“La fraternità non può vivere sotto sorveglianza” L’augurio del vescovo alla Caritas

“Comportamenti violenti e minacciosi hanno obbligato prudenzialmente a chiudere la mensa della Caritas, che noi sappiamo essere la mensa della fraternità. È stata chiusa la mensa ma non è stata messa in discussione la fraternità. Noi non vogliamo che sia sconfitta la volontà di creare luoghi e spazi di fraternità e di cura per i più fragili. La fraternità, peraltro, non può essere e non può vivere sotto sorveglianza. Questo è l’obiettivo per cui continueremo a lavorare nel prossimo tempo: far diventare la fraternità ordinarietà”. Sono le parole con cui il vescovo Adriano Cevolotto, nel suo consueto messaggio d’auguri di Pasqua alla comunità piacentina e bobbiese, commenta la vicenda della chiusura della mensa della Caritas di via San Vincenzo causata dall’ennesimo episodio di violenza. Nei giorni scorsi, in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, si è deciso di presidiare il servizio con l