Ho visto “C’è ancora domani”: ma quella mentalità sta tornando? La recensione

Luca Tinelli, della redazione del Civico 11, ci parla del film del momento, “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi. Ecco la sua recensione: 

Domenica 12 novembre sono andato al cinema a vedere il film italiano “C’è ancora domani”.
Il lungometraggio è stato premiato al Roma Film Festival ed è interpretato e diretto da Paola Cortellesi, al suo debutto come regista sul grande schermo.
La pellicola è ambientata nella Roma del secondo Dopoguerra (1946), e si assiste all’instaurazione del suffragio Universale per le donne. A quel tempo la mentalità comune imponeva il concetto di “Donna – Oggetto”, cioè le donne venivano concepite nella mente degli uomini (mariti, fidanzati, etc.), come oggetto di proprietà e non come esseri umani con un proprio pensiero e propri ideali. Anzi, se esprimevano la propria opinione diversa da quella del marito o semplicemente si dimenticavano di pulire casa o fare le commissioni, dovevano essere educate e messe al loro posto con le maniere forti, così per farle capire che lei deve servire l’uomo e la propria famiglia.
Il film mi è piaciuto perché ti lascia qualcosa su cui riflettere, infonde speranza e ti insegna a portare avanti le proprie idee.
Per me è impensabile che al giorno d’oggi, in certe parti del mondo e zone d’Italia, la mentalità sia ancora “chiusa” come quella del 1946 , che la donna viene considerata come serva dell’uomo.
Gli avvenimenti recenti di femminicidi (103 da inizio anno), mi fanno capire che quella mentalità sta tornando ed è sempre più forte. L’evoluzione dalla specie comincia dal modo di pensare.

Luca Tinelli