“Gilda & gli sfigatti” da calendario per aiutare i mici in difficoltà

Un calendario per aiutare i mici in difficoltà, veri e propri ‘sfigatti’. Con tanta ironia e ancor di più buona volontà, Valentina – una ‘gattara’, come si definisce lei – ha creato una pagina Facebook per riuscire a trovare casa a quattrozampe abbandonati o recuperati da situazioni difficili. Il nome scelto, “Gilda & gli sfigatti”, non è passato inosservato e alcune delle tante storie di adozione a lieto fine sono state raccolte in un calendario a finalità benefica, per sostenere le tante spese che questo tipo di attività comporta.

I calendari sono disponibili – dietro offerta – da Animalandia Piacenza, Animalandia San Nicolò e Pianeta natura a Roveleto di Cadeo, “pet shop a cui sono grata perché ci aiutano sempre a raccogliere cibo per i nostri gatti, ospitando bidoni raccolta” spiega Valentina. Oppure è possibile richiederli contattando direttamente la pagina Facebook.

Com’è nata l’idea di fare un calendario e come avete scelto le storie da raccontare?
“Due ragazze che hanno adottato gatti da me – racconta Valentina – si sono messe d’accordo per farmi questa sorpresa. Senza dirmi nulla hanno scelto le storie, le foto, hanno impaginato, scelto la grafica, il font, tutto quanto. Mi hanno fatto vedere la prima bozza da correggere, perché non conoscevano perfettamente tutti i particolari delle storie da raccontare. Il calendario nasce così, e mi hanno fatto questo regalo meraviglioso”

Il nome del vostro gruppo è curioso, come nasce?

“Nasce dalla prima colonia che ho sterilizzato nel 2015 che era abbastanza numerosa e la matriarca era una gattona rossa che noi abbiamo chiamato Gilda. Quando si è trattato di creare una nostra pagina Facebook per promuovere le adozioni, abbiamo scelto di darle un nome particolare perché tra le mille pagine di animali già presenti volevamo che avesse un significato. Quindi Gilda, come la capostipite della prima colonia sterilizzata, mentre gli sfigatti tutti gli altri. A realizzare il logo era stato mio figlio perché ai tempi studiava al liceo artistico, quindi anche questo ha un significato particolare per me”.

Tra tante associazioni che si occupano di adozioni, la vostra è una realtà particolare

“Non siamo in tante, nel senso che: io parlo al plurale come il mago Otelma, ma a tutti gli effetti “Gilda e gli sfigatti” sono io. La persona, con cui ho collaborato dall’apertura della pagina nel 2016
a 4 anni fa, non riusciva più a stare dietro a tutto perché era troppo pesante sia dal lato pratico che dal lato emotivo (e in effetti è pesante) e quindi sono andata avanti da sola. Non sono un’associazione, perché “Gilda e gli sfigatti” è soltanto una pagina, però ho la fortuna di avere amiche volontarie che mi aiutano, piuttosto che associazioni di Piacenza con cui collaboro ed ho collaborato volentieri, da “Angeli randagi” “Impronte feline”, “Liberi insieme”, “I Mici di Micio Bau”, “Pelosi coraggiosi”; perché trovo che sia bello quando si riesce a collaborare e a fare le cose insieme, indipendentemente dalle simpatie personali perché nella vita personale abbiamo amici e nel volontariato queste cose non si dovrebbero guardare. Quindi, alla fine attualmente sono io con Annalisa, che è una ragazza che abita qui a Fiorenzuola dove abito io, insieme ci stiamo adoperando ed è da un paio d’anni che lei c’è praticamente sempre al mio fianco. Con Samuela, un’altra ragazza con cui collaboro spesso, abbiamo sterilizzato colonie in montagna, una a Rompeggio (con l’aiuto economico di Angeli Randagi), colonia di 24 gatti (quando nessuno voleva andare fin lassù) e 3 anni fa una colonia a Tollara (con l’aiuto di Liberinsieme) ed erano tutte colonie numerose.

Immagino che vi affezioniate spesso ai gatti che passano. Per voi è difficile distaccarvi da loro? E per loro è difficile separarsi dal vostro ambiente?

“Inizialmente non avevo mai fatto stalli casalinghi, poi mi sono trovata nella condizione di doverlo fare e mi sono resa veramente conto di quanto sia difficile: li devi tenere separati dai tuoi, se hai altri gatti, se hanno problemi di intestino, giardia o coccidi, c’è da tener pulito, i piccolini sono vivacissimi quindi avere una cucciolata in casa è come avere uno tsunami. Quindi è molto pesante sia fisicamente (perché c’è da fare), che psicologicamente ed emotivamente perché quando se ne vanno, soprattutto le prime volte, è stata abbastanza tragica, perché è come se dessimo in adozione uno dei nostri gatti alla fine. Quindi è molto, molto difficile; però si cerca sempre di trovare delle famiglie adeguate e che gli vogliano bene come gliene abbiamo voluto noi. Inizialmente soffriamo anche per loro, non soltanto per noi, perché abbiamo sempre paura che loro si stressino piuttosto che si sentano abbandonati da noi perché mettendoci nella loro testa magari si chiedono: “ma perché mi hai dato via?”. Quando l’inserimento non è poi immediato – si devono abituare agli odori, alle voci nuove, persone nuove, abitudini nuove – finché non sono completamente integrati, stiamo un po’ col fiato sospeso”.

