“Dobbiamo risvegliare l’umanità in noi” La voce di Aicha contro la guerra in Palestina

“Sono andata alla manifestazione di domenica per un motivo molto semplice, perchè dobbiamo risvegliare l’umanità che ci è rimasta dentro. Questa guerra tra israeliani e palestinesi non è scoppiata dopo l’attacco di Hamas, va avanti dal 1948 come sta scritto nei libri di storia, e vedere dopo tanti anni, oggi nel 2023, ancora tanti morti da una parte e dall’altra e tutta questa disumanità è qualcosa di assolutamente inaccettabile”. A parlare è Aicha Chenoui, giovane musulmana italiana di 25 anni di origine marocchina. Aicha è infatti nata a Fiorenzuola e dopo la laurea in Economia all’Università Bocconi di Milano, è tornata a Caorso dove vive e lavora per una multinazionale come consulente aziendale.

Aicha Chenoui
Aicha Chenoui

Domenica 15 ottobre ha parlato alle centinaia di persone che si sono raccolte in piazza S. Antonino perchè poco più di un mese fa è stata in Cisgiordania e a Gerusalemme e ha visto coi suoi occhi quanto sia ardua la convivenza di due popoli sulla stessa terra senza pace da 75 anni. “Da quel lontano ’48 con la prima nabka, ovvero il primo esodo dei palestinesi, – ha ricordato – ad oggi troppo sangue è stato versato, ma il conflitto nasce da lì. L’assedio israeliano al popolo palestinese purtroppo nasce ben prima della risposta all’attacco di Hamas”.

“Ho potuto constatare di persona il clima che si vive in quel paese, – spiega – e quanto sia difficile per i palestinesi vivere nei territori che secondo gli accordi di Oslo sarebbero sotto il controllo dell’Autorità Nazionale Palestinese, in Cisgiordania. Invece anche lì l’esercito di Israele presidia ovunque e impone la colonizzazione forzata. Sono stata a Hebron, dove le case di israeliani e palestinesi si distinguono a prima vista, le prime – sebbene illegali secondo le regole del diritto internazionale – sono moderne e ben costruite, le seconde sono vecchie e semidistrutte. Per arrivare abbiamo dovuto passare tre check point dell’esercito e abbiamo incrociato militari ovunque”.

Aicha Chenoui
A Gerusalemme alla moschea

“Ma anche la prima accoglienza, – prosegue Aicha – quando siamo atterrati all’aeroporto di Tel Aviv non è stata incoraggiante, con una situazione decisamente tesa. Ero con una comitiva di giovani partita da Milano per compiere un pellegrinaggio spirituale, prima a Gerusalemme e poi in Arabia Saudita, ma appena entrati nello scalo ci hanno trattenuto per sei ore prima di rilasciare i nostri passaporti, dopo una serie di controlli prolungati. Un trattamento riservato evidentemente ai cittadini arabi. Fortunatamente alla fine ci hanno lasciato entrare e con la guida siamo riusciti a recuperare le tappe che erano programmate”. “Il nostro viaggio – continua – ha previsto alcune visite nei dintorni di Gerusalemme, successivamente a Petra in Giordania e poi a Medina e La Mecca per il ‘piccolo’ pellegrinaggio sacro per la religione islamica. Ma accedere alla moschea sacra di Al Quds a Gerusalemme non è stato semplice: anche in questo caso abbiamo trovato soldati ovunque in un un’atmosfera di tensione, quando ci siamo recati per la preghiera del venerdì abbiamo dovuto attraversare diversi check point. Non sono le condizioni ideali per pregare”.

“Credo che stiamo vivendo tutti in un momento difficilissimo, – conclude Aicha – purtroppo ora servirà molto tempo prima che si possa tornare a parlare di una soluzione politica per il Medio Oriente, ma la prima cosa da fare già da ora è quella di fermare i bombardamenti a Gaza. La striscia è una prigione a cielo aperto con oltre due milioni di persone che ci vivono, serve questo primo passo per interrompere la violenza di tutti. Spero che prevalga il buon senso per fermare la guerra e occorre che Stati Uniti ed Europa si muovano per raffreddare il conflitto e salvare più vite possibile. Non possiamo dimenticare che tutti i morti hanno peso uguale, che non c’è una vittima che vale meno di un’altra. E qualsiasi vita perduta è un fallimento per l’umanità”.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.