Salvarono gli ebrei dalla deportazione, cinque carabinieri nel “Giardino dei Giusti” a Gragnano

Si chiamavano Carlo Ravera, Osman Carugno, Enrico Sibona, Giacomo Avenia e Giuseppe Ippoliti. Erano Carabinieri e, nel corso del tempo, sono stati riconosciuti “Giusti” per aver salvato ebrei dalla deportazione. Dal 1 febbraio saranno ricordati nel “Giardino dei Giusti”, voluto e realizzato nel 2023 dal Comune Di Gragnano (Piacenza) di concerto con il Consiglio Comunale dei Ragazzi.

“Anche nei momenti più bui della storia dell’umanità c è chi seppe resistere all’abbruttimento e si assunse la responsabilità di difendere l’umano: si tratta dei “Giusti”, baluardo morale della difesa della dignità umana – ha spiegato la Sindaca Patrizia Calza -. È a queste persone per bene, diverse tra loro, colte o semplici, ricche o povere ma tutte coraggiose, responsabili e coerenti con i loro valori, a cui l’Amministrazione Comunale di Gragnano ha voluto dedicare uno spazio in via Don Milani: un Giardino, un luogo pubblico di stimolo alle coscienze grazie alle storie delle persone buone, straordinarie nella loro semplicità, che verranno raccolte e ricordate in queste luogo, anno dopo anno. Si tratta di esempi a cui guardare oggi più che mai, perché tempi bui sono anche quelli di oggi, in Ucraina dove divampa la guerra, nella terra martoriata del conflitto Israelo-palestinese, negli oltre 50 luoghi del mondo dove in questo momento sono in corso guerre, nei Paesi in cui non vengono rispettati i diritti umani come in Afghanistan, in Iran e in tanti altri luoghi. E anche oggi siamo chiamati a decidere da che parte stare, superando indifferenza e ignavia”.

“Questo spazio che abbiamo fortemente voluto vuol essere un luogo di speranza – sottolinea -. Non di sciocco ottimismo, ma di quella speranza che, come diceva il Presidente Havel, non è per nulla uguale all’ottimismo. Non è la convinzione che una cosa andrà a finire bene, ma la certezza che quella cosa ha un senso farla indipendentemente da come andrà a finire”. La sindaca ha ringraziato il comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri Pierantonio Breda che ha offerto importanti riflessioni, ricordando con commozione il coraggio di quei Carabinieri “di paese” sottolineando l’importanza di fare memoria e congratulandosi con insegnanti e ragazzi che hanno offerto un loro contributo grazie agli approfondimenti svolti in classe con la prof. Maria Guerresi, referente del progetto del Consiglio Comunale dei Ragazzi.

Il primo ad essere accolto nella famiglia dei Giusti (nel gennaio 1975) fu il Maresciallo dei Carabinieri di Alba (Cuneo) Carlo Ravera, che (insieme alla moglie Maria) svolse un ruolo fondamentale per salvare dodici famiglie di ebrei profughi dalla Jugoslavia. Nel 1985 lo stesso riconoscimento è toccato al Maresciallo Osman Carugno, Comandante della Stazione dei Carabinieri di Bellaria (Rimini), che durante la guerra affiancò un albergatore (Ezio Giorgetti, primo in ordine di tempo tra i Giusti italiani) per portare in salvo trenta ebrei. Il Maresciallo dei Carabinieri Enrico Sibona, in servizio a Maccagno (nella provincia di Varese), protesse dalla deportazione alcuni ebrei che risiedevano nel paese, favorendo la loro fuga. Tradito da un delatore, Sibona fu internato in un campo di concentramento tedesco, dal quale uscì fortunosamente vivo. Nel 1999 ha ottenuto lo stesso riconoscimento il Maresciallo Giacomo Avenia, che a Calestano (Parma) prese parte al salvataggio della famiglia Mattei, ebrei profughi da Fiume. Il Brigadiere Giuseppe Ippoliti ( Bergamo) è stato l’ultimo in ordine di tempo a ricevere questo prestigioso riconoscimento il 7 ottobre 2021. Nell’inverno del 1943, insieme a sua moglie Teresa Zani, mise al riparo dai nazisti le due sorelle ebree Fischhof , spacciandole per proprie nipoti. Alla cerimonia hanno partecipato Don Francois, i rappresentanti delle associazioni combattentistiche, gli Alpini, ANPI, ANPC, le associazioni, i rappresentanti dei Comuni di Piacenza, Castelsangiovanni, Borgonovo, privati cittadini.