“Lorenzino don Milani”, in Fondazione il docufilm sul prete di Barbiana

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La proiezione del docufilm “Lorenzino don Milani”, a cura di Alberto Melloni, Fabio Nardelli e Federico Ruozzi, sarà l’oggetto della prima delle tre serate con cui l’Associazione Cittàcomune intende ricordare la figura e l’opera di don Lorenzo Milani (1923-1967), nel centenario della nascita. La serata, presentata da Gianni D’Amo, si svolgerà all’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano giovedì 9 novembre alle ore 21. Il ciclo “Don Lorenzo Milani testimone di verità” proseguirà giovedì 16 novembre con l’incontro “Ragazzi di Barbiana di ieri e di oggi”. Ospite lo scrittore Eraldo Affinati, autore nel 2017 del libro “L’uomo del futuro. Sulle strade di don Lorenzo Milani”. L’ultimo incontro, che si svolgerà giovedì 23 novembre, avrà come titolo “Sotto la lente del Vangelo”. Si discuterà sul tema “Chiesa e scuola, società e politica: valori e scelte di don Milani” con Luigi Boledi, Fabio Milana e Marco Tanzi. Tutti gli incontri si terranno all’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano con inizio alle ore 21.

NOTA BIOGRAFICA – Lorenzo Milani nasce a Firenze nel 1923 in una agiata e colta famiglia borghese. Nel 1930 la famiglia si trasferisce a Milano. Consegue la maturità classica e nel ’41 si dedica alla pittura iscrivendosi all’Accademia di Brera. Tornato a Firenze, avviene l’incontro con don Raffaele Bensi, che sarà suo direttore spirituale per tutta la vita. A fine ’43 sceglie di entrare in Seminario. Ordinato prete nell’estate 1947, è inviato a San Donato di Calenzano (Firenze), dove fonda una scuola serale per giovani operai e contadini. A fine ’54 è “trasferito” come priore a Barbiana, piccolissima parrocchia di montagna. Anche qui allestisce in canonica una scuola popolare: inizia il doposcuola per i ragazzi delle elementari statali e poi una scuola di avviamento industriale. Nel ’58 dà alle stampe Esperienze pastorali, ma a fine anno il libro viene ritirato per disposizione del Sant’Uffizio, in quanto “inopportuno”. Nel febbraio ’65 scrive una lettera aperta in difesa della obiezione di coscienza al servizio militare: incriminato per apologia di reato, invia ai giudici di Roma una autodifesa scritta (cfr. L’obbedienza non è più una virtù). Nel 66 scrive coi ragazzi di Barbiana Lettera a una professoressa (edito l’anno dopo), che avrà subito uno straordinario successo, divenendo di fatto uno dei “manifesti” del Sessantotto italiano e aprendo un dibattito sul diritto degli ultimi alla parola, la cui eco ancora non è spenta. Da anni ammalato di linfogranuloma, don Lorenzo muore a Firenze il 26 giugno 1967 a 44 anni.

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