“Così ho trasformato la mia passione per il vintage in un lavoro”

Celestina Vintage è un piccolo negozio che si trova in via Cittadella, 26 a Piacenza. Il negozio è ben curato e accogliente e, curiosando tra gli stand, si possono trovare capi vintage e sartoriali unici, ma anche capi semplici di qualità. Abbiamo incontrato Roberta, la titolare del negozio: gentile, attenta al cliente e molto preparata sul mondo dell’abbigliamento vintage. Una passione che, nell’arco di 10 anni, è diventata un lavoro.

celestina vintage

Parlaci un po’ di te
“Mi chiamo Roberta Sammataro, ho 33 anni e il mio negozio nasce come negozio vintage, poi integrato con alcune collezioni diverse: una linea sartoriale, una linea di maglieria realizzata su mie idee in collaborazione con un maglificio italiano, per la stagione invernale, e una linea che facciamo fare in India soprattutto in estate con abiti più leggeri.”

Come e quando è nata la tua passione per il vintage? Quando e perché hai deciso che avresti voluto fare questo lavoro?
“Allora…il vintage mi è sempre piaciuto come stile proprio. È diventato un mestiere da 7 anni perché, mentre studiavo una decina di anni fa, ho cominciato a vendere on line su Depop. Su Depop vendevamo un po’ noi appassionati e compravamo noi appassionati. Poi ho cominciato a fare i mercatini e, dopo la laurea, due ragazzi di Piacenza mi hanno proposto di aiutarmi a livello finanziario ad aprire il negozio. Con loro due come soci, la passione per il vintage è diventata un lavoro vero e proprio. Tra il 2019 e il 2020 ho ricomprato le loro quote, perché volevo che questo fosse davvero il mio progetto. Da 2 anni ho assunto mia sorella Cristina e ci alterniamo nel lavoro in negozio, mentre io mi occupo della gestione dei social, scatto le foto dei nuovi arrivi e aggiorno il nostro sito. Dopo il covid ci siamo tutti più impigriti, quindi vendo più attraverso il sito che direttamente in negozio: c’è chi effettua l’acquisto on line, poi viene fisicamente a ritirarlo qui da noi. Certo, acquistare in un negozio è diverso che farlo su una bancarella, perché un’attività del genere ha costi fissi in più. Deve pagare le tasse, la commessa, le bollette, il commercialista… Ma quello che secondo me viene apprezzato è che sai che quando entri in un negozio fisico avrai un trattamento diverso: i capi sono puliti e pronti per la vendita e c’è chi ti può consigliare nell’acquisto”.

celestina vintage

Perché il nome Celestina?
“Quello è il nome di mia nonna, Celestina. Anni fa avevo aperto una pagina su Facebook e questo nome mi sembrava giusto, sia perché è un nome carino e un po’ vintage, sia perché avevo iniziato a vendere con le cose di mia nonna, ma anche perché lei nel ‘59 aveva aperto a Milano un negozio di abbigliamento con lo stesso nome, che adesso gestisce mia mamma, quindi la mia voleva essere la parte vintage di quello che già la mia famiglia fa”.

Come avviene la tua ricerca del vintage: vai alla ricerca di capi specifici oppure ti concentri su ciò che attira la tua attenzione?
“Uno e l’altro. Faccio sempre una lista delle cose che mi servono, sia quando compro dai grossisti che da privati. Come stile per me è sempre un po’ difficile spiegare quello che faccio, così come delegare la parte degli acquisti: tutto quello che vedi qui sono cose che personalmente ho scelto e segue proprio il mio gusto.”

È difficile trovare capi vintage di buona fattura? Capita di non trovarne?
“Ci sono periodi e periodi…mi è capitato qualche volta di trovare capi vintage nuovi, etichettati, da archivi di negozi o fondi di magazzino e quelli sono i “top” perché non sono mai stati indossati; ci sono capi per cui la gente va in fissa che sono molto di moda, di tendenza anche tra chi non è appassionato di vintage.”

celestina vintage

Chi è la tua cliente tipo?
“Sono io: trent’anni, appassionata di vintage po’ per questioni di sostenibilità ambientale, ma anche perché piace lo stile. Dico 30 e non 20 perché, ad esempio, io a vent’anni non avevo i soldi per comprare in un negozio come il mio, andavo nel fast-fashion più economico perché stavo studiando e al massimo facevo la babysitter. Non avevo soldi per spendere anche solo 70 euro per un jeans o, ad esempio, 100 euro per un cappotto, quindi compravo cose di minore qualità che costassero meno; a trent’anni abbiamo un pochino di soldi in più in tasca e quindi è più facile soddisfare il proprio gusto. Quindi la mia cliente tipo è una trentenne, come fascia d’età ma anche come stile: persone che magari non comprerebbero neanche nel fast-fashion, perché non è nemmeno il loro genere.”