La procedura per adottare un gatto quanto è lunga e in cosa consiste?
“Per quanto riguarda le modalità di affido dei gatti io in genere inizio con un colloquio telefonico,
perché mi piace parlare con le persone e cercare di spiegarci, il modulo compilato non mi dice niente e lo trovo freddo. Quindi: sento le persone telefonicamente, faccio una prima scrematura e poi ci conosciamo quando loro vengono a conoscere i gatti, perché io ritengo che scegliere un gatto dalla foto non sia sufficiente, io voglio che li vengano a conoscere perché molte volte mi è successo che venissero per un determinato gattino di una cucciolata e poi, una volta conosciuti, finissero per sceglierne un altro. Io lo chiamo “l’imprinting”, c’è sempre quello che ti colpisce di più, ma non dalla foto lo devi vedere dal vivo, credo. Quindi facciamo così: ci si conosce e, se la conoscenza va a buon fine e c’è la possibilità di adozione, i gatti li porto personalmente presso l’abitazione così vedo dove vanno ad abitare. Questo è il mio modus operandi”.

Come avete scritto in un post Facebook spesso le persone vogliono tutto e subito. Vi capita spesso che qualcuno si mostri interessato all’adozione di un gatto e una volta iniziata la pratica molli all’improvviso? Notate una specie di delusione nei gatti perché talvolta magari si sentono rifiutati?

“Riguardo al “tutto e subito” purtroppo sì: molti chiamano e pretendono di venirlo a prendere il giorno stesso o il giorno dopo. Magari sono appena stati recuperati e devono seguire tutto l’iter della profilassi perché a me piace, anche se non sono associazione, affidarli nelle migliori condizioni fisiche in primis per i gatti e in secondo luogo per le persone, a maggior ragione se hanno altri gatti in casa. Capita anche spesso che le persone chiamino chiedendo informazioni del gatto e magari cercando di mettersi d’accordo per venirlo a conoscere, dopo che io ho spiegato qual è l’iter di adozione, e poi all’ultimo minuto ti chiamino dicendo: “No guarda, io ho già trovato un altro gatto, non vengo” o addirittura non li senti più. Quindi insomma quella lì è un po’ mancanza di serietà, non è motivo di dispiacere anzi sono molto contenta quando succedono queste cose perché mi fa capire che non era l’adozione giusta. No, i gatti non hanno una sorta di delusione, siamo noi che rimaniamo deluse perché a noi dispiace per loro, perché comunque è vero che cerchiamo di dargli tutte le attenzioni, cerchiamo di tenerli in un ambiente stimolante con giochi, tiragraffi e presenza il più possibile, però lavorando e avendo una famiglia non riusciamo a essere sempre con loro.

Quali sono i motivi per cui la gente che vi contatta è spesso dubbiosa sull’adozione di un gatto? Cosa direste alle persone per convincerle?

“Le perplessità di chi chiama sono soprattutto: “si inserirà con il mio gatto di casa? Perché è molto territoriale, andranno d’accordo?”. Molti hanno paura dell’inserimento perché magari non hanno mai inserito un gatto, però ci sono persone che fortunatamente seguono i consigli, ci ascoltano (perché abbiamo più esperienza negli inserimenti) e va tutto bene. Molti hanno paura di vedere due gatti che si soffiano, che si danno qualche zampata, quindi si irrigidiscono subito e l’inserimento non va a buon fine perché rinunciano immediatamente. Per convincere le persone ad adottare io non saprei cosa dire, nel senso che io non cerco mai di convincerle ma lascio che una persona si convinca da sola perché forzare le cose delle volte non funziona.

Sul vostro profilo Facebook siete molto attive, avete avuto un riscontro positivo nel caricare post su Facebook? Vi contattano molte più persone che magari vi hanno conosciute da lì?

“La pagina è stata una sorpresa: ha tanto seguito e in questi sette anni è cresciuta tantissimo e le persone che la seguono si affezionano alle storie dei gatti. Vedo che si ricordano i loro nomi, si ricordano la loro storia, quando fanno il tifo per loro (specialmente per quelli un po’ più sfigatelli che non riescono a trovare l’adozione subito)”.

Alle famiglie che adottano gatti capita di rimanere in contatto con voi? Magari anche per chiedere consigli?

“Una delle richieste che faccio quando spiego le modalità di adozione è di rimanere in contatto nel tempo (specificando che non sono una stalker), nel senso che mi fa piacere ricevere una foto ogni tanto per vedere come stanno, come stanno crescendo, ecc… Devo dire che sono stata fortunata perché la maggior parte delle persone che hanno adottato (che sono tante perché in sette anni sono tante), chi più spesso, chi una volta all’anno per gli auguri di Natale, eccetera, mi mandano le foto dei gatti. Con alcuni siamo diventati anche amici virtuali, con altri ci siamo proprio conosciuti e sono stata invitata a casa a cena o per un aperitivo: nascono delle belle amicizie sia virtuali che reali e, quando poi mi mandano le foto dei gatti, io le posto sulla pagina con l’hashtag “saluti da casa” e quindi c’è una continuità diciamo, e vedo che la gente se li ricorda e ognuno fa il suo commento. È una cosa che mi inorgoglisce tanto e mi fa tanto piacere”.