Cittadinanza onoraria a Cavanna “I giovani possono imparare che l’impegno paga”

“Sono molto felice e molto grato a Piacenza, alla sindaca, al consiglio comunale per un riconoscimento che non mi aspettavo, e lo dico senza retorica. Ognuno di noi cerca di fare il meglio che può nel proprio lavoro e ricevere una attestazione di stima così importante mi fa molto piacere da un lato, dall’altro mi fa capire che bisogna impegnarsi e cercare di fare il proprio meglio, per far capire anche ai più giovani che l’impegno paga: a volte si dà dieci e si porta a casa molto di più”. Sono le parole del professor Luigi Cavanna che nel pomeriggio del 16 ottobre con una cerimonia a Palazzo Gotico ha ricevuto dalle mani del sindaco Katia Tarasconi la cittadinanza onoraria di Piacenza, presente anche l’assessore regionale alla sanità Raffaele Donini. Un riconoscimento per l’umanità e la competenza dimostrata in tutta la sua carriera professionale come oncologo, e l’abnegazione e il coraggio avuti durante la pandemia, con l’esperienza delle Usca raccontata anche dalla stampa internazionale. La proposta, presentata in consiglio comunale a Piacenza, era stata approvata all’unanimità nello scorso giugno. Presente, a palazzo Gotico, l’intero consiglio comunale, tanti medici e professionisti della sanità.

cittadinanza Cavanna

L’ex direttore del Dipartimento di Onco Ematologia dell’azienda sanitaria, oggi in pensione ma ancora dedito alla cura dei pazienti, ha ricordato nel suo discorso il lavoro svolto durante il covid con l’ex sindaco Patrizia Barbieri, così come ha riportato un aneddoto della sua vita da giovane studente del Respighi, citando il preside – allora professore di italiano e latino – Alberto Gromi, prima di dedicarsi alla medicina all’università di Pavia. Una passione per la scienza che si è presto dovuta misurare, in reparto, con il carico di dolore della malattia. “Dedico questo riconoscimento a tante persone, a tanti malati, ai loro parenti, alla mia famiglia, ai miei colleghi, vorrei dedicarlo a tutte le persone che mi hanno aiutato nel corso degli anni e sono state di insegnamento per me, segnatamente i malati, da loro ho imparato tantissimo”. “Nella mia carriera un momento da rimarcare – ha proseguito – è stato quando abbiamo introdotto per la prima volta a Piacenza il trapianto di midollo e di cellule staminali, eravamo un gruppo di medici e infermieri molto motivati, il dottor Vallisa, il dottor Civardi, la dottoressa Bertè, poi tutti diventati primari, e il dottor Sbolli: abbiamo fatto una campagna per i fondi per l’acquisto di una camera sterile, insieme al volontariato e nel ’99 è partito il primo trapianto. La ricordo davvero come una tappa molto importante nel percorso di innovazione della nostra realtà sanitaria”.

“Mi manca il lavoro ospedaliero fino a un certo punto, – ha affermato – ho iniziato a lavorare in un reparto della Casa di Cura Piacenza con quaranta letti di medicina, convenzionato, e alla fine ho un rapporto ancora molto stretto con l’azienda sanitaria e con l’ospedale, c’è un continuum”. E infine una riflessione sulla guerra che sta sconvolgendo diverse aree del pianeta: “Cito un articolo molto importante uscito una ventina di giorni fa su una rivista come il New England Journal of Medicine, in cui c’è scritto che i sanitari in tutto il mondo devono lavorare per fermare le guerre: se tutti i sanitari che curano tutti i potenti come Putin, Musk, Xi, facessero un passo in avanti e dicessero “noi curiamo la gente e voi cercate di ucciderli” sarebbe qualcosa di dirompente. Tutti coloro che curano le persone malate, i medici potrebbero agire e fare qualcosa, i sanitari che sono abituati a vedere la sofferenza e la morte tutti i giorni potrebbero fare qualcosa per per evitarle”.

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Nel suo intervento il sindaco Tarasconi ha sottolineato: “E’ un riconoscimento dovuto, deciso all’unanimità dal consiglio comunale per il valore di Luigi Cavanna nella storia della nostra città e, soprattutto, quando si è trattato di affrontare il covid; non a caso qui con noi c’è anche l’assessore regionale Raffaele Donini“. Donini che ha rimarcato: “E’ importante che una città tutta si stringa attorno a una persona che ha saputo dare tanto, in termini di professionalità e umanità, anche nel periodo del covid. Piacenza ha da sempre una azienda sanitaria innovativa, che ha saputo mettere a punto pratiche poi adottate anche in altri territori. L’esperienza delle Usca ha messo insieme innovazione, organizzazione e umanità, è il punto più alto che possa raggiungere la sanità. Penso sia anche la soddisfazione più grande del professor Cavanna, quello che si portava a casa è stato lo sguardo di fiducia dei pazienti al suo arrivo, in un momento in cui si sentivano la terra mancare sotto ai piedi”.

Per la direttrice dell’Ausl di Piacenza Paola Bardasi “la sua capacità di insegnare, al di là dello spessore umano e il suo ruolo durante covid, è un elemento importante, prospettico. L’importanza della ricerca, di cui si fa tramite per guardare avanti. Lo sviluppo della ricerca aiuta a curare a meglio, come diceva il professore Veronesi. Ed è grazie all’impegno del professor Cavanna che continueremo a fare passi in avanti, a beneficio della comunità tutta”. Anche Luca Baldino, direttore generale del settore Cura della persona e Welfare della Regione Emilia Romagna, fino a poco più di un anno fa ai vertici dell’Ausl di Piacenza, ha preso parte alla cerimonia.

 

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