Qual è la tipologia di capi che vendi di più? Quali sono i più richiesti?
“In inverno maglieria, maglioni di tutti i tipi; in estate top, toppettini, magliettine. Vendo soprattutto abbigliamento, sono proprio più brava a proporre l’abbigliamento e quindi ne vendo di più. Nel vintage è molto interessante comprare i capispalla quindi, per dire, i cappotti li vendo molto bene perché riesci a trovare un cappotto di qualità e pagarlo molto meno.”

celestina vintage

Hai un’icona di stile o comunque un marchio che ti piace particolarmente e a cui ti ispiri?
“Dipende dai periodi: due anni fa ero appassionata di anni ‘70, adesso ho più un look da inizio anni ‘80/fine anni ‘90. Non ho in mente un esempio specifico, ma direi look di attrici e altre icone anni ‘90; è un po’ sempre un’evoluzione, quindi tra qualche anno probabilmente avrò cambiato idea.”

Quali sono i capi che tutti dovrebbero avere nel loro armadio e qual è secondo te il più versatile di tutti?
“Per l’inverno con una maglia in pura lana, un blazer in fresco lana (che usi in estate per uscire e in inverno da mettere sotto al cappotto), senza dubbio un bel cappottone lungo che tiene caldo, un pantalone con le pence (per mio gusto personale a vita alta) e sei a posto. Per l’estate invece gonnellina a portafoglio di una lunghezza media e una camicetta di seta carina.”

Quali sono i consigli che daresti per rendere speciale un outfit semplice? Gli accessori sono importanti?
“Sicuramente gli accessori sono importanti. Secondo me è importante trovare la cosa con cui ti senti te stessa. Poi fa tanta differenza la cintura, se l’aggiungi sembra che ti sia presa un po’ più di tempo per scegliere come vestirti.”

celestina vintage

Oltre al vintage nel tuo catalogo sono presenti capi handmade e di ispirazione indiana. Perché questa scelta?
“Il sartoriale l’ho scelto per due motivi: perché siamo purtroppo in una città non prontissima alle cose usate, quindi mi serve per coprire tutta quella fetta di persone che non acquisterebbero abiti usati; il secondo motivo è che quando ho aperto il negozio ho chiesto ad un’amica, Chiara, che ha una sua collezione sartoriale e al tempo faceva i mercatini come me, se era disponibile a riprendere questa nostra collaborazione. Sono sette anni che i suoi capi sono in negozio: sono orgogliosa di proporli, anche perché mi piacciono. In più c’è anche una mia piccola linea sartoriale con principalmente capi passe-partout: ho delle idee, vado a comprare dei tessuti e la mia sarta li realizza. Mentre la linea indiana è davvero fatta in India, grazie a una persona conosciuta facendo i mercatini. Una volta mi ha proposto di vendere un paio di sue cose, che sono andate a ruba. Quindi, quando va in India – un paio di volte all’anno – mi fa scegliere i tessuti, decidiamo insieme i modelli e li fa produrre direttamente sul posto, in fabbriche in possesso di una certificazione in modo da essere sicure che i lavoratori vengano trattati bene”.

Hai qualche consiglio su cosa regalare e su cosa indossare il giorno di Natale?
“Per il pranzo con la mia famiglia indosserò il completo che ho realizzato in lana e cashmere, con gonna plissé e maglione abbinato, una cosa d’effetto ma anche comoda; per la cena con le amiche un po’ di “luccichio” serve sempre, propongo sempre abiti sartoriali magari da abbinare con un collant coprente e stivaletto. In occasione del Natale preparo sempre una lista di proposte per i clienti a seconda del budget, a partire dai 10 fino ai 100 euro. Raramente propongo il vintage come regalo – il vintage devi un po’ scegliertelo -, per questo propongo più la maglieria nuova o le camicette sartoriali, piuttosto che una sciarpa o un cappello”.

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