“Al lavoro per riaprire la mensa Caritas. La vigilanza non basta: c’è un problema sociale”

“Stiamo lavorando per capire come e quando riaprire la mensa, ma più che di vigilanza il problema è a monte, occorre rivolgere l’attenzione sulle persone e cercare di evitare che arrivino al nostro servizio in certe condizioni”. Il direttore della Caritas di Piacenza Mario Idda è reduce da una riunione nella mattinata di lunedì 25 marzo con gli operatori del centro d’ascolto e della mensa della fraternità. Uno dei presidi fondamentali per la povertà e il disagio del nostro territorio è stato chiuso con una decisione dolorosa, dopo l’ennesimo episodio di violenza che si è consumato tra alcuni ospiti nella serata di venerdì scorso.

“Sono state coinvolte le istituzioni – aggiunge – in primis prefetto e questore, insieme a loro stiamo cercando di muoverci perchè siano ristabilite le condizioni di sicurezza minime per lo svolgimento del servizio. Noi abbiamo una sola porta aperta per l’accesso alla mensa e dobbiamo garantire l’incolumità a tutti, in primo luogo agli ospiti stessi della mensa e ai nostri volontari. Confido di arrivare a una soluzione con il concorso di tutti i soggetti interessati, non solo le forze dell’ordine”.

E sulla soluzione prospettata in queste ore di dotare la struttura di via San Vincenzo di un servizio di vigilanza privata, Idda non nasconde che avrebbe una ricaduta parziale sul problema esploso negli ultimi tempi. “Gli episodi impropri e che hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine – fa notare – ci sono stati anche in passato, d’altronde vanno messi in conto in un servizio a bassa soglia come il nostro, ma negli ultimi tempi c’è stata un’intensificazione non tollerabile. La vigilanza di per sé non può risolvere il problema, se non ci si attiva a monte e non si interviene sulle persone nella maniera appropriata”. “E’ evidente – aggiunge – che se alla mensa arrivano persone con problematiche di salute mentale o di dipendenza da alcol, vuol dire servono interventi prima che si generino situazioni come quelle che abbiamo vissuto. Vogliamo trovare una soluzione che ci permetta di riaprire la mensa e stabilisca la giusta attenzione su un problema che riguarda tutta la città”.

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