Germanà e l’attentato subito da Messina Denaro “Se avesse sparato lui, non sarei vivo”

Morte del boss mafioso Matteo Messina Denaro, parla l’ex questore di Piacenza Calogero Germanà che all’inizio degli anni ’90, quando era il capo della squadra mobile di Trapani, scampò a un attentato mafioso. Proprio Messina Denaro era nel commando che il 14 settembre 1992 sparò contro Germanà sul lungomare Fata Morgana a Mazara del Vallo. L’allora commissario di Polizia scese dalla Fiat Panda e si tuffò in acqua, riuscendo a salvarsi dai colpi sparati da un kalashnikov e e un fucile caricato a pallettoni.

In un’intervista a “Il Fatto Quotidiano” Germanà ricorda quel giorno quando divenne bersaglio della mafia: “Se avesse sparato lui – dice riferendosi a Messina Denaro – non avrebbe sbagliato e io non sarei vivo. Lui dice che era bravo a sparare. Ma io mi chiedo, che bravura ci vuole a sparare a uno che non sa di essere nel mirino? Vogliamo dire che è bravo chi spara per uccidere un uomo che sta camminando? Per me sono capaci tutti”.

E sulla morte del boss per tanti anni ricercato dallo Stato, l’ex questore di Piacenza oggi in pensione aggiunge: “Di fronte ai morti non si può che avere pietà, ma guardando al vissuto di Matteo Messina Denaro il giudizio è certamente negativo. Lui ha trascorso una vita eliminando gli altri, ma per raggiungere, alla fine, quali obiettivi?”. “Messina Denaro sa bene che segreti si porta nella tomba; se io mi fossi trovato faccia a faccia con lui da vivo, non gli avrei detto nulla, quello che avrebbe dovuto parlare era lui e, sono certo, che sarebbe stato liberatorio farlo – ha aggiunto Germanà.