“A Natale vendite ok col ritorno dei giovani. Saldi invernali da posticipare”

Brugnoli (Federmoda): “Occasioni interessanti con i saldi, ma andrebbero posticipati” – Il presidente della categoria moda di Confcommercio traccia un bilancio delle vendite natalizie “Dopo tanti acquisti online, quest’anno c’è stato un ritorno dei giovani nei negozi di vicinato”. “A causa del caldo prolungato abbiamo perso almeno un mese di vendite invernali. I saldi dovrebbero arrivare più tardi e durare meno”.

Tutto pronto, in Emilia-Romagna, per l’inizio dei saldi invernali che partiranno domani 5 gennaio e dureranno fino al 4 marzo 2024. Secondo le stime dell’ufficio studi Confcommercio regionale ogni persona spenderà circa 137 euro per effettuare acquisti a prezzi scontati. Un dato in lieve aumento rispetto allo scorso anno, come spiega Gianluca Brugnoli, presidente di Federmoda Piacenza, che però sottolinea come occorra ripensare le date di inizio dei saldi. «Tanti commercianti – afferma Brugnoli – ritengono che i saldi arrivino troppo presto, a ridosso del Natale. Molti desidererebbero avere un mese in più di vendite a prezzo pieno, tutto gennaio, considerando che i mesi veramente freddi oramai sono gennaio e febbraio non quelli precedenti. Quest’anno abbiamo avuto temperature miti fino a novembre. Facciamo un esempio: l’esercente che ha ordinato giubbotti, praticamente non ha avuto tempo per venderli e li deve subito mettere in sconto. I saldi andrebbero spostati di un mese e dovrebbero anche essere un po’ ridotti. Anziché due mesi bisognerebbe concentrarli in tre, quattro settimane. Si creerebbe maggiore movimento».

A proposito di Natale, come sono andate le vendite in queste festività?

«Per un vero e proprio bilancio bisogna attendere di avere dati numerici precisi però, dal confronto con i colleghi, indicativamente posso dire che si è fatto qualcosina in più rispetto agli anni precedenti. Parlo ovviamente di negozi consolidati, con clientela affezionata ed uno storico almeno quinquennale, non di chi si è improvvisato. Diciamo un bilancio abbastanza positivo».

Soddisfatti dunque?

«Si, soprattutto perché c’è un elemento, a mio giudizio molto importante, cioè un primo ritorno verso i negozi di vicinato. Era da un po’ di anni che sembrava essersi allentato il legame con certa clientela, molto attirata dalle vendite online. Complice anche il fatto che quest’anno non c’erano delle novità tecnologiche importanti, non c’erano una Playstation o un Iphone rivoluzionari, c’è stato un ritorno ai regali fatti nel negozio sotto casa. Piuttosto che piattaforme straniere si è premiato il negozio della propria città, che lavora e paga le tasse in loco, non magari in qualche paradiso fiscale».

Sono tornati anche i giovani?

«E’ il primo anno che abbiamo rivisto in negozio una clientela più giovane, direi la fascia 18-35 che mancava da un po’ di tempo. La percezione è che, per la prima volta, ci sia stata di nuovo la voglia di provare il capo, di toccarlo, di poterlo scegliere sul banco, vedendolo da vicino, confrontandolo. Credo che dopo la distanza, anche fisica, imposta dal Covid ci sia stata la voglia di scambiare due chiacchiere in negozio, di vivere un acquisto meno asettico ma più “partecipato”. E’ il primo inverno post pandemia in cui si si è notata questa cosa».

Ritornando ai saldi ci saranno occasioni interessanti?

«Credo proprio di si. Come dicevo prima il freddo è arrivato molto tardi e dunque il tempo per vendere è stato temporalmente limitato. Quindi chi entra in un negozio trova, oggi, scaffali “ricchi”, con tanti prodotti fra cui scegliere. Quindi, salvo qualche commerciante che approfitta di questo periodo per “svuotare i magazzini”, nella maggior parte dei casi saranno saldi interessanti. Tra l’altro ci tengo a specificare che le normali regole valgono anche in questo periodo. I commercianti devono accettare tutti i tipi di pagamento e devono cambiare la merce in caso di difetti. Ci sono poi le novità previste dal nuovo codice del commercio uscito alcuni mesi fa secondo cui il cartellino deve indicare il prezzo originario, la percentuale di sconto ed il prezzo finale. Soprattutto se dopo venti giorni si decide per un ulteriore ribasso, ad esempio del 20%, questo va calcolato sull’ultimo prezzo (quello già scontato) non su quello originario. Questo evita pratiche scorrette e poco chiare».

Saranno dunque saldi positivi sia per i commercianti sia per i clienti?

«Le premesse ci sono. Bisogna però considerare che l’impatto dei saldi non è più quello di una volta, quando erano l’unica occasione per fare un qualche affare. Oggi ci sono opportunità per tutto l’anno, dal web agli outlet, alle promozioni delle grandi catene. Quindi i saldi restano un’opportunità interessante ma non sono l’unica». (nota stampa)