“Regione argine al consumo di suolo” Ma non convincono le deroghe

Presentazione pubblica in Provincia di Piacenza per il nuovo Piano territoriale di area vasta (Ptav) che disegna lo sviluppo territoriale dei prossimi decenni: lo strumento urbanistico potrà essere sottoposto a osservazioni fino al 22 gennaio prossimo e per questo è stato illustrato alle categorie economiche, portatori di interesse, rappresentanti della società. L’aspetto delicato e più volte evocato durante il dibattito è stato quello del consumo di suolo fissato al 3 per cento del territorio già urbanizzato sulla base dalla legge urbanistica regionale: sotto accusa la possibilità dei singoli comuni di derogare a questa soglia, “scambiandosi” quote di edificabilità. Sulla “logistica spezzatino” e il rischio che nuovi insediamenti produttivi vengano realizzati senza valutare costi sociali e ambientali, la presidente Monica Patelli ha voluto rimarcare che il nuovo Ptav pone limiti: eventuali nuovi insediamenti per essere autorizzati dovranno avere precise caratteristiche, con la presenza di infrastrutture di collegamento adeguate e altre prescrizioni sulla loro sostenibilità, secondo una logica selettiva e di qualità.

Ospite dell’incontro nella sala del consiglio provinciale l’assessore regionale alla pianificazione territoriale Barbara Lori, che ha definito la scelta di Piacenza “significativa e coraggiosa”. “Questo è il primo Ptav in regione – ha affermato – dopo quello della città metropolitana di Bologna, avere scelto di definire la vostra chiave strategica è una posizione di avanguardia e di vantaggio, ancora di più se teniamo conto che a fine 2023 si conclude la fase transitoria della pianificazione urbanistica regionale. La legge urbanistica in vigore dal 2017 ci ha consegnato risultati significativi nei suoi primi 5 anni, in tema di consumo di suolo abbiamo visto che una parte significativa delle previsioni espansione della vecchia pianificazione oggi sono decadute, abbiamo circa 4mila ettari di piani che devono essere approvati e convenzionati entro quest’anno. Anche tema di logistica dobbiamo considerare il valore della scelta netta di campo compiuta, prevedendo una decadenza delle pianificazioni preesistenti; siamo contenti di aver fatto questa scelta non solo per la restituzione di tanti ettari ad uso agricolo, ma anche perchè una quota di queste aree rientravano in zone di dissesto idrogeologico. Un’altra scelta importante della Regione ha riguardato le aree urbanistiche dismesse, abbiamo fatto partire un osservatorio, a Piacenza ci sono un centinaio di ettari con questa natura, sui quali occorre trovare soluzioni innovative di attrattività”.

Nella sua introduzione la presidente Monica Patelli ha ricordato che la disciplina del nuovo Ptav riguarda la pianificazione sovracomunale in chiave strategica: “E’ una sfida impegnativa per il nostro territorio perché siamo la prima provincia in regione che sta per completare il percorso di condivisione del Ptav che subentra a una pianificazione ormai datata del Ptcp, che risale al 2010. Non è stato facile perché la Provincia è un ente depotenziato dopo la riforma. Insieme vogliamo riflettere sul futuro del territorio, inoltre per 25 comuni della provincia è stato possibile elaborare i piani conoscitivi preliminari ai singoli Pug grazie alla redazione del Ptav. Il piano è coerente con la legge e la pianificazione regionale e intende prospettare una visione a lungo termine del territorio da qui al 2050, tenendo presente i principali obiettivi di sostenibilità come la rigenerazione, il no al consumo di suolo, la tutela del paesaggio. Lo slogan principale è Piacenza attraente, snodo ed eccellenza nel sistema padano. Che significa valorizzare al meglio la posizione del nostro territorio, la sua geografia e le sue vocazioni”.

