Fare memoria attraverso lo sport: in 400 ad Auschwitz con Piace Volley e Isrec

Otto squadre maschili under 17 e otto femminili under 16 italiane, polacche e ucraine si riuniranno a Cracovia dal 29 febbraio al 3 marzo per un torneo che si propone di aiutare i ragazzi, attraverso la pallavolo, a non dimenticare e a fare tesoro delle atrocità commesse dall’umanità con l’Olocausto. L’iniziativa del Piace Volley è stata subito accolta dall’Istituto di storia contemporanea di Piacenza (Isrec) e dalle altre società sportive – dall’Italia partiranno anche i ragazzi e le ragazze del Frignano Volley Project (Modena), la Volley Academy Manu Benelli (Ravenna), la SP Biellese (Biella), la Pallavolo Susegana (Treviso), la Dinamo Pallavolo Bellaria (Rimini) e l’Idea Volley Bellaria (Rimini) – con l’intenzione di svolgere visite guidate al Ghetto ebraico, al Museo della Fabbrica di Schindler e ai campi di Auschwitz e Birkenau. Saranno 49 i giovani che partiranno da Piacenza, mentre a Cracovia si riuniranno circa 400 pallavolisti provenienti dalle 16 società aderenti. L’idea è di Maurizio Moia, presidente del Piace Volley, che insieme ad alcuni genitori si è interrogato su cosa poter offrire di nuovo per la formazione dei ragazzi e delle ragazze. Il progetto è stato presentato il 7 febbraio in conferenza stampa da Maurizio Moia insieme a Luca D’Amelio responsabile marketing e relazioni Piacenza Volley, Carla Antonini direttrice dell’Isrec e Cesare Lucca presidente del comitato piacentino della Federazione italiana pallavolo. Presente anche l’assessore allo sport del Comune di Piacenza Mario Dadati che ha sottolineato la connessione fra sport e educazione.

“Il Piace Volley nasce nel 2008 – spiega Moia – con l’obiettivo di organizzare progetti per le scuole. A settembre dell’anno scorso mi sono fermato a riflettere con alcuni genitori: la nostra società organizza già un doposcuola, ma volevamo creare qualcosa di nuovo, che potesse entrare nel cuore dei ragazzi. Siamo andati in Polonia e ci siamo resi conto che il progetto era possibile. Così abbiamo raccolto le adesioni di altre società che si sono dette entusiaste di condividere la nostra iniziativa”. Il progetto è proposto da una rete di oltre venti società e associazioni sportive dilettantistiche internazionali di pallavolo denominata “Experience”, sostenuta dall’associazione di cooperazione internazionale “Modena per gli altri” (Moxa Odv) che persegue finalità educative, solidaristiche e di utilità sociale. L’idea prende vita dalla fortissima necessità di ragionare su una vera risposta sociale e civile da dare alle guerre e ai conflitti attraverso l’educazione alla cittadinanza attiva e la costruzione di un comune sentire di cittadinanza europea. Quindi un’esperienza sportiva collettiva con un torneo di pallavolo, ma innanzitutto un percorso educativo-culturale volto ad attivare un processo di trasmissione di conoscenze e memoria attraverso visite guidate del Ghetto ebraico, del Museo della Fabbrica di Schindler e dei Campi di Auschwitz e Birkenau.

Prima della partenza, i ragazzi verranno preparati attraverso incontri di sensibilizzazione sul tema dell’Olocausto, questo avverrà presso una delle sedi del Piace Volley il prossimo 14 febbraio, in presenza dei docenti Maurizio Adani e Carla Antonini, che racconterà le storie di due piacentini deportati ad Auschwitz. Al rientro saranno organizzati incontri di restituzione dell’esperienza non solo all’interno delle rispettive società sportive, ma anche nelle scuole di appartenenza. Alla prima edizione del 2024 parteciperanno otto squadre maschili under 17 e otto femminili under 16 di associazioni e società sportive italiane, polacche e ucraine con l’intento, in futuro, di coinvolgere tutte le nazioni loro malgrado coinvolte nella terribile storia dell’Olocausto. Il progetto è patrocinato dall’Istituto italiano di cultura a Cracovia, dalla Federazione italiana pallavolo, da quella polacca, e dall’Isrec di Piacenza e sostenuto grazie a contributo di persone fisiche e aziende vicino alle squadre partecipanti: per il Piace Volley l’Acrobatic Fitness di Piacenza e Feel Water Italia di Tresano (Milano).

Carla Antonini Isrec
Carla Antonini

“Siamo molto felici di partecipare a questa iniziativa come consulenti culturali – afferma la direttrice dell’Isrec Carla Antonini – quando gliene ho parlato, anche Pier Luigi Bersani (presidente Isrec, ndr) si è detto subito entusiasta. Credo molto nella dimensione dello sport come esperienza sul proprio corpo, in cui il percorso personale individuale diventa percorso collettivo: questo viene esaltato negli sport di squadra ma non solo. Una delle difficoltà della società di oggi è la mancanza di spirito di collettività, che lo sport invece promuove. L’iniziativa che presentiamo unisce i valori dello sport con la memoria, con i valori civili che portiamo avanti ogni volta che organizziamo il Viaggio della memoria. Collegare l’esperienza giocosa alla conoscenza dei fenomeni storici che sono stati alla base del campo di Auschwitz è un’ottima occasione di formazione per i ragazzi: lì morirono 1,5 milioni di persone su 6 sterminati in tutta la Shoah, con una presenza costante di 20mila persone fra ebrei, rom, omosessuali, oppositori politici e addirittura lavoratori civili“.

“Le società sportive testimoniano ogni giorno i valori centrali di questo progetto – dice l’assessore allo sport Mario Dadati – ma non sempre si rendono conto dell’importanza che questi comportamenti quotidiani hanno nella formazione dell’individuo e della coscienza collettiva. Il collegamento fra il mondo dello sport e quello della conoscenza è indispensabile perché diventiamo buoni testimoni di valori virtuosi. La composizione dei prigionieri del campo di Auschwitz era eterogenea: nelle squadre l’eterogeneità è un valore, dove non arrivo io arriva un mio compagno. La forza di una catena non è data che dal suo anello più debole, che la forza della squadra va a rafforzare. Al sapere va affiancato il saper fare e il saper essere: attraverso le emozioni si fissano questi momenti di coscienza collettiva”. Cesare Lucca, presidente Fipav Piacenza, commenta positivamente l’iniziativa che “porta a far conoscere” e si augura che non sia un caso isolato ma “il primo di una lunga serie”.

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