“Gender gap” marcato a Piacenza: una donna guadagna il 31,8% in meno di un uomo

Il divario retributivo di genere è forte anche a Piacenza. Nella nostra provincia le donne mediamente guadagnano circa il 32% in meno rispetto agli uomini, una percentuale molto alta se si pensa che il gender gap nazionale – come rileva Eurostat – è del 5%. Numeri da prendere con le pinze perché, a livello provinciale, il dato non tiene conto della differenza di settore, tipo di contratto e ore lavorate. Nel 2022 a Piacenza il valore retributivo medio a Piacenza per un lavoratore dipendente è stato di 23mila 418 euro, più basso del 4,8% rispetto alla media regionale. Per gli uomini (pro capite) la media è di circa 27mila euro, per le donne 18mila 400 euro, il 31,83% in meno.

Mattia Motta e Ivo Bussacchini
Mattia Motta e Ivo Bussacchini

Dopo tre anni di staticità, però, – la buona notizia – la retribuzione generale è cresciuta del 4,5% a Piacenza (+3,5% in Emilia Romagna): l’aumento è dovuto più alle giornate lavorative pagate (+3,5%) che non all’aumento della retribuzione giornaliera (+0,9%). I dati provinciali emergono dal 14esimo “Osservatorio Economia e Lavoro in provincia di Piacenza” a cura dei ricercatori di Ires Emilia Romagna, presentato pubblicamente nella mattinata di lunedì 11 dicembre in diretta streaming da Giuliano Guietti e Davide Dazzi, presidente e ricercatore di Ires Emilia-Romagna, insieme al segretario della Cgil di Piacenza Ivo Bussacchini e al giornalista Mattia Motta, collegati dalla Camera del Lavoro di Piacenza.

DIFFERENZE DI STIPENDIO – L’osservatorio pone pari a 100 la retribuzione media per meglio evidenziare i differenziali. Un uomo in media guadagna 115,3 (il 15,3% in più della media), una donna 78,6 (il 21,4% in meno della media). Un contratto di lavoro part time “frutta” uno stipendio di poco superiore alla metà (55,4) del valore medio. Sopra la media i contratti a tempo indeterminato (118,2), ben sotto quelli a tempo determinato (46). Un operaio ha uno stipendio medio pari all’83% della media, la paga di un dirigente è sei volte la media (612%). Differenze anche per quanto riguarda l’età dei lavoratori: un under 35 guadagna in media il 72,8% dello stipendio medio, un lavoratore fra i 55 e i 64 anni il 123%. Infine, il settore di occupazione: l’industria “frutta” il 34,5% in più della media, commercio e logistica di poco sopra la media (3%). Più bassi i servizi alle imprese (62%), sanità e assistenza sociale (74%) e turismo (39%). In media la retribuzione dei lavoratori dipendenti stranieri è il -25,4% in meno della retribuzione media provinciale.

Giuliano Guietti
Giuliano Guietti presenta i dati dell’osservatorio

COM’È COMPOSTO IL REDDITO – L’83,4% del reddito complessivo provinciale deriva dal lavoro dipendente (53,9%) e da pensioni (29,6%). Nel 2022, il 22% dei contribuenti dichiara meno di 10 mila euro di reddito complessivo nell’anno mentre il 3,1% ne dichiara più di 75 mila euro. A Piacenza coloro con un reddito complessivo annuo sotto i 15 mila euro rappresentino il 33,9% dei contribuenti ma il 10,2% del reddito complessivo dichiarato mentre chi ha un reddito superiore ai 75 mila rappresenti il 3,1% dei contribuenti ma il 17,1% del reddito complessivo provinciale.

SCARICA L’OSSERVATORIO ECONOMIA E LAVORO

“Per noi rappresenta un momento di analisi e confronto imprescindibile per interpretare le mutazioni del contesto economico e sociale provinciale – spiega Ivo Bussacchini, segretario generale Cgil Piacenza -. Ci sono alcune luci e purtroppo molte ombre nel 14esimo rapporto Ires: in primis sul piano delle retribuzioni, con Piacenza sotto di 5 punti rispetto alla media regionale degli stipendi, e con le donne che hanno retribuzioni di un terzo più “leggere” rispetto ai colleghi: una situazione insostenibile che deve interrogare tutti, mondo del lavoro e istituzioni”.

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