Albertini (Alta Valtidone) “Rancan avrebbe dovuto attaccare la Regione, non i sindaci”

“Ci sono diversi modi per provare a far valere le proprie ragioni in politica: la più sbagliata, dal mio punto di vista, è l’attacco indiscriminato, irrispettoso nei toni e scorretto nei contenuti, nei confronti degli avversari e, a maggior ragione, nei confronti di chi si considera alleati, quanto meno quando questo conviene”. Così interviene il sindaco di Alta Val Tidone – ed esponente di spicco FdI – Franco Albertini nella polemica che sta spaccando il centrodestra di Piacenza, dopo l’uscita di Matteo Rancan in merito alla sanità piacentina. Il capogruppo in Regione della Lega e segretario della Lega, all’indomani della conferenza socio sanitaria dedicata al nuovo ospedale di Piacenza, non aveva risparmiato critiche all’operato dei sindaci piacentini che, a suo dire, negli ultimi anni avrebbero sempre avvallato le scelte dell’Ausl, determinando così una progressiva riduzione di investimenti e servizi sul territorio. Un’accusa quindi rivolta anche agli amministratori di centrodestra ed espressione della propria parte politica, come Romeo Gandolfi.

Il primo cittadino di Fiorenzuola, da anni sostenitore della Lega di cui è – o meglio dire era – socio sostenitore, ha annunciato pubblicamente di aver preso le distanze dal partito di Matteo Salvini, per definirsi più semplicemente ‘civico’. Di sicuro la situazione che si sta delineando non è un buon viatico in casa centrodestra per le elezioni amministrative, che a Piacenza interessano una trentina di Comuni, così come per le Europee fino a riverberarsi sulle ormai prossime Regionali. E’ quindi evidente che, rispetto al gioco di squadra, in casa Lega sia già partito quello del consenso personale, con una presa di posizione di tutto il partitosalvo alcune eccezioni – a sostegno del segretario regionale.

“Se il consigliere regionale a Bologna, in minoranza, oggettivamente poco può incidere sulle politiche sanitarie dell’Amministrazione di sinistra – sottolinea il sindaco Albertini – ancora meno possono fare i sindaci nella Conferenza socio-sanitaria provinciale, dove, e mi auguro che chi ha ruolo politico e amministrativo lo sappia, molto spesso si è chiamati solo ad esprimere parere consultivo, senza potere di veto; o addirittura si è solo informati di scelte già prese. In questi anni, nella responsabilità che da sindaci portiamo come rappresentanti delle nostre comunità, si è lavorato per migliorare ciò che non si riteneva corretto nelle scelte sanitarie della Regione, si è criticato e votato contro a ciò che si riteneva sbagliato, collaborato in ciò che si è valutato utile per la nostra gente. Se qualche sindaco, anche del centrodestra, ha espresso idee e posizioni che non collimano con quelle del consigliere regionale Rancan, sarebbe meglio che quest’ultimo ne chiedesse conto direttamente a lui, in tempi non sospetti e senza sparare genericamente nel mucchio. La tutela della salute dei nostri cittadini è la nostra priorità, ancora di più lo è stata negli anni più bui e drammatici dell’emergenza Covid, e sentir paventare l’accusa di non aver fatto il bene del territorio è quanto meno ingeneroso, soprattutto se la critica arriva da chi si considera alleato. E nemmeno l’imminente campagna elettorale giustifica tutto ciò”.

“E’ infine evidente – conclude Albertini – che l’aver perso il Comune di Piacenza, sconfitta su cui anche Rancan avrebbe da riflettere, ha ulteriormente indebolito il centrodestra nelle trattative con la Regione e, in particolar modo, nella partita per la costruzione del nuovo ospedale. L’avallo del Presidente Bonaccini all’inopinato ed ingiustificato cambio di area, con i relativi evidenti ritardi in progettazione ed esecuzione, ed oggi l’improvviso venir meno di oltre 90 milioni di euro di finanziamento dell’opera da parte della Regione nella speranza di trovare un munifico finanziatore privato, sono temi su cui auspichiamo che il consigliere Rancan possa far sentire il comune dissenso, anche di molti primi cittadini di sinistra, in modo sicuramente più incisivo di quanto si sia potuto fare in Conferenza Socio Sanitaria dove, anche di questa scelta non condivisa, noi Sindaci abbiamo potuto solamente prendere atto”.

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