Piacenza fa rete con le sue università. Il ministro Bernini “Stiamo creando le professioni del futuro”

“Si sta creando per Piacenza l’opportunità di essere ancora più internazionalizzata, interdiscipliare e sempre più in grado di valorizzare la voce che viene dal territorio”. Anche il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. è intervenuta alla firma del protocollo con il quale si rinnova l’intesa tra il Comune di Piacenza e le università del territorio (Università Cattolica del Sacro Cuore, Politecnico di Milano, Università degli Studi di Parma e Conservatorio Nicolini). “Il Ministero – ha aggiunto Bernini – è molto soddisfatto della capacità delle università che partecipano a questa iniziativa, del Conservatorio e di Piacenza di fare ecosistema: invece di replicare offerte formative, magari al massimo ribasso, bisogna mettersi insieme e creare iniziative corrispondenti alle esigenze del territorio”.

Dal documento – siglato a Palazzo Farnese – emergono alcune finalità per promuovere Piacenza come città universitaria: campagne comunicative congiunte, valutando la possibilità di realizzare un logo comune; iniziative finalizzate a diffondere la conoscenza, presso la cittadinanza e le realtà economiche e sociali, delle realtà piacentine del Politecnico di Milano, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dell’Università di Parma e del Conservatorio di Musica Giuseppe Nicolini; la promozione della città presso la comunità scientifica e culturale nazionale e internazionale. Ma non solo: servizi per gli studenti, come il prolungamento in orario serale dell’apertura di sale studio e biblioteche, il sostegno all’affitto per i fuori sede e, sempre in questo caso, abbonamento ferroviario gratuito per chi si sposta da altre città. “Scopo dell’aggregazione – spiega la sindaca Katia Tarasconi evidenziando il lavoro portato avanti dell’assessore Francesco Brianzi “che ha creduto in questo protocollo fin dall’inizio” – sarà valorizzare il tessuto accademico del territorio piacentino, nonché consolidare l’identità di Piacenza come città universitaria vocata alla ricerca, all’innovazione e alla promozione di un patrimonio di cultura e conoscenza di elevata qualificazione. Essere una città universitaria significa avere nuovi studenti che arrivano e abitano qui e potenzialmente potranno fermarsi a lavorare nel nostro territorio”.

Per l’occasione – insieme ai rettori Franco Anelli, Donatella Sciuto e Paolo Martelli in rappresentanza dei tre atenei e del presidente Massimo Trespidi per l’istituto musicale – è arrivato a Piacenza anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini: “Quella di oggi – ha voluto rimarcare – è una firma particolarmente importante. In Emilia Romagna quasi la metà degli studenti iscirtti alle università non sono residenti in regione, e insieme alla Lombardia siamo le due regioni che contano un saldo attivo tra i ragazzi che vengono a lavorare qui da altre parti d’Italia e del mondo rispetto a chi esce; in un Paese che ha una demografia molto problematica, il capitale umano farà la differenza nei prossimi anni e decenni per la competitività del territorio. Come regione – ha spiegato Bonaccini – diventeremo la principale data valley europea, con il centro che farà le previsioni meteo per tutta Europa, il supercomputer Leonardo, il quarto al mondo per calcolo, e l’arrivo della 14esima sede di Università delle Nazioni Unite: tutto questo rende la nostra terra ancora più attrattiva, tanto che il G7 sui temi dell’intelligenza artificiale, nuove tecnologie e big data si terrà a Bologna”.

“Le facoltà di Medicina cambiano, il numero chiuso non esiste più come lo avevamo concepito, stiamo lavorando assieme al Parlamento per un’apertura e un accesso sostenibili. Ed abbiamo già dato fondi – 23 milioni – alle Università in modo che l’apertura corrisponda alla possibilità di fare buona formazione. Quello che noi vogliamo è fare in modo che le aspettative, i sogni, i talenti delle studentesse e degli studenti siano soddisfatti mantenendo l’offerta formativa sempre alta”. Lo ha sottolineato Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della Ricerca, dicendosi “molto soddisfatta dell’iniziativa” perché “anziché duplicare o triplicare offerte formative al massimo ribasso, promuove l’unione delle forze per creare offerte formative corrispondenti alle esigenze dei territori”. “Diritto allo studio significa borse di studio e studentati. Su questo fronte ci siamo impegnati con i fondi del Pnrr, fissando un target molto alto come Governo: creare 60mila posti letto in più”. Citando l’esempio della facoltà di medicine and surgery in lingua inglese, “questo non è solo il futuro, è il presente. Come dice il presidente Bonaccini, noi ora stiamo formando studenti a svolgere professioni che ancora non esistono. Le facoltà devono cambiare, essere più interdisciplinari, dialogando tra loro perché stiamo creando le professionalità del furto”. Sul tema del cosiddetto ‘inverno demografico’, la ministra sottolinea come proprio l’internazionalizzazione delle università rappresenti l’opportunità non solo di attrarre dall’estero studenti e docenti, ma anche di trattenerli qui.

