“Piacenza è un hub per il traffico di animali domestici e specie protette”

“Piacenza è un hub per il traffico illecito di animali, sia domestici sia appartenenti a specie protette”. Si spiegherebbero così le dieci denunce e i quattro sequestri effettuati dalle forze dell’ordine nel 2022, a fronte di 23 irregolarità, per reati contro gli animali. Fra le irregolarità ambientali, o “ecomafie”, quelle contro la fauna sono le più diffuse a Piacenza. I dati emergono dal rapporto Ecomafia 2023 di Legambiente. A illustrarli, uno dei redattori, Enrico Fontana, responsabile dell’osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente, in un incontro organizzato dal circolo di Piacenza di Legambiente insieme a Libera Piacenza al capannone Rita Atria di Calendasco, nella serata di martedì 29 agosto.

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Oltre a presentare i dati contenuti nel rapporto, Fontana ha evidenziato come, per via della sua posizione strategica, Piacenza sia uno snodo importante anche per il ciclo illegale dei rifiuti, che nel 2022 ha fatto registrare 22 reati con 28 persone denunciate e 20 sequestri fra città e provincia. Fontana ha ricordato due importanti indagini sul traffico illecito dei rifiuti che negli ultimi due anni hanno coinvolto persone a Piacenza e provincia: la prima, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna dopo la scoperta dei carabinieri della stazione forestale di Fiorenzuola d’Arda e resa nota a luglio 2021, che riguardava un giro illecito di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) a partire dalle isole ecologiche di Cadeo, Pontenure e Fiorenzuola e diretto in Togo (Africa), legato a un’associazione criminale; la seconda, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia e resa pubblica a gennaio 2023, che riguardava un traffico di batterie al piombo (5mila tonnellate scoperte).

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Antonella Liotti (Libera Piacenza), Enrico Fontana e Laura Chiappa (Legambiente Piacenza)

“I reati nel ciclo dei rifiuti vengono sempre gestiti dalle direzioni distrettuali antimafia – spiega Fontana – perché si tratta sempre di illeciti gravi, date le organizzazioni coinvolte, le enormi quantità e le ramificazioni dei traffici. Nell’ultimo anno sono diminuiti i reati, ma sono salite sia le inchieste sia le irregolarità amministrative: è segno che i coordinatori di queste azioni criminali sono diventati più abili e quindi più difficili da scoprire”. Per questo motivo Legambiente, prosegue Fontana, “ha chiesto al Parlamento di inasprire le pene per il traffico di rifiuti, che per difficoltà amministrative rischiano di essere prescritti o di non arrivare a sentenza definitiva”. Un altro intervento legislativo urgente secondo l’associazione ambientalista è “una riforma del codice penale, sulla scia del lavoro condotto nel 2015 dal magistrato Gian Carlo Caselli, sui reati di agromafie, ossia quelli che riguardano il settore agroalimentare”.

L’ambito che registra più reati ambientali in Italia è quello del ciclo illegale del cemento, che rappresenta il 39,8% del totale ed è in crescita del 28,7% rispetto al 2021. Riguarda tutta la “filiera” che sta dietro all’abusivismo edilizio (un business da due miliardi di euro), punto d’arrivo di una serie di “reati economici, ambientali e criminali che partono dalle estrazioni abusive”. Nell’edilizia si concentra una parte importante dei contratti pubblici. Perciò, anche le modifiche del “codice degli appalti” sono nel mirino di Legambiente. “In Italia viviamo una situazione di contraddizione perenne – afferma Fontana – da una parte c’è l’esigenza di semplificare, specialmente per riuscire a rispettare le scadenze ferree imposte dal Pnrr, dall’altra si commette l’errore, pur di semplificare, di diminuire i controlli, aumentare la soggettività e alzare la soglia sopra cui si possono fare appalti senza gare, attualmente fissata a 5 milioni di euro. Così – dice Fontana – si facilita la vita a chi vuole agire illegalmente, e di riflesso si complica a chi opera nella legalità. È un circolo vizioso che l’Italia non può permettersi. Non possiamo diminuire i controlli per semplificare la normativa”.

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