La consigliera provinciale Paola Galvani ha voluto sottolineare: “Sono orgogliosa che dopo tanti anni di lavoro serio e intenso siamo arrivati all’avvio di un piano, un tassello importante della nostra attività. Per la sua redazione abbiamo deciso di andare oltre ogni colore politico, operando solo per il bene del territorio”. “Ci siamo un po’ stancati di essere la cenerentola dell’Emilia Romagna – ha rimarcato – e questo è un pensiero condiviso da tanti amministratori, la nostra natura di provincia di confine deve essere la nostra forza e non un punto debole, facendo in modo che le imprese restino sui nostri territori. Tutte le osservazioni che arriveranno saranno ben accolte, perché non abbiamo la presunzione di essere perfetti e il contributo di tutti sarà preso in considerazione”. Fatima Alagna della società “Politecnica” che ha supportato la redazione del Ptav ha illustrato il percorso di costruzione del piano: “Abbiamo indagato le trasformazioni e le sfide del territorio nei diversi contesti, per delineare una strategia di sviluppo sostenibile su tre assi, abitabilità e nuovi bisogni, attrattività ed economia, e risorse naturali. Una caratteristica del territorio è la presenza di comuni piccoli e molto piccoli, un elemento di fragilità oggettivo. Inoltre le dinamiche demografiche indicano che al 2035 ci sarà un calo della popolazione in età di lavoro di circa 30mila unità. Altro elemento rimarcato è “la presenza di edifici e aree dismesse in tutta la provincia”. Una tendenza preoccupante per il futuro messa in evidenza riguarda il cambiamento climatico: “In prospettiva nel 2050 l’aumento medio delle temperature nella nostra provincia è proiettato su un più 1,5 gradi anche nelle zone di crinale e montane, una situazione con ripercussioni pesanti per il territorio e sulla vita delle persone”. Le sfide evidenziate riguardano l’acqua, bene da preservare, il suolo permeabile come risorsa finita e da mantenere nella sua qualità, potenziando la vegetazione, l’esigenza di incrementare l’energia da fonti rinnovabili, e infine il tema della mobilità, da rendere più sostenibile. Poi c’è un aspetto trasversale messo in primo piano da Alagna: “Il ruolo di Piacenza nel sistema padano ci vede inseriti in una rete di quattro città contigue, Piacenza, Cremona, Lodi e Pavia: occorre perseguire la sfida di essere più attrattivi rafforzando la collaborazione tra queste città medie”.

Il direttore generale di via Garibaldi Vittorio Silva ha ricordato le principali norme che regolano il Ptav, in particolare si è soffermato sulla “possibilità edificatoria assegnata ai singoli comuni non superiore al 3 per cento del territorio già urbanizzato, a questa norma generale si aggiunge la possibilità tra comuni di acquisire quote di edificabilità aggiuntive, purchè non venga superato il 3 per cento medio su base provinciale”. “Siamo l’unica Provincia in regione – ha ricordato – che è arrivata all’approvazione del piano di area vasta, perchè siamo convinti che siano richieste nuove risposte di sviluppo, con una riflessione strategica aggiornata. E poi abbiamo avvertito la necessità di fornire ai comuni un quadro di riferimento utile sia dal punto di vista conoscitivo, sia da quello strategico. E’ un piano di nuova concezione e quindi mancano i precedenti, questo ci ha portato a fare delle scommesse. Il sistema Piacenza si trova ad affrontare alcune novità che richiederanno mutamenti importanti nel modello di sviluppo degli ultimi decenni. Alcune dinamiche che hanno caratterizzato il primo ventennio del nuovo millennio hanno avvicinato la nostra provincia ai trend economici regionali, con l’immigrazione che ha colmato la perdita di popolazione, interrompendo il declino demografico degli anni precedenti, fino alla stabilità attuale. Un’altra tendenza dei primi due decenni 2000 è stato l’incremento dell’occupazione extragricola: dal 2001 al 2021 un più 18 per cento, con l’apporto significativo della logistica ma non solo. Piacenza ha fatto meglio della regione e dell’Italia con la manifattura che ha tenuto meglio rispetto al resto del paese”.

