Tarasconi “Sulla qualità dell’aria non c’è colore politico, serve coordinamento nazionale”

Non basta l’azione dei singoli comuni per combattere l’inquinamento, urge un coordinamento a più largo raggio se si vogliono ridurre le polveri sottili nell’aria. La sindaca di Piacenza Katia Tarasconi, intervistata dal magazine Mowmag, ha detto la sua sull’emergenza smog che in questi giorni sta attanagliando la Pianura Padana. Si è parlato di Milano sulla stampa nazionale, ignorando i valori monstre di Piacenza (119 µg/m³ di Pm10 e 77 µg/m³ di Pm2.5 registrati il 19 febbraio): questo, in sostanza, il motivo per cui Giulia Sorrentino di Mowmag ha deciso di fare il punto con Tarasconi. La prima cittadina di Piacenza non è caduta nella trappola politica e ha preferito non scaricare la colpa né sulla “destra negazionista” né sul governo, bensì proporre un dialogo costruttivo fra regioni perché “l’aria non ha confini”. E dunque “è inutile fare un’azione in Emilia-Romagna, come il nuovo Piano Aria su cui si sta lavorando, se non la si fa anche in Lombardia – dice Tarasconi – la Pianura Padana è geograficamente collocata in un catino: avendo le catene montuose che bloccano lo spostarsi dell’aria, si ferma tutto qui e questo diventa un problema”.

“Il problema è che non c’è una soluzione semplice” ammette la sindaca di Piacenza, che punta il dito contro caldaie, industrie e traffico come maggiori responsabili dell’inquinamento atmosferico. “Abbiamo emesso un’ordinanza a ottobre – ricorda – con le limitazioni del traffico e con il riscaldamento a 19 gradi. Se gli sforamenti avvengono solo d’inverno ci deve essere qualcosa che innalza il livello di rischio”. Sulla stessa lunghezza d’onda di Tarasconi è il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini che, in una nota, ieri (21 febbraio) aveva rimarcato: “In Regione abbiamo approvato il nuovo Piano Aria integrato, ma deve essere chiara una cosa: siamo di fronte a una questione nazionale e non si può pensare di potersela cavare con le sole limitazioni, non si può pensare di far ricadere tutto quanto su cittadini, famiglie, imprese”. “La transizione ecologica è una priorità per il Paese – aggiunge Bonaccini – altro che negare il cambiamento climatico come ci si ostina ancora a fare da più parti, bisogna accelerare nella sua realizzazione e va completata tenendo insieme ambiente e lavoro, ma per farlo servono un piano e investimenti nazionali straordinari”.

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