“È motivo di orgoglio e soddisfazione – sottolinea Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – partecipare a questo particolare evento che si colloca 70 anni dopo la scelta dell’Università Cattolica di avviare a Piacenza un percorso di studi in Scienze agrarie nell’immediato dopoguerra. Il protocollo d’intesa che si firma oggi esprime la modalità speciale di Piacenza di essere città universitaria, che è frutto della forte relazione dialettica della stretta collaborazione che sussiste tra contesto sociale e il fiorire delle realtà accademiche. In questo sistema arrivano le università perché la città ne ha bisogno. Ed è secondo questa logica che il territorio in questi anni ha visto un costante arricchirsi dell’offerta formativa che, senza una trama di soggetti differenti e articolata, non si sarebbe potuta raggiungere. Quindi è per noi un onore essere parte attiva di questa collaborazione all’interno di questo sistema con le nostre facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, di Economia e Giurisprudenza e di Scienze della Formazione”.

“Grazie a questo accordo, il Politecnico di Milano, presente a Piacenza dal 1997, rinnova il suo impegno a favore di una cultura universitaria che è sempre più sinonimo di attrazione, vivacità e inclusione. Iniziative come questa sono frutto di una collaborazione estesa; pensate e messe in atto perché i giovani ‘scelgano’ di rimanere sul territorio”, commenta Donatella Sciuto, rettrice del Politecnico di Milano. “Territorio che, in una competizione allargata, non rincorre modelli distanti, piuttosto investe sulle proprie unicità e peculiarità in una prospettiva che unisce le forze locali alle relazioni globali. Piacenza è, all’interno della Regione Emilia Romagna, un nodo di eccellenza sul quale il nostro ateneo punta, anche grazie al recente Piano di Sviluppo del Polo, all’interno di una visione sostenibile, aperta al confronto e a nuove progettualità”.

“Penso che si tratti di un Protocollo molto importante – commenta il rettore dell’Università di Parma Paolo Martelli – non solo per la città di Piacenza ma anche per l’Università di Parma e per tutto il territorio emiliano-romagnolo: un progetto che guarda con lungimiranza al futuro e che poggia le sue basi sulle qualità espresse dal sistema universitario e dal sistema regionale. Una città universitaria non è semplicemente una città con l’Università: la “città universitaria vera” accoglie e include nel suo tessuto la popolazione studentesca, fa comunità, perché ne percepisce e ne apprezza le ricadute sul territorio, il valore culturale e sociale, la dinamicità e freschezza che portano le e i giovani, la vivacità e il beneficio, anche economico, che la presenza dell’Università produce. Non è facile essere città universitaria vera, ma come sempre tutti insieme, facendo rete, facendo sistema, si può fare. Con l’accordo firmato oggi il percorso va in questa direzione”.

“Un importante Patto di collaborazione tra istituti universitari – sottolinea il presidente del Conservatorio Nicolini Massimo Trespidi – che mette in evidenza quanto Piacenza si stia caratterizzando sempre di più come città universitaria. Un momento importante perché propedeutico all’avvio di importanti progetti di collaborazione tra i diversi istituti universitari; progetti di collaborazione che il Conservatorio Nicolini di Piacenza ha già avviato come ad esempio quello con l’Università Cattolica. Il Conservatorio, che fa parte a pieno titolo di questo progetto, si contraddistingue per essere un’Università autenticamente piacentina e per le caratteristiche degli studenti che la frequentano. Su un totale di 385 studenti accademici 188 sono studenti fuori sede, di quest’ultimi 75 sono studenti stranieri; si tratta di una vera e propria cittadella multietnica e multiculturale che si contraddistingue all’interno del panorama universitario piacentino”.

Tra il pubblico in sala, anche una rappresentanza degli studenti universitari coinvolti nel Tavolo comunale loro dedicato, previsto nel Protocollo. “Questo atto – rimarca l’assessore a Politiche Giovanili, Università e Ricerca Francesco Brianzi – nasce soprattutto per loro, per i giovani che devono essere al centro della visione e dell’impronta che vogliamo dare al futuro della nostra comunità. Essere una città universitaria, e non solo la sede orgogliosa di quattro atenei, significa anche orientare in tal senso le scelte strategiche di lungo termine, dalla rigenerazione urbana di aree dismesse alle opportunità derivanti dall’Europa, lavorando nel solco di quel percorso di attrazione dei talenti per il quale la Regione Emilia Romagna ha approvato un’apposita legge e per cui Piacenza non solo si è già attivamente concretamente nell’attrazione di nuove risorse, ma vuole anche mettere a disposizione opportunità sempre più qualificate. Rinforzeremo l’offerta culturale, sportiva e aggregativa con un’attenzione per l’accoglienza nei confronti degli studenti internazionali, come già realizzato nella Festa delle Matricole e con nuovi progetti dedicati; puntiamo inoltre a consolidare iniziative di apertura e conoscenza di questo prezioso sistema, fatto anche di tanti centri di ricerca di eccellenza, nei confronti della cittadinanza, come la Notte Europea delle ricercatrici e dei ricercatori di cui sono elemento portante i centri di ricerca del Tecnopolo, Musp, Leap e Rse, promossa da Cnr, Frascati Scienza ed ErGo, tutti presenti in sala oggi”.

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