Le prospettive di sviluppo dei prossimi anni – ha proseguito Silva – sono pesantemente condizionate dallo scenario demografico, con la possibile perdita di forza lavoro, dalla fine del suolo disponibile e delle aree urbanizzabili, anche per effetto della legge regionale, dal cambiamento climatico e dai nuovi orientamenti legati alla sostenibilità”. Su cosa scommettere per il futuro allora? Silva ha insistito: “Sulla riduzione della logistica, selezionando, puntando sulla manifattura di qualità, potenziando le strutture strategiche della formazione e della ricerca, cercando di migliorare la qualità della vita, rafforzando il ruolo del capoluogo, come polo che può offrire quelle funzioni strategiche per orientare lo sviluppo”. Tra le indicazioni del piano c’è lo stop alla logistica diffusa e non regolata, attraverso un’attenzione particolare all’accessibilità delle aree. Per quanto riguarda l’attribuzione differenziata del consumo di suolo ai comuni, si prevede un ruolo di coordinamento della Provincia, finalizzata alla valutazione di insediamenti produttivi sovracomunali coerenti con la strategia generale del piano”.

Diversi gli interventi nel corso del dibattito. Francesco Rolleri ha parlato dei temi cari a Confindustria: “Il primo riguarda la flessibilità del piano territoriale perchè le condizioni macroeconomiche a livello mondiale e anche locale cambiano molto rapidamente. Inoltre l’attrattività del territorio è importante ma va esplicitata nelle norme, con la modifica della legge urbanistica regionale, frutto di una mediazione, ma la nostra richiesta è quella di non modificare la possibilità di estendere attività produttive già esistenti, questo anche in chiave di mantenimento sul nostro territorio delle aziende, a fronte di una concorrenza molto forte. Forte è il nostro interesse per il riutilizzo delle aree dismesse con la creazione di una società mista pubblico-privata che possa favorire queste operazioni. Occorre realizzare una diga sul bacino del Nure, che porterebbe a regimentazione dell’acqua e una riduzione dei rischi legati al cambiamento climatico”. Francesco Bighi a nome dei sindacati Cgil, Cisl e Uil ha ribadito i contenuti esplicitati nel documento inviato ai media con la richiesta di una “pausa di riflessione” sui nuovi insediamenti logistici. Nadia Maffini a nome del comitato Barabasca-Careco ha illustrato il documento che raccoglie una serie di preoccupazioni legate al piano e al tema del consumo di suolo: “Lo straripamento della logistica ci deve far riflettere sulle prospettive del nostro territorio, la cementificazione spinta e spezzettata in tanti poli sul territorio preoccupano molto i cittadini, per questo abbiamo bisogno di uno sviluppo di qualità”. “Le norme contenute nel piano – ha fatto notare – purtroppo aprono a deroghe che aprono un’autostrada alle aspirazioni insediative dei singoli comuni e di gruppi di comuni, ci opponiamo pertanto al mercato del suolo che consente ai comuni di scambiarsi quote di edificabilità, oltre il 3 per cento fissato dalla legge, spostando in pianura tutti i problemi legati a nuove attività produttive”.

IL PERCORSO DEL PTAV In questi anni l’assunzione della proposta di PTAV è stata preceduta e accompagnata (fin dall’avvio del suo cammino con l’Amministrazione Barbieri, nel settembre del 2020) da una amplissima serie di incontri e workshop con autorità, stakeholders e cittadinanza. La fase iniziata lo scorso 22 novembre – data di pubblicazione dell’avviso di assunzione della proposta di Piano di Area Vasta – consente a tutti di formulare osservazioni finalizzate a perfezionare la proposta di Piano: per 60 giorni (dal 22 novembre) chiunque può infatti presentare osservazioni sui suoi contenuti, da inviare all’indirizzo PEC provpc@cert.provincia.pc.it, utilizzando preferibilmente il modulo scaricabile dalla sezione “Formazione del piano”, al link https://ptavpiacenza.it/formazione-del-piano/, dove sono disponibili i documenti di questa seconda fase dell’iter pianificatorio, regolata dall’art. 45 della LR n. 24/2017 e le istruzioni per la trasmissione delle osservazioni. La medesima legge regionale n. 24/2017 vieta di esaminare i contributi presentati tardivamente. Sempre nell’ottica di perfezionare la proposta di Piano, dal 15 novembre scorso ha preso il via (con un incontro tenutosi a Bobbio) un ciclo di presentazioni dedicate agli amministratori locali, ritenute utili per consentire a sindaci e consiglieri comunali di avere la più estesa consapevolezza di contenuti e finalità del PTAV.