Cosa significa crescere con la paura di poter essere o conoscere la prossima Giulia Cecchettin

La morte di Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, lascia sgomenti per il carico di arcaica violenza che porta con sé. Inconcepibile morire nel 2023, a 22 anni, perché non si accetta un no. Inconcepibile uccidere nel 2023, a 22 anni, perché non si accetta un no. Davvero le relazioni tra ragazzi così giovani sono già così tossiche? Abbiamo rivolto questa domanda a una ragazza di poco più giovane di Giulia e Filippo, Mariella Albertelli, studentessa di 17 anni del liceo Gioia, in stage presso la nostra redazione. Ecco la sua riflessione. 

In Italia dall’inizio del 2023 sono state uccise 103 donne, di cui 53 per mano di un ex o di un partner. L’ultimo caso è quello di Giulia Cecchettin. La ragazza e l’ex fidanzato Filippo Turetta nella notte dell’11 novembre sono scomparsi. Un testimone aveva affermato di averli visti litigare dal balcone di casa verso le 23 e 15 e di aver chiamato il numero di emergenza a seguito delle richieste di aiuto della ragazza. I soccorsi però non sono arrivati in tempo perché ormai la ragazza era stata “convinta” a salire sulla macchina ed i due se n’erano andati. Il corpo di Giulia è stato ritrovato sabato 18 novembre, riportava ferite compatibili con almeno 20 coltellate ed era coperto da sacchi neri. La cosa sorprendente è che, non appena si è diffusa la notizia, tutti sapevano già quale sarebbe stato l’epilogo della vicenda.

La causa dei femminicidi sembra essere l’incapacità di gestire le proprie emozioni da parte di alcuni partner; mentre le soluzioni possibili si vanno a cercare sempre nel cambiamento dei comportamenti di una donna. Se prima però si trattava di un: “copriti e non uscire da sola la sera!”, ora l’avvertimento da dare per non rischiare che una ragazza venga aggredita è un’incognita. Sembra di non potersi più fidare di nessuno. Ma dato che ci troviamo in un’epoca ricolma di possibilità, perché non si può agire prima di arrivare al culmine se il problema è davvero la gestione delle emozioni? Il fatto è che alcuni comportamenti dei compagni, mariti, fidanzati vengono legittimati, addirittura talvolta ci si ride sopra e tu, donna, se li sottovaluti rischi di finire male e quindi “avresti dovuto chiedere aiuto prima”, mentre se li sopravvaluti “esageri” o addirittura “sei troppo paranoica”, perché “finché non ti tocca è solo geloso, è normale, ci tiene a te”. Non sai cosa aspettarti perché ormai non c’è più un’idea del limite reale da porre in questi casi, quindi la risposta è facile: non si interviene, non si chiede aiuto.

Procedendo su questa linea d’onda e portando il discorso ad un livello ancor più alto di quanto già non sia, il rischio è di trovarsi in situazioni in cui si ha paura di riferire un’opinione o di prendere una decisione riguardo ad una relazione perché si teme che la reazione sia eccessiva. Quindi la soluzione sarebbe: “devi avere tatto, non sai come potrebbe reagire”. Noi non siamo animali eppure in alcune situazioni pare vigere la legge del più forte e quindi “se non ti sottometti corri dei grandi rischi”. Alla fine quando si sentono notizie di femminicidi ciò che succede è che ci si arrabbia, poi si prende atto della situazione e si spera non succeda più, con la costante paura di poter essere o conoscere la prossima. Se ne parla ma non c’è un reale riscontro e ormai la sensazione è quella di non poter fare nulla per cambiare la situazione.

_Mariella Albertelli

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