A Piacenza 80mila pensionati, gli anziani sono il doppio dei bambini: il report dell’Inps

In 39 province italiane i pensionati hanno superato i lavoratori. Soprattutto al sud Italia, complice il rapido invecchiamento della popolazione, l’emigrazione dei giovani e la disoccupazione, la situazione è particolarmente critica. Nella città metropolitana di Reggio Calabria, il territorio con più squilibrio sotto questo aspetto, per ogni 100 pensionati ci sono solo 67 lavoratori attivi. Piacenza, almeno per il momento, si salva. A rassicurarci è l’Inps provinciale, che nella mattinata di martedì 21 novembre ha presentato il suo rendiconto sociale 2022 nella sala consiliare della Provincia. A Piacenza il numero di lavoratori – 107mila 141 – è ancora più alto di quello dei pensionati, che sono 79.440 (più donne che uomini), ma l’andamento demografico – che annuncia un aumento costante dell’età media della popolazione – non promette certo miglioramenti. Nella nostra provincia gli anziani sono il doppio dei bambini. Al primo gennaio 2023 il 62,5% della popolazione ha un’età compresa fra i 15 e i 64 anni, il 25,2% ha più di 65 anni e il 12,3% ha tra zero e 14 anni.

I PENSIONATI A PIACENZA – A Piacenza e provincia i pensionati sono in totale 79mila 440 nell’anno 2022, di cui 41.929 donne (52,8%) e 37.511 uomini (47,2%). Nella nostra provincia rispetto all’Italia l’importo medio delle pensioni vigenti è più alto per gli uomini (2.089 euro mensili a Piacenza, 2.019 euro il dato nazionale) ma leggermente più basso per le donne (1.307 euro contro 1.310 euro in media nazionale). Le pensioni femminili a Piacenza sono però più alte di 30 euro rispetto alla media regionale.

rendiconto sociale inps Pierluigi Caminati

ECONOMIA E LAVORO – Nel 2022 il Pil della Provincia di Piacenza è salito del del 3,9%, portandosi a 9,6 miliardi di euro. Il tasso di occupazione provinciale 15-74 anni è del 59,5%, calato dell’1,5% rispetto al 2019 (quello regionale è 60,6%), quello di disoccupazione è del 6,5% (regionale 5%, Italia 8,2%). A Piacenza e provincia nel 2022 c’erano 29mila 48 imprese attive, di cui 8.133 (28%) nel terziario (immobiliare, trasporto, attività professionali, finanze, assicurazioni), 6.244 (21,49%) nel commercio, 4.882 (16,81%) nelle costruzioni, 4.667 (16,07%) in agricoltura, silvicoltura e pesca, 2.884 (9,93%) in attività manifatturiere, 2.238 (7,7%) in servizi di alloggio e ristorazione. Il totale dei lavoratori, fra dipendenti e indipendenti, era di 107mila 141. Di questi, 33.198 (33%) impiegati nel settore terziario, 27.617 (25,8%) in attività manifatturiere, 18.598 (17,4%) nel commercio, 13.757 (12,8%) nel trasporto e nella logistica, 8.570 (8%) nelle costruzioni, 5.401 (5%) in agricoltura, silvicoltura e pesca.

“Registriamo un superamento della situazione emergenziale pandemica – afferma il presidente del comitato Inps provinciale, Pierluigi Caminati – durante la quale l’Inps ha dato un sostanziale contributo soprattutto per i più deboli. Durante la pandemia l’Inps si è confermato l’ente più importante del Paese, si è sostituito allo Stato per l’erogazione dei bonus, avvalendosi dei rapporti franchi e corretti che ha con le parti sociali. Continueremo a collaborare con enti, associazioni, patronati per avvicinare l’utenza all’istituto. Il rendiconto sociale fa una fotografia di tutte le attività che Inps svolge sul territorio. È significativo il dato demografico che evidenzia un rapporto nascite-decessi sempre in negativo. Nel 2023 – anticipa – la provincia ha avuto un esito più positivo (sono aumentate le nascite, ndr) ma è aumentato anche il numero di pensionati. L’Inps cerca di riprendere dopo la pandemia, che ha tagliato i fili fra l’utenza e l’istituto, il collegamento e il contatto con tutti i nostri iscritti e associati. La situazione del servizio pubblico stenta ancora a riprendersi – dice Caminati – sicuramente non torneremo ai ritmi pre pandemia, è cambiato il modo di vivere. Il sistema che prevede di ricevere le persone per appuntamento facilita la tempistica, ma credo non piaccia molto agli utenti. Bisogna trovare una soluzione più facile per raggiungere gli uffici”.

rendiconto sociale inps Franco Albertini

A introdurre l’incontro il consigliere provinciale Franco Albertini, il viceprefetto Attilio Ubaldi e la sindaca di Piacenza Katia Tarasconi, poi gli interventi di Pierluigi Magnaschi e del direttore provinciale Inps Cosimo Abbattista. Collegata da remoto la dirigente Inps nazionale Maria Grazia Sampietro. A moderare Paolo Astorri. Ubaldi ha evidenziato il crollo delle nascite, notando come in dieci anni si siano ridotte di 500 unità nella nostra provincia. Tarasconi ha sottolineato la differenza fra la situazione e la visione di 125 anni fa, quando nacque l’Inps (nel 1898), e quella odierna. “L’Inps nasce per dare una via d’uscita a chi è fuori dall’età lavorativa, oggi bisogna pensare alle nuove generazioni. Ma non solo, io ho cinquant’anni e penso che in pensione non ci andrò mai. Non nascondiamo i problemi sotto al tappeto”, ha detto Katia Tarasconi.

rendiconto sociale inps

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