Comprare casa, prezzi in aumento in Emilia ma non a Piacenza: è la provincia più economica

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Piacenza (1.218 euro/m2) è la provincia emiliana con i prezzi delle case più convenienti. E’ quanto afferma l’ultimo indice dei prezzi delle case usate elaborato dal portale immobiliare Idealista, secondo cui comprare casa in regione costa di media 1.834 euro al metro quadro, con una variazione dell’1,7%. Come spiega il report, il mercato immobiliare dell’Emilia-Romagna registra una chiusura di anno positiva (+3,7%): l’andamento è positivo in tutte le province della regione, fatta eccezione per Piacenza, in calo dell’1,9% rispetto al 2022. Forti aumenti a Parma (7%) e Ravenna (6%). Gli altri incrementi provinciali vanno dal 3,9% di Ferrara allo 0,5% di Reggio Emilia. Sul versante dei prezzi, Rimini (2.635 euro/m2) è la provincia più cara, seguita da Bologna (2.410 euro/m2) e Ravenna (2.103 euro/m2), tutte sopra i 2.000 euro al metro quadro.

Capoluoghi – Tutti i mercati cittadini dell’Emilia-Romagna fanno registrare aumenti ad eccezione di Modena (-0,2%) e Piacenza (-1,3%) che chiudono negativamente il 2023. Sul fronte degli aumenti, Ferrara (8,1%), Ravenna (7,2%), Bologna (5,3%) e Parma (5,2%) sono le città dove i prezzi delle case sono incrementati maggiormente nel corso dell’anno. Rialzi anche negli altri centri compresi in una forbice che va dal 4,8% di Rimini a scendere fino allo 0,4% di Reggio Emilia. Bologna (3.480 euro/m2) è il capoluogo con i valori immobiliari più elevati della regione. La seguono Rimini (2.773 euro/m2) e Parma (2.265 euro/m2). Mentre, all’opposto, Ferrara con i suoi 1.455 euro al metro quadro è la città emiliana più economica per l’acquisto di un’abitazione.

Secondo Vincenzo De Tommaso, Responsabile dell’Ufficio Studi di idealista, “il mercato immobiliare nel corso del 2023 è stato notevolmente influenzato da una “tempesta perfetta” rappresentata dall’incremento dei tassi ipotecari e dalla persistente carenza di immobili. Tale congiuntura ha reso l’acquisto di una casa fuori portata per molte persone, in particolare per gli acquirenti di prima casa, determinando un rallentamento della domanda dopo un biennio di notevole attività, possibilmente stimolato dalla previsione di un aumento dei tassi e dalla prepotente crescita dei canoni di locazione”.

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