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Milano protagonista della graphic novel di Ceruti, la recensione di Universi

La redattrice di “Universi” Chiara Ruggeri ha partecipato alla presentazione nelle settimane passate del libro “I milanesi uccidono a luglio” di Marco Ceruti. Ecco la sua recensione.

La graphic novel “I milanesi uccidono a luglio” di Marco Ceruti (edizioni PaginaUno, 2021) unisce le caratteristiche proprie del romanzo poliziesco degli anni ’60 con quelle dei fumetti – Ho partecipato a Verdeto alla presentazione della graphic novel di Marco Ceruti, piacentino trasferitosi poi a Milano, “I milanesi uccidono a luglio (perché in agosto vanno in vacanza)”, che mi ha particolarmente interessata perché avevo appena letto il libro che mi era stato regalato.
Voglio prima di tutto ammettere con franchezza che non avevo mai letto prima una graphic novel, che in italiano si può tradurre “romanzo a fumetti”. L’ho letta, quindi, con molta curiosità e ho subito notato alcuni aspetti che mi ricordano i racconti noir, ambientati in una Milano notturna in cui i protagonisti sono uomini falliti e disperati, di Giorgio Scerbanenco. Questo mondo nascosto, che emerge soprattutto di notte e in cui non ci sono personaggi bravi e con dei sogni e degli ideali da realizzare, mi sembra molto ben descritto visivamente e con un linguaggio tipico di un certo ambiente, dove malavita e poliziotti si scontrano con un atteggiamento ugualmente cinico e privo di speranza, consci che vince sempre chi è ricco e potente e, perciò, intoccabile.
A questo proposito, Marco Ceruti ha usato molto efficacemente in alcune scene il bianco e nero perché, come ha detto lui stesso durante l’intervista, gli veniva naturale, visto che all’epoca la televisione era ancora in bianco e nero e anche i film noir che lo avevano ispirato. Inoltre, questo espediente creava un’atmosfera particolare e magica, perché serviva a far risaltare gli “eroi negativi”, che non avevano quei principi morali che governano invece i libri gialli, in cui vince la legge e vincono sempre i buoni.

Federico Colombo, detto Fred, è un ex-poliziotto costretto ad abbandonare il suo lavoro per aver sfiorato nelle indagini per una serie di omicidi l’alta società milanese in cui svetta la famiglia Romagnoli, il cui capo ha legami con ogni ambiente e gode di protezioni altolocate. Fred non ha potuto fare niente contro di lui perché si è trovato coinvolto sentimentalmente in un rapporto forte e passionale con la sua figlia maggiore Scintilla, bionda, elegante e apparentemente distaccata, ma desiderosa di averlo in suo potere sposandolo. Il protagonista si lascia conquistare senza opporsi, ma ben presto si sente un pesce fuor d’acqua in un ambiente che lo soffoca spingendolo a scappare per tornare libero. Senza denaro e senza un’occupazione, diventa per quattro soldi un fotografo e un cronista di “nera” e documenta delitti e crimini, che appassionano i lettori di un giornale del pomeriggio che vive di scandali e di omicidi efferati. L’autore descrive molto bene quest’uomo alla deriva sia fisicamente e nell’abbigliamento che psicologicamente. E’ un tipo stanco di vivere e solitario, avendo come unico punto di riferimento un bar dove si reca ogni notte dopo il lavoro per dimenticare gli orrori a cui assiste e i fallimenti della sua vita grazie a qualche bicchiere di “bianco” in compagnia di altri bevitori solitari come lui. La vita, però, è strana e si diverte a rispolverare vecchi ricordi e vecchie storie, perché lo rimette in contatto col potente cavalier Romagnoli, che gli offre un incarico delicato e anche con l’ex moglie, che l’uomo, così apparentemente duro e impermeabile ai sentimenti, non ha mai dimenticato.

Quello che conta di più in questo libro non è solo la trama e la soluzione del giallo, ma, come succede in certi romanzi molto particolari, ciò che più colpisce e interessa è l’atmosfera, che richiama vecchi film e vecchi racconti polizieschi del passato, che lo scrittore ama e riscopre insieme al lettore, curioso di scoprire una società che non esiste più, fatta di piccoli reati e di omicidi cruenti, commessi secondo un codice, tutto sommato, con una sua correttezza. Gli amici del protagonista non sono certo persone rispettose della legge, ma sono leali e fedeli e sempre pronti ad aiutarlo. Come ha rivelato lo scrittore domenica pomeriggio, i suoi personaggi sono frutto di incontri e conoscenze fatti nei bar malfamati che ha frequentato per documentarsi, che lo hanno affascinato per la loro umanità e sono diventati, in un certo qual modo, suoi amici. Quello che manca adesso ai delinquenti milanesi e delle altre città italiane è la solidarietà, il cameratismo con i compagni e anche la capacità di accontentarsi di quello che offre loro la vita. Fred e gli altri non sono schiavi del denaro e del potere, come i criminali di oggi, che sono disposti a tutto per raggiungere i loro obiettivi. Attraverso Fred, l’antieroe per eccellenza, Marco Ceruti con i suoi disegni ricrea un mondo scomparso, dove si sognava e si beveva insieme e si “viveva” con intensità la propria città, Milano, la vera protagonista di questa graphic novel.

Chiara Ruggeri

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