Verso il Pug, Trespidi “Al ‘Nicolini’ uno su due è fuorisede, investire su chi ancora fa figli”

La città di Piacenza sarà ridisegnata dal Piano urbanistico generale (Pug), lo strumento di pianificazione e governo del territorio che il Comune sta mettendo a punto da oltre un anno – insieme a enti, associazioni di categoria, sindacati e cittadini – e che tocca diversi punti cruciali della vita economica, ambientale, sociale, lavorativa cittadina. Centrali sono i temi della rigenerazione urbana e del consumo di suolo, ineludibile e perentoria l’intenzione della giunta di non espandere la città (ne è un esempio la decisione di costruire il nuovo ospedale nell’area 5 della “Madonnina”, interna alla tangenziale, anziché nell’area 6 delle “Novate”, esterna). Ci sarà posto anche per la mobilità “dolce” che contrasterà la “dittatura” delle auto, oltre a un generale ripensamento di luoghi strategici e porzioni di città come il fronte fluviale, la zona della stazione, il comparto logistico. La pluralità di aspetti toccati porta il Comune, che ha preventivato la chiusura del Pug entro il 2024, a prendere coscienza delle istanze e delle esigenze esposte dai rappresentanti di tutti i settori economici, sociali, produttivi, lavorativi, formativi, sanitari. Numerosissime le idee e le posizioni emerse da novembre 2022 – quando l’iter del piano è iniziato nella Cappella Ducale di Palazzo Farnese – fino ad oggi: questo il motivo per cui, avvicinandoci sempre più alla stesura definitiva, abbiamo fatto una sintesi dei “desideri” e delle perplessità delle realtà del territorio. Uno dei temi cardine nella definizione della città del domani non può che riguardare i giovani e, in particolare, gli universitari. Tra questi, i “fuorisede”. Al Conservatorio di musica Giuseppe Nicolini di Piacenza la metà degli studenti ha la famiglia lontana: rispetto ai 383 studenti totali, sono infatti 188 i fuorisede e 75 gli stranieri a frequentare le lezioni in via Santa Franca. (fp)

“In questi primi mesi ho potuto prendere contatto con una realtà che prima, specialmente quando ero assessore alla cultura a Piacenza (dal 1998 al 2002, nda), avevo visto solo dall’esterno”, spiega Massimo Trespidi, presidente del Conservatorio Nicolini, che “suggerisce” al Piano urbanistico quattro punti di maggior criticità per quanto riguarda studenti e, più in generale, giovani. “Parecchi studenti fuorisede frequentano il Conservatorio (188 secondo i dati forniti da via Santa Franca, nda) e a Piacenza fanno fatica a trovare un alloggio. Soprattutto gli stranieri. Mi auguro che possa essere completato in tempi brevi il progetto del recupero dell’ex convento di Santa Chiara (sullo stradone Farnese, di proprietà della Fondazione di Piacenza e Vigevano, nda) a favore degli studenti del Conservatorio”.

Il secondo tema evidenziato da Trespidi è quello legato agli spazi di aggregazione giovanile. “Durante il Covid, l’obbligo di rimanere chiusi in casa per un lungo periodo ha pregiudicato la capacità di relazione dei ragazzi. Da qui certi comportamenti aggressivi e la difficoltà nel ristabilire relazioni. Il percorso che bisogna compiere – afferma – richiede spazi, progetti, persone specializzate in questo settore. La pubblica amministrazione deve fare un ragionamento serio: pare che si stiano rincorrendo i problemi tamponandoli di volta in volta ma senza risolverli. L’aggregazione giovanile deve avere una proposta educativa, non è accettabile vedere giovani che bivaccano e vengono lasciati a sé stessi”. Non è solo una questione di spazi: il presidente del Conservatorio Nicolini sostiene l’importanza di privilegiare il senso di protagonismo dei giovani. Per restare in tema, un obiettivo simile a quello che sta portando avanti la Fondazione di Piacenza e Vigevano con il progetto della Youthbank. “Le nuove generazioni – afferma Trespidi – non sempre devono essere assistite, piuttosto devono camminare con le proprie gambe con iniziative che li vedono protagonisti”.

L’inverno demografico, ultimo dei punti toccati dal presidente del Conservatorio, è una questione enorme su cui diversi settori, a vari livelli, si interrogano per cercare una soluzione tutt’altro che semplice. Che nascano sempre meno bambini è un dato di fatto. Non inganni la (felice) notizia che Piacenza nell’ultima rilevazione abbia registrato dati in controtendenza, alla luce delle non incoraggianti previsioni della Provincia che prevedono un calo di duemila bambini nelle scuole piacentine da qui al 2042. In virtù di ciò, quei pochi che ancora hanno la possibilità e decidono di mettere al mondo un bambino vanno sostenuti. Questa, in sintesi, la posizione di Massimo Trespidi. “Chi decide di formare relazioni o famiglie ha bisogno di essere sostenuto. Purtroppo in Italia le famiglie e i giovani non sono considerate realtà su cui investire, a vantaggio di altre, quando invece il ruolo sociale dei giovani dovrebbe essere una priorità. Piacenza, attraverso il Pug, dovrebbe occuparsi delle difficoltà che le famiglie e i giovani incontrano nella ricerca e nella gestione di un’abitazione. Se poi fanno figli, in una situazione di inverno demografico, a maggior ragione vanno sostenuti, mettendo loro a disposizione asili, aziendali o pubblici“.

_Francesco Petronzio

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