Cittadella, da piazza d’armi a luna park: il progetto cambiato 4 volte alla ricerca di identità foto

Se la vicenda della riqualificazione di piazza Cittadella – arrivata a conclusione con la recente approvazione del nuovo piano economico finanziario (Pef) – rimasta in sospeso per circa 15 anni, è emblematica di come “non decidere” possa diventare un metodo di governo, quella del progetto che dovrebbe ridisegnare uno degli spazi monumentali più centrali di Piacenza è altrettanto interessante per comprendere quanto sia complicato ripensare un luogo pubblico.

Nelle foto storiche alcuni esempi di utilizzo nel secolo scorso di piazza Cittadella

Dal 2011 ad oggi il progetto – curato con altri professionisti della Regione dallo studio dell’architetto Giuseppe Baracchi, ex presidente dell’Ordine provinciale, incaricato dalla cordata di imprese che ha vinto il bando per realizzare il nuovo parcheggio interrato e la nuova piazza di superficie – è cambiato più volte, almeno quattro. Sulla base delle indicazioni in primis della Soprintendenza, che ha voce in capitolo quando si mette mano a uno spazio dall’indubbio valore storico e architettonico, e delle diverse amministrazioni comunali che si sono avvicendate nell’ultimo decennio. Una serie di giravolte progettuali, dall’altezza delle pensiline alla tipologia dei materiali da utilizzare, che si sono protratte fino al 2020, quando l’ultima versione è stata definitivamente validata da tutti gli organi competenti.

Con alcuni punti fermi che difficilmente si potranno rimettere in discussione. Siccome nel sottosuolo ci sarà un parcheggio, e quindi un “buco”, in corrispondenza della superficie non si possono piantare alberi, che notoriamente richiedono spazio profondo per radicarsi, se non in particolari zone come il lato sud o su quello ovest. La Soprintendenza ha posto inoltre come particolare richiesta di vincolo il mantenimento del “cannocchiale visivo” da via Cittadella all’ingresso di Palazzo Farnese, assolutamente libero da piante e da edifici, per conservare il collegamento con piazza Cavalli nato dalle scelte urbanistiche dei Farnese e tradotte in pratica dal Vignola. E infine anche la rinuncia ad elementi voluminosi di costruito nel mezzo della piazza, perchè come vedremo, la Cittadella storicamente era sgombra di edifici.

Parola fine sul progetto, allora? Neanche per idea. Se gli italiani sono tutti un po’ allenatori della nazionale, evidentemente i piacentini si sentono un po’ tutti architetti, a guardare il dibattito che si è aperto dopo il via libera in consiglio comunale al nuovo piano economico dei lavori. C’è chi invoca più verde in tutta la piazza, chi vorrebbe rinunciare alla demolizione della vecchia stazione delle corriere (pare opera firmata dell’ingegner Bigoni di Ferrara nel ’57), chi sogna l’intervento dell’archistar per dare una bella sistemata al tutto.

Per riportare la vicenda sui giusti binari, forse può essere utile risalire indietro nel tempo e fare un po’ di storia della piazza. Perché uno spazio come quello non può prescindere dal passato, dalle funzioni ricoperte nei secoli e soprattutto dai monumenti che lo occupano, primo fra tutti Palazzo Farnese. Nelle cronache dei primi anni del ‘900 lo storico locale Giuseppe Nasalli Rocca la descrive come “una landa abbandonata, il greto di un fiume senza l’ombra di un albero, senza il verde di una siepe con null’altro che qualche rovo in un selvaggio sterpeto…“. Un quadro non proprio allettante, che tuttavia rivela come il problema dell’identità di piazza Cittadella venga da lontano.

Nell’arco del Novecento si trovano documenti fotografici che testimoniano la presenza nell’area all’ombra di Palazzo Farnese di strane strutture con finalità ludico e ricreative, come balere, un luna park, una pista per le auto, un teatro temporaneo, e ancora capannoni e strutture commerciali, fino alla scelta di edificare la stazione delle corriere a metà degli anni ’50. Se andiamo ancora più a ritroso nel tempo scopriamo che quello spazio sgombro da edifici e vegetazione prevedeva ai primi dell’Ottocento-fine Settecento nel suo lato sud a ridosso di Palazzo Malaspina “lo spazio per gioco del pallone”. Quale pallone non è dato sapersi. Nei secoli precedenti altro non è stato che la piazza d’armi dei Farnese, una sorta di cortile pubblico dove esercitare la propria potenza, uno spazio chiuso proteso verso il resto della città, dove si tenevano le rappresentazioni teatrali (le vecchie scuderie erano un teatro), i giochi, i tornei militari. Pertanto non doveva avere una particolare valenza scenografica, a differenza del complesso vignolesco e i giardini rivolti verso il Po e Milano. La piazza era il luogo dove manifestare tutta la forza del casato.

Ripartire da questi spunti e dall’analisi ragionata della storia è stato il primo passo dell’equipe di progettisti che si è messa al lavoro nell’ormai lontano 2011 per ripensare in chiave moderna e vivibile piazza Cittadella, senza tradire le tradizioni e nel rispetto del patrimonio monumentale (infatti c’è un vincolo indiretto).

La prima proposta di progetto presentata nel 2011 prevedeva un’interpretazione della piazza di carattere prevalentemente paesaggistico, partendo dall’analisi della relazione dello storico Nasalli Rocca di uno spazio sostanzialmente avulso dalla cittadella dei Farnese, caratterizzato da irregolarità del terreno, con dossi e superfici non complanari, ridossi di terra con declivi dolci. Un’impostazione che veniva riproposta in chiave moderna attraverso un rivestimento in cemento e piccoli rialzi che potessero svolgere anche la funzione di skate park, con aggiunta di sedute, e piantumazioni. Con l’obiettivo di favorire la socialità e la vivibilità. Nessun edificio era contemplato in questa prima idea.

autostazione piazza Cittadella
La stazione delle corriere

Il primo progetto nel 2013 venne sottoposto a una serie di osservazioni da parte della Soprintendenza di Luciano Serchia, che chiese diverse modifiche. Arrivò così la sua rivisitazione con alcune novità di rilievo. In primo luogo il posizionamento dentro la piazza di quattro cubi equidistanti, in corrispondenza più o meno dell’attuale stazione dismessa delle corriere, coperti da una pensilina leggera. Cubi come strutture versatili che si potevano aprire e chiudere alla sera per essere illuminati dall’interno come una sorta di lampade. Ciascuno dei quali avrebbe dovuto avere una funzione precisa, ospitando un bar, un punto informativo e turistico, una guardiania e uno spazio per l’esposizione di reperti che fossero trovati ed estratti dal sottosuolo.

Questa seconda idea di progetto venne validata dalla Soprintendenza con l’invito ad andare avanti. Ma nel 2017 con la nuova amministrazione comunale che si insediò a Palazzo Mercanti si assistette a un brusco cambio di rotta. L’idea dei cubi e la pensilina leggera dovette essere accantonata, da cambiare sulla base delle nuove indicazioni del Comune. Dal confronto coi tecnici di Palazzo Mercanti di allora scaturì un terzo progetto dove sparirono i cubi e la pensilina si ingrandì fino al triplo di quella originaria, diventando una struttura decisamente più invasiva e pesante.

Nuova piazza Cittadella e nuova piazza Casali
La versione del 2017 della pensilina in piazza Cittadella

Ma la storia della revisione del piano si allunga ancora, perchè nel frattempo cambiarono gli interlocutori tecnici in Comune. Nel 2019 venne richiesta una nuova variazione, la quarta, del progetto. Da questo confronto, nel quale rientrò di nuovo la Soprintendenza, deriva la proposta esecutiva sul tavolo ancora oggi che nel 2020 era giunta alla validazione di tutti gli organismi competenti, acquisendo non solo via libera dalle Belle Arti, ma anche tutti i pareri positivi dei soggetti della Conferenza dei Servizi. Sotto la spinta della Soprintendenza il quarto progetto ripropone la piazza “storica”, più vicina possibile alla situazione tardo rinascimentale di “piazza d’armi”. I modelli da prendere in considerazione sono quelli di piazza Cavalli e piazzetta Pescheria e i relativi materiali, granito e porfido, per la pavimentazione. La pensilina resta ma con forma e dimensioni riviste, assai più leggera di quella contenuta nel progetto intermedio, per sviluppare uno spazio aggregativo centrale che non chiuda la prospettiva e allo stesso tempo sia compatibile con la realizzazione di un mercato o altre opportunità di socialità per i giovani. La forma è quella di una sorta di corte romana, coperta ma vuota all’interno. La forma nasce dal “concept di progetto” che riprende la corte centrale di Palazzo Farnese con le falde a coprire i quattro lati.

rendering piazza Cittadella
Il rendering dell’ultimo progetto validato della piazza

Se col quarto progetto possiamo dirci arrivati alla situazione attuale, sul fronte della sostenibilità economica nel 2020 entra in gioco un nuovo attore, il covid. Si ferma infatti tutto di nuovo perchè la pandemia muta gli scenari dei costi (la gestione dei parcheggi connessa alla riduzione della mobilità e anche le quotazioni di tutti i materiali edilizi per la sua realizzazione) e costringe a rinegoziare il piano economico finanziario: una trattativa lunghissima conclusa solo a inizio 2023 e poi con la sua approvazione in consiglio comunale nel luglio scorso.

Questa breve storia ci parla di come è cambiato il progetto di dare una nuova vita a piazza Cittadella, figlio di scelte certamente opinabili, di compromessi e della necessità di mettere d’accordo visioni e talvolta anche sensibilità politiche diverse. Col nuovo parcheggio interrato – che verosimilmente sarà pronto nel 2026, dopo oltre due anni di cantiere – spariranno le vetture dalla superficie (sotto ci saranno 210 posti macchina a rotazione, quindi moltiplicabili per tre) e l’obiettivo prevalente deve restare quello di dare finalmente un’identità a un non luogo rimasto per troppo tempo colpevolmente abbandonato. Un luogo che può finalmente animarsi per connettere il centro con uno dei nostri monumenti più importanti, Palazzo Farnese.

Mauro Ferri

 

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