrivi di minori non accompagnati ha evidenziato gli elementi di criticità del sistema di accoglienza nazionale: a fronte delle oltre 20mila presenze stimate i posti nei centri di prima accoglienza, finanziati con le risorse comunitarie Fami, attivati nelle regioni di primo arrivo, sono via via diminuiti dal 2018 al 2022 passando da 1.200 a circa 300. Ad agosto 2022 è stato pubblicato dal ministero dell’Interno un avviso per ulteriori centri FAMI di prima accoglienza. I posti nella rete SAI Minori (Servizio assistenza e integrazione) a fine 2021 erano 6.683 e i posti per minori nei Cas (Centri di accoglienza straordinaria) poco più di 500. I Comuni, attraverso Anci, stanno a più riprese chiedendo il rafforzamento della governance centrale, come già prevista dalla vigente normativa, che rimette allo Stato la responsabilità della primissima accoglienza dei minori. Sempre attraverso Anci è stato segnalato al governo che questa situazione di forte aumento delle presenze ha di fatto portato a esaurire nelle aree interessate i posti nelle strutture autorizzate per minori, mettendo molte amministrazioni locali nelle condizioni di dover utilizzare strutture provvisorie e di emergenza, al di fuori del circuito ordinario ed è stata avanzata la richiesta dell’attivazione di strutture governative di prima accoglienza in tutte le regioni, in grado di rispondere sia alle esigenze derivanti da sbarco, che da rintraccio sul territorio. A queste attivazioni devono corrispondere necessariamente numeri adeguati di posti Sai dedicati alla seconda accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, il Sistema riconosciuto come maggiormente in grado di proporre interventi di qualità dedicati all’integrazione socio lavorativa, al fine di strutturare percorsi virtuosi di cittadinanza.

COSA DICE LA NORMATIVA SUI MINORI NON ACCOMPAGNATI – Ai minori stranieri non accompagnati, in quanto privi di riferimenti parentali, – evidenzia il Comune nella delibera – deve essere garantita accoglienza e tutela e che per i medesimi è previsto il divieto di respingimento e di espulsione come stabilito dalla legge numero 47 del 2017. Il sistema di accoglienza nazionale previsto dal decreto legislativo 142 del 2015 assegna all’Amministrazione centrale il compito di occuparsi della primissima accoglienza, attraverso centri governativi, con funzioni di protezione, identificazione, accertamento dell’età e screening psico-socio-sanitario, eventuale rintraccio dei familiari. Prevede poi che la seconda accoglienza sia realizzata attraverso i posti Sai (Sistema accoglienza e integrazione) attivati dai Comuni sulla base degli Avvisi emessi dal ministero dell’Interno.

In capo al Comune la legge impone un obbligo normativo tassativo di accoglienza del minore rinvenuto sul proprio territorio privo di riferimenti parentali e quindi che, pur nelle difficoltà evidenziate che accomunano molti Comuni capoluogo dell’Italia settentrionale, deve in ogni caso essere assicurata una collocazione in via di urgenza.

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