Case popolari, polemiche sui nuovi criteri di accesso. La Regione “Ora regole più uniformi”

Case popolari, polemiche sui nuovi criteri di accesso definiti dalla Regione Emilia Romagna. L’assessore Barbara Lori sostiene: “Ora regole più uniformi”. “A chi contesta la delibera regionale – spiega Lori – voglio dire che questa non comporterà nessun passo indietro nella garanzia dei diritti dei cittadini. Al contrario, l’obiettivo di questo provvedimento è proprio quello di introdurre regole uniformi per fare sì che il diritto alla casa sia davvero lo stesso su tutto il territorio regionale”. Così l’assessore regionale alla Programmazione territoriale e politiche abitative, Barbara Lori, a seguito delle polemiche sulla decisione della giunta in merito ai requisiti per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. “Ai fini della determinazione di punteggi premiali nelle graduatorie Erp – recita la delibera approvata lo scorso dicembre -, il requisito di storicità della residenza e dell’attività lavorativa non deve essere ulteriormente valorizzato dai Comuni, i quali non potranno inserire la residenzialità storica all’interno dei criteri scelti e dettagliati nei regolamenti comunali per le assegnazioni degli alloggi Erp”. Due in particolare le novità del provvedimento regionale su cui si sofferma Lori: il requisito della residenza o dell’attività lavorativa da almeno tre anni in Emilia-Romagna, “che resta come requisito di accesso, ma che non potrà essere valutato due volte come fonte di punteggio aggiuntivo in graduatoria”. E l’obbligo per i Comuni di “attuare una ripartizione ponderata dei diversi indicatori (nuclei familiari numerosi, giovani coppie, fragilità economica, coabitazione, anzianità di permanenza nelle graduatorie) utilizzati nelle graduatorie, per evitare che localmente un requisito specifico possa avere un valore preponderante rispetto agli altri”.

“Due criteri ispirati a un principio di equità – sottolinea l’assessore Lori – per ovviare a disparità di trattamento a livello territoriale che non hanno ragione di essere. E che vanno nella stessa direzione della sentenza del Tribunale di Ferrara che nel 2021 ha definito discriminatorio il regolamento del Comune di Ferrara proprio per quanto riguarda il meccanismo di premialità nei punteggi collegato al criterio della residenzialità storica”. “La Regione sta moltiplicando il proprio impegno per garantire un vero ed equo diritto alla casa in Emilia-Romagna – aggiunge Lori-. Anche con questa delibera, in cui prevediamo una serie di meccanismi a favore delle famiglie che si trovano a vivere una situazione di maggiore fragilità o delle donne vittime di violenza. E voglio qui ricordare che è di pochi mesi fa la decisione con cui abbiamo stanziato dal nostro bilancio ulteriori 9 milioni di euro a sostegno di quel Fondo per l’affitto che, insieme al Fondo per la morosità incolpevole, è stato azzerato da questo Governo. E a nulla sono valse le richieste di un ripristino che abbiamo rivolto all’Esecutivo, a fronte di un’emergenza casa che è sotto gli occhi di tutti”.

RANCAN (LEGA) “SCELTA INCOMPRENSIBILE” – Sulla questione interviene il capogruppo in consiglio regionale del Carroccio e segretario Lega Emilia, il piacentino Matteo Rancan, che parla di “scelta incomprensibile e arbitraria”. “Faremo di tutto – afferma – per contrastare questa vergogna: si tratta di una vera e propria ingiustizia nei confronti di chi è attivo e residente da più anni nella nostra regione, alla quale versa i contributi grazie ai quali si realizza il patrimonio immobiliare pubblico. Una scelta che danneggerà le famiglie residenti da tempo sul territorio che necessitano di una casa popolare e che si vedranno scavalcare in graduatoria da chi si è magari appena trasferito nel nostro territorio. Se vinceremo la Regione Emilia-Romagna il requisito della residenzialità storica per l’assegnazione degli alloggi Erp sarà un requisito stabile. Si tratta di una delle prime azioni della nostra agenda. Una decisione di buonsenso a tutela gli emiliano-romagnoli. Per la Lega i cittadini vengono prima dell’ideologia. Il Pd conferma invece che la pensa diversamente”.

ASSOCIAZIONE RETE “PROVVEDIMENTO ASSURDO” – “Un provvedimento che ha dell’assurdo e che sa di beffa per tanti cittadini che sono in attesa da tempo di una casa popolare e la cui unica speranza ormai era ancorata all’accumulo di anni di residenza nei rispettivi territori comunali – sostiene Manuel Radaelli, presidente dell’Associazione “Rete” Case Popolari -. I tanti nostri connazionali vedranno così la loro posizione crollare ulteriormente in graduatoria. Più che un provvedimento in favore di maggiore equità, sembra una decisione esclusivamente politica. Sosteniamo da tempo un rafforzamento di questo criterio ed, anzi, l’introduzione di un nuovo sistema di doppia graduatoria che tenga conto, in separara ripartizione degli alloggi, dei tanti nuclei che sono anni e anni che tentano l’accesso senza mai riuscire nell’impresa, pur ricadendo in oggettive valutazioni di difficoltà sociale ed economica. In questo punto, la Regione ha dato, a ragione, una chiara disposizione di ripartizione degli alloggi anche appunto in funzione dell’anzianità di permanenza in essa. Tuttavia non possiamo che essere contrari a questo altro smacco ai danni degli italiani”.

ALLOGGI POPOLARI, SINDACI LEGA “VERGOGNOSA L’ELIMINAZIONE DELLA “RESIDENZIALITA’ STORICA” CHE PREMIA ULTIMI ARRIVATI E BEFFA CITTADINI” – “Vergognosa la scelta del Governatore Bonaccini di eliminare il criterio di residenzialità storica per le assegnazioni delle case popolari. Si tratta di una scelta di campo che premia gli ultimi arrivati e beffa i cittadini che risiedono – e pagano le tasse – da più tempo sul territorio. Una decisione incomprensibile e arbitraria, che avrà un impatto negativo e pesante sulle famiglie emiliano-romagnole e discrimina anche quegli immigrati regolari che da tempo vivono e lavorano sul nostro territorio”. Così in una nota sindaci della Lega, che definiscono la misura targata Pd “un’ingiustizia nei confronti di chi contribuisce attivamente alla comunità da anni, versando i propri contributi che contribuiscono alla creazione del patrimonio immobiliare pubblico”.
“Altro grave aspetto della misura è il fatto che viene tolta autonomia ai sindaci che sono le sentinelle dei territori e che sono stati eletti dai cittadini per governare il proprio comune. Non accettiamo incursioni sulle nostre libertà amministrative, soprattutto se spinte solamente dall’ideologia” hanno aggiunto i primi cittadini del Carroccio.
“Come esponenti della Lega ringraziamo il capogruppo in Regione e segretario Lega Emilia, Matteo Rancan, che ieri ha pubblicamente annunciato che, in caso di vittoria della Lega alle prossime elezioni Regionali, il requisito di residenzialità storica diventerà un criterio stabile e prioritario per l’assegnazione degli alloggi Erp”.
“E’ inaccettabile, infatti, che chi ha diritto a un alloggio popolare e risiede da anni in un comune si veda sorpassare magari dall’ultimo venuto: riaffermiamo con fermezza il principio del riconoscimento della residenzialità storica, utilizzato tra i primi dal sindaco di Ferrara Alan Fabbri, concetto che onora coloro che nel corso di molti anni hanno dedicato il loro impegno allo sviluppo dei nostri territori” chiosano i primi cittadini in quota leghista invitando tutti i sindaci “di qualsiasi parte politica, di unirsi a noi in questa battaglia di buonsenso”.
A sottoscrivere la nota i sindaci della provincia di Piacenza Luigi Merli (Cortemaggiore), Manuel Ghilardelli (Ziano), Roberta Battaglia (Caorso), Giuseppe Bersani (Castellarquato), di Parma Sabrina Alberini (Lesignano de’ Bagni), Simone Dall’orto (Traversetolo), Diego Giusti (Bore), Renzo Lusardi (Tornolo), Filippo Casolari (Felino), Giuseppe Restiani (Varano de Melegari) , Tommaso Fiazza (Fontevivo), di Reggio Emilia Enrico Ferretti (Ventasso), di Ferrara Alan Fabbri(Ferrara), Davide Bergamini (Vigarano), Cristian Bertarelli (Lagosanto), Fabrizio Pagnoni (Copparo), di Bologna Giuseppe Argentieri (Vergato) e di Modena Francesco Menani (Sassuolo), Alberto Greco (Mirandola) e Simona Magnani (Polinago).

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