Verso il Pug, Rolleri “Nuova vita alle aree dismesse per attirare industrie, Piacenza sia all’altezza del futuro”

La città di Piacenza sarà ridisegnata dal Piano urbanistico generale (Pug), lo strumento di pianificazione e governo del territorio che il Comune sta mettendo a punto da oltre un anno – insieme a enti, associazioni di categoria, sindacati e cittadini – e che tocca diversi punti cruciali della vita economica, ambientale, sociale, lavorativa cittadina. Centrali sono i temi della rigenerazione urbana e del consumo di suolo, ineludibile e perentoria l’intenzione della giunta di non espandere la città (ne è un esempio la decisione di costruire il nuovo ospedale nell’area 5 della “Madonnina”, interna alla tangenziale, anziché nell’area 6 delle “Novate”, esterna). Ci sarà posto anche per la mobilità “dolce” che contrasterà la “dittatura” delle auto, oltre a un generale ripensamento di luoghi strategici e porzioni di città come il fronte fluviale, la zona della stazione, il comparto logistico. La pluralità di aspetti toccati porta il Comune, che ha preventivato la chiusura del Pug entro il 2024, a prendere coscienza delle istanze e delle esigenze esposte dai rappresentanti di tutti i settori economici, sociali, produttivi, lavorativi, formativi, sanitari. Numerosissime le idee e le posizioni emerse da novembre 2022 – quando l’iter del piano è iniziato nella Cappella Ducale di Palazzo Farnese – fino ad oggi: questo il motivo per cui, avvicinandoci sempre più alla stesura definitiva, abbiamo fatto una sintesi dei “desideri” e delle perplessità delle realtà del territorio. Il primo dei temi che approfondiamo è quello legato al lavoro e in particolare alle imprese, facendo il punto con Confindustria. (fp)

“Il Pug dovrà essere in grado di favorire l’attrattività di Piacenza per investimenti nazionali e internazionali e possibili nuovi insediamenti industriali, ma dovrà anche tutelare e trattenere nel lungo termine le aziende che sono già presenti a Piacenza e forniscono indotto, occupazione e valore aggiunto sul territorio da decenni”, afferma il presidente di Confindustria Piacenza Francesco Rolleri. Da ex presidente della Provincia, lo sguardo di Rolleri sulla situazione urbanistica è completo e approfondito. Una delle questioni nodali per Confindustria riguarda le aree dismesse: ne è la dimostrazione la scelta, per nulla casuale, dell’ex consorzio agrario di Terrepadane in via Colombo come sede per la 77esima assemblea annuale dell’associazione degli industriali che si è tenuta il 26 settembre 2022. “Piacenza ha importanti aree dismesse all’interno dei propri confini che bisogna puntare a recuperare – dice Rolleri – portando le imprese ad alto valore aggiunto e a basso impatto ambientale in città. A Confindustria lo diciamo da oltre due anni e su questo tema abbiamo dedicato anche un’assemblea (quella del 26 settembre 2022, ndr). L’industria sarà sempre più verde e avanzata, adatta quindi a questa collocazione. Bisogna pensare a incentivi per agevolare l’arrivo di investimenti e rivitalizzare le aree dismesse della città”.

La posizione strategica di Piacenza è stata, fin da anni lontani, un punto di forza notevole e un’occasione per lo sviluppo economico e industriale. Della logistica si è parlato lungamente nella seduta di consiglio comunale di lunedì 22 gennaio, Rolleri si concentra piuttosto sulla capacità di attrazione della nostra città (e, per esteso, della provincia). “Piacenza ha una posizione strategica a livello logistico – osserva – ma questa da sola non basta per essere meta privilegiata per nuovi insediamenti: Piacenza è in concorrenza anche con i territori limitrofi. Solo una provincia industrializzata in grado di dare lavoro, occasioni di crescita e carriera attrae residenti e trattiene le famiglie in città. Un circolo virtuoso che va ben oltre la sfera industriale e di cui potranno beneficiare anche il tessuto commerciale e sociale”. Dentro le industrie ci sono le persone. I lavoratori, sempre più difficili da reperire, man mano che si alza la soglia di specializzazione richiesta. L’ultimo report dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio dell’Emilia, basato su dati Unioncamere-Anpal, sottolinea una carenza di figure dirigenziali come tecnici della salute, informatici, telematici e delle telecomunicazioni, dell’organizzazione e dell’amministrazione delle attività produttive. E poi gli impiegati e i professionisti commerciali. Confindustria già da anni ha un filo diretto con le scuole del territorio (in particolare con l’Isii Marconi) per investire sui lavoratori del futuro. Per fare il passo successivo, Rolleri individua il Piano urbanistico come strumento fondamentale. “Un Pug che agevola gli insediamenti industriali rientra anche nel percorso che sta portando Piacenza ad essere una città universitaria. Gli atenei hanno bisogno di imprese solide con cui collaborare e avere sbocchi occupazionali per chi si forma a Piacenza, e chiaramente le imprese avranno sempre più necessità di profili altamente specifici e competenti”.

Infine, un appello per tutti a non trascurare la centralità del Piano urbanistico generale, lo strumento che disegnerà la Piacenza dei prossimi anni. “Il Pug prenda forma con la consapevolezza di tutti che questo strumento inciderà notevolmente nella capacità di Piacenza di essere protagonista nel futuro. Facciamo in modo che la nostra città abbia gli strumenti adatti a tenere testa alla concorrenza dei territori limitrofi, che ci contenderanno imprese, investimenti e residenti ogni giorno. Nelle decisioni che prendiamo oggi non limitiamoci a considerare esigenze e bisogni attuali, ma soprattutto quelli futuri, perché sarà soltanto il futuro a giudicare se avremo varato un Pug lungimirante, capace di disegnare una città di Piacenza all’altezza del futuro a cui ambisce“.

_Francesco Petronzio

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