Fridays for Future torna in piazza: un “funerale dell’acqua” per le vie di Piacenza

Il prossimo 6 ottobre Fridays for future Italia torna nelle piazze di tutto il Paese: a Piacenza l’appuntamento è alle ore 9 davanti al Liceo Respighi, da dove partirà un corteo fino in Piazza Cittadella. “Insieme a ControTendenza Piacenza – spiegano da Fridays for future Piacenza – abbiamo deciso di scendere in piazza dinuovo. Dopo la violenta e devastante alluvione che ha colpito la nostra regione giusto pochi mesi fa, ci sembra giusto dire la nostra: quello non era solo maltempo, era crisi climatica, e il Governo continua a negare l’evidenza. Da questo nasce la nostra idea di mettere in scena un “funerale dell’acqua”: noi attivisti faremo un corteo guidato da una bara di cartone con all’interno dei secchi pieni di terra arida a causa del surriscaldamento globale, la stessa terra che non ha permesso all’acqua di infiltrarsi e che ha scatenato l’alluvione”.

“La prima causa dell’aumento delle temperature, e di conseguenza dei fenomeni climatici estremi – affermano -, sono i combustibili fossili, su cui l’Italia continua ad investire ampiamente. Il nostro Paese ha una responsabilità importante nelle politiche di mitigazione mondiali, date le sue emissioni storiche. L’Italia dovrà superare gli obiettivi di decarbonizzazione dell’Unione Europea, riducendo le sue emissioni di gas climalteranti dell’80% entro il 2030 e decarbonizzando il settore elettrico entro il 2035. Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, significa abbandonare immediatamente ogni nuovo investimento in carbone, petrolio e gas. Una linea in controtendenza rispetto al piano Mattei, con il quale il governo vincola il Paese al fossile e a eventi estremi sempre più frequenti e intensi”.

Il movimento propone alcune soluzioni per tutelare l’acqua e garantire maggiori difese naturali ai fenomeni estremi, tra cui “ridurre i consumi, ripristinare gli alvei originari dei fiumi, tutelare e promuovere la salute del suolo, favorire l’assorbimento dell’acqua nel suolo, spingere la forestazione, ripristinare i fondi del PNRR per il dissesto idrogeologico”. “Continuiamo a resistere – concludono -, non lasciamoci immobilizzare dall’eco-ansia ma combattiamola definitivamente attraverso l’attivismo. Lottiamo insieme e costruiamo comunità resilienti e sostenibili. È il momento di esserci fisicamente, perché la resistenza è un atto fisico, che non si fa stando in casa, ma manifestando insieme nelle piazze e proponendo alternative concrete per tutti e tutte”.