Scuola Quarto, Gilda “Si faccia ricorso al Tar”

Scuola Quarto, prosegue il dibatto sulla scuola di Gossolengo. Nei giorni scorsi la minoranza aveva prospettato un rischio chiusura, dopo l’annuncio della mancata attivazione della classe prima per carenza di alunni. Una eventualità respinta dall’amministrazione Balestrieri, che ha ricapitolato tutti gli investimenti fatti per l’istituto scolastico. Sul tema ora interviene anche il sindacato Gilda, che dà una lettura più di ampio respiro dell’accaduto e propone il ricorso al Tar.

“La situazione è drammaticamente semplice e se la politica vuole può risolverla, l’organico delle scuole statali viene concesso dagli organi centrali e distribuito su base provinciale, successivamente secondo i parametri delle iscrizioni ripartito dall’Ufficio scolastico territoriale ai vari Istituti: essi sono frutto dei tagli indiscriminati fatti all’organico dei docenti, per mero motivo di spesa pubblica, perpetrato dalla politica “finanziaria” che tutti i governi (di tutte le parti politiche!) hanno attuato o mantenuto in danno dell’Istruzione almeno dal 2008 a oggi – scrivono i rappresentanti della Gilda di Piacenza -. Siccome il Ministero dell’Istruzione (oggi anche del Merito) quando si tratta di decisioni che comportano maggiore spesa pubblica rispetto al budget previsto non è autonomo ma di fatto commissariato, perchè soggetto al placet del Ministero dell’Economia o dei suoi organi periferici (a seconda del livello decisionale) è opportuno che i partiti predispongano una norma che preveda delle deroghe ad hoc”.

Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza, suggerisce: “Un’altra azione più farraginosa sarebbe quella di impugnare al Tar, ove tecnicamente possibile, la futura distribuzione degli organici con l’obiettivo che il giudice ‘in nome del popolo italiano’ ordini di non ridurli. Proprio una sentenza del Tar, relativa ad una scuola piacentina, quella di Gropparello, può essere un esempio che talvolta questa opzione risolve il problema, seppur amaramente – conclude -. Se proprio la politica non riesce l’ultima speranza per evitare l’agonia delle scuole rimane la magistratura”.