Maglia nera per rifiuti prodotti e consumi idrici alle stelle, Piacenza non ingrana sull’ambiente (46esima)

Piacenza si conferma in tutta la sua mediocrità per quanto riguarda la qualità dell’ambiente. La nostra città infatti perde due posizioni – dalla 44esima alla 46esima – e resta a metà classifica nell’edizione 2023 di Ecosistema urbano, la graduatoria elaborata da “Il Sole24Ore” coi dati di Legambiente e Ambiente Italia che giudica le performance ambientali delle 105 province italiane. Piacenza si colloca decisamente indietro in graduatoria rispetto ad altri centri limitrofi, basti pensare che Reggio Emilia arriva il quinto posto, Cremona è 13esima e Parma 18esima. L’indagine si basa su 19 parametri raggruppati in 5 macroaree (Ambiente, Aria, Acqua, Mobilità, Rifiuti). Piacenza denota una certa stabilità da qualche anno, nel 2021 era 49esima, con alcuni indicatori che destano particolare preoccupazione.

LE CLASSIFICHE

La nostra città si conferma infatti ultima in Italia (105esima) per la produzione annua pro capite di rifiuti urbani mentre retrocede all’86esimo posto (eravamo 81esimi) per consumi idrici. Sul fronte della qualità dell’aria i risultati sono pessimi: con l’84esimo posto per la concentrazione delle polveri (pm10 e pm2,5) e anche dell’ozono. Veniamo puniti anche per numero di vittime sulla strada, con un 91esimo posto non certo lusinghiero. Se approfondiamo l’area di indagine relativa al verde urbano, Piacenza consegue un buon piazzamento, l’11esimo, in tema di alberi (sono 39 ogni cento abitanti), mentre non brilliamo certo per l’uso intelligente di suolo (che mette in relazione l’urbanizzazione con l’utilizzo della superficie disponibile), con la 63esima piazza.

Come si diceva, sul fronte della qualità dell’aria le notizie non sono certo confortanti: occupiamo l’84esimo posto nazionale per concentrazione di Pm10 (con 30 microgrammi al metro cubo medi nell’arco di un anno), e anche per le Pm2,5 più fini (sempre all’84esimo posto con una concentrazione media annua di 22 microgrammi al metro cubo). In tema di consumi idrici domestici, con 174,3 litri di acqua per abitante al giorno, siamo messi piuttosto male (86esima posizione), molto meglio (17esimo posto) per quanto riguarda la dispersione idrica. Sul fronte della mobilità, non va male l’infrastrutturazione delle piste ciclabili (siamo al 18esimo posto), ma precipitiamo al 91esimo posto per morti e feriti sulle strade. Infine il vero problema ambientale che ci pone addirittura all’ultimo posto in Italia riguarda la produzione di rifiuti pro capite: ben 796 chili all’anno. Un primato negativo che si reitera da qualche tempo ormai.

La classifica 2023 in Emilia-Romagna: tra le migliori Reggio Emilia, Forli e Parma – Una classifica pressoché invariata rispetto all’anno precedente quella della sostenibilità ambientale dei capoluoghi di provincia Emiliano-Romagnoli, ma con qualche eccezione: sebbene il podio si confermi capeggiato da Reggio Emilia, Forlì e Rimini, Ravenna cede il testimone di fanalino di coda a Modena, già penultima nella scorsa edizione, che scende di tre posizioni nella classifica nazionale. In generale, sebbene si veda un complessivo miglioramento in percentuale per ogni città, 6 capoluoghi hanno perso posizioni sulla classifica nazionale.

Calando sul dettaglio dei 19 indicatori che compongono la classifica, i dati sulla qualità dell’aria non sono per niente rassicuranti: scarsa la qualità dell’aria a Cesena, Ferrara, Modena, Parma, Piacenza e Reggio-Emilia nel 2022 in relazione con le linee guida UE e OMS. Insufficienza invece per Bologna, Forli e Ravenna. Rimini unicamosca bianca dentro i parametri della sufficienza.

Inverso il quadro sui rifiuti, che vede 7 dei 9 capoluoghi con una soglia di raccolta differenziata oltre il 65%, con in testa Ferrara (87,6%), Reggio Emilia (81,9%) e Parma (81,9%). In fondo Bologna (62,6%) – dove ancora si attende l’applicazione della TARI – e Modena (61%).

Sul quadro della mobilità, l’Emilia-Romagna in generale è seconda per incidentalità stradale secondo i dati ISTAT 2020, con 11.692 incidenti, 223 morti e 15.096 feriti. In questo quadro, secondo i dati 2022 ACI/ISTAT Bologna registra un tasso di incidentalità del +10%. Per quanto riguarda la ciclo-pedonalità, Reggio-Emilia si classifica seconda in Italia con 40,46 m eq di piste/100 abitanti.

All’interno del report giunto alla trentesima edizione, quest’anno troviamo una serie di interviste dedicate ai sindaci protagonisti di esperienze virtuose in materia ambientale. Tra queste, troviamo la recente introduzione nel contesto urbano di Bologna della Città 30, l’esperienza di Piazza Roma a Modena e il progetto “Reggio Children” di Reggio-Emilia.

Nella classifica nazionale, rispetto al 2022 cambiano i piazzamenti ma non le protagoniste della top ten: al primo posto c’è Trento, seguita da Mantova e da Pordenone. L’indagine di Legambiente e Ambiente Italia premia il Nord-Est, con due città emiliano romagnole, Reggio Emilia e Forlì, che entrano nella top 10. Le grandi città restano lontane dal vertice. E se non ci sono modifiche sostanziali in relazione agli aspetti in via di miglioramento e a quelli che mostrano solitamente criticità, la nota positiva è costituita dal fatto che il valore medio delle performance delle 105 città esaminate è aumentato. E per una volta non in termini di zero virgola.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.