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Logistica, università e turismo al centro del confronto Barbieri – Tarasconi organizzato dal Rotary Farnese

Logistica, turismo, università: diversi i temi toccati durante il primo appuntamento de “I martedì del Rotary Farnese”, ciclo di incontri promosso dall’omonimo club nella terrazza dell’Albergo Roma. A parlarne l’ex sindaca di Piacenza, ora consigliera di opposizione Patrizia Barbieri, e l’attuale prima cittadina Katia Tarasconi, incalzate dalle domande poste dal presidente del Rotary Farnese Raffaele Veneziani. Date le premesse, l’appuntamento si preannunciava frizzante: purtroppo il ritardo di Tarasconi, trattenuta a Bologna per impegni istituzionali, ha fatto venire meno l’effetto ‘botta e risposta’ con Barbieri, ma non ha di certo condizionato i contenuti del confronto. La prima a rispondere alle domande di Veneziani è stata l’ex sindaco Barbieri, seguita poi da Tarasconi al suo arrivo all’albergo Roma. Qui riportiamo i temi affrontati e le posizioni delle due ospiti.

Dibattito Rotary Farnese

Quale futuro per area di via Taverna dopo lo spostamento dell’ospedale

Barbieri – “La realizzazione del nuovo ospedale non è un tema di muri, ma di sanità. Lo abbiamo visto durante il covid: dobbiamo poter dare risposte tempestive. Al tempo stesso penso che non si possa parlare di nuovo ospedale senza aver prima deciso cosa fare del vecchio. Non deve diventare un ex Belvedere. Se ne era discusso con l’ex direttore generale dell’Ausl Baldino e anche Confindustria Piacenza aveva promosso un concorso d’idee sul suo recupero. Certo, bisogna parlare con chi in questa zona ci vive però credo che l’ex ospedale dovrebbe mantenere una vocazione socio sanitaria, con il trasferimento dei servizi ora presenti in piazzale Milano, dove c’è una situazione insostenibile per il traffico e per gli operatori sanitari che devono dividersi gli ambulatori. Poi c’è anche la questione dei Cau e l’università di medicina in lingua inglese: nell’ex ospedale potrebbero essere ospitati anche laboratori di ricerca.

Tarasconi – “L’ospedale di via Taverna confluirà in un fondo gestito dalla Regione Emilia Romagna, quindi diventa difficile capire adesso cosa diventerà. Sicuramente pensiamo possa ospitare al suo interno la Casa della Salute e della Comunità (attualmente ospitata a piazzale Milano, ndt), ma stiamo comunque parlando di un’area molto grande, inserita in un contesto che pone due temi: l’esigenza di parcheggi e il verde. Siamo in fase di redazione del piano urbanistico generale, discuteremo anche del futuro di questo comparto e ci confronteremo con i cittadini”.

Piazza Cittadella, luogo strategico e motore di sviluppo

Barbieri – “Sicuramente essere stati imbrigliati nel Bando Periferie non ci ha agevolato, per i vincoli e le tempistiche da rispettare che prevede. E’ un sistema di scatole cinesi che fa poco bene alla città. Sul progetto di piazza Cittadella, che ritengo comunque sia giusto qualificare, andrebbe verificato se ci sia ancora interesse pubblico o meno nel realizzarlo così com’è, essendo passati così tanti anni dalla sua definizione. Va poi guardato cosa si muove attorno: ex Acna, il Carmine, che è stato un recupero straordinario di un bene che tutti ci invidiano, il mercato di piazza Casali e il campus per le scuole nell’ex laboratorio Pontieri”.

Tarasconi – “Quando inizi a fare il sindaco il tavolo non è mai sgombro, trovi sempre pratiche iniziate da altri. E’ stato così per me ed è stato lo stesso per Patrizia. Piazza Cittadella così com’è è inguardabile, e non credo che Patrizia, se avesse potuto, non avrebbe demolito l’ex stazione dei bus. Però non può restare così, non è decoroso. Si può obiettare nel merito del progetto, del numero dei posti auto previsto, ma una soluzione andava trovata. Idem per piazza Casali: bellissimo e importante il servizio offerto dagli operatori commerciali, ma non l’impatto estetico. E’ comunque una zona da valutare nel suo complesso, anche alla luce della riqualificazione delle scuderie di Maria Luigia“.

Piacenza città sempre più universitaria, come può diventare attrattiva per i giovani anche dopo la conclusine del percorso di studi

Barbieri – “Proprio per questo noi avevamo puntato sul recupero dell’ex ospedale militare di viale Malta, come sede dell’università di medicina in lingua inglese. Poteva partire da lì una contaminazione di tutta la città: stiamo parlando di ragazzi che non solo arrivano da diverse regioni d’Italia, ma da tutto il mondo. Siamo in centro, questo avrebbe avuto una ricaduta positiva anche sulle attività commerciali presenti nella zona. Proprio per venire incontro alle esigenze del numero sempre maggiore di studenti, desiderosi di vivere la città, abbiamo avviato il servizio di autobus serale, il Tuo Bus. Idea che l’attuale amministrazione ha mantenuto”.

Tarasconi – “E’ vero, Piacenza è una città sempre più universitaria, non a caso anche altre facoltà ci stanno chiedendo di aprire una sede distaccata da noi. Ora si pone il tema di come gestire gli spazi e di come fare questa ricaduta venga massimizzata. Siamo una piccola realtà che può crescere: per le famiglie che possono scegliere di far studiare i propri figli da noi, rispetto a una grande città, perché i costi sono più contenuti per gli affitti rispetto a Milano. Un ragionamento che possono fare poi anche giovani coppie e anche le aziende…non siamo attrattivo non solo per la logistica.

Logistica e infrastrutture, tema al centro del prossimo incontro del 23 ottobre con i parlamentari Paola De Micheli e Tommasi Foti. Quali strumenti ha l’ente per governare un tema così importante?

Barbieri – “Piacenza ha visto crescere la logistica in maniera spontanea tanti anni fa e questo processo non è stato governato. Il tema reale è che va governato adesso, a Piacenza non abbiamo la situazione di Castelsangiovanni, dove è stato creato un parco logistico. La nostra è comunque logistica di qualità, con l’applicazione di contratti interessanti per i lavoratori che, grazie al lavoro dei sindacati e delle cooperative serie, hanno degli inquadramenti buoni. Si pone però il tema della sostenibilità ambientale, qui c’è molto da fare, valorizzando la nostra collocazione che all’estero tutti ci invidiamo. Siamo vicini ai porti di Genova e La Spezia, così come Ravenna, attraverso i collegamenti su ferrovia piuttosto che su gomma. Per questo motivo deve partire il Polo del ferro”.

Tarasconi – “Proviamo a immaginare Piacenza senza la logistica, è un falso mito che ci lavorino solo i facchini. L’ente deve vigilare affinché ciò che si fa abbia un senso. Questa estate ho letto un libro sul tema, La Signora delle merci (di Cesare Alemanni, tra gli ospiti del festival del Pensare Contemporaneo, ndr) che sottolinea come, in futuro, solo i territori più avanzati e economicamente floridi avranno la logistica. Io credo debba essere governata, è un processo nato nel tempo: non è un caso che i Romani ci abbiano scelto proprio per la nostra collocazione, non erano degli sprovveduti. Ora però diventa fondamentale lo sviluppo del Polo del Ferro, per garantire la competitività del nostro territorio”.

Turismo: grande potenzialità. Qual è il livello giusto in cui pianificare la programmazione: locale, emiliano o regionale?

Barbieri – “Per ora mi accontenterei di Emilia, si fa fatica a dialogare con chi ha la riviera a livello regionale. Dobbiamo investire nell’arte, qualificarci e creare pacchetti attrattivi, sfruttando le nostre peculiarità. Penso ai nostri castelli, che sono più belli di quelli della Loira, così come il turismo sportivo che ha un richiamo fortissimo. Si tratta di vendere il territorio e non la singola iniziativa, per questo motivo occorre ragionare a livello di sistema. Per questo motivo abbiamo creduto al progetto di Destinazione Turistica Emilia, continuando a investire nelle nostre peculiarità: avevamo pensato alla valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche, con il Gola Gola Festival. Poi il covid ha fermato tutto, anche se siamo ripartiti con la mostra dedicata al Klimt che è stata un successo. Di certo, sul marketing territoriale occorre lavorare un anno per quello successivo e per quello successivo ancora”.

Tarasconi – “Destinazione turistica Emilia ha un senso perché è in grado di fare marketing territoriale in modo più efficace, pur tendendo presente le diversità dei suoi territori. Ad esempio Piacenza non può funzionare da sola senza le sue valli. Parma ha già un tipo di turismo consolidato, ma non valli belle come le nostre. Non ci possiamo lamentare, perché secondo dati recenti è la nostra provincia ad essere cresciuta di più in termini di turismo. Certo non possiamo competere con la Romagna, ma sfruttare le armi che abbiamo a disposizione: arte, cultura, mostre, eventi come il festival del Pensare Contemporaneo. Il covid ha anche cambiato il modo di vivere il turismo, piccoli territori sono più apprezzati. Però abbiamo pochi posti letto e anche sul fronte dei servizi, come i taxi e i bar che restano chiusi alla domenica mattina, dobbiamo crescere. È chiaro che questo non aiuta, non è pensabile migliorare delegando sempre ad altri, anche sulla pulizia della città. Ricordo che ospiteremo una tappa del Tour de France: all’interno di tutta la comunicazione dell’evento comparirà il nostro nome, Plaisance, con le immagini della nostra città, con ricadute sull’indotto. È un evento sportivo, ma per me è marketing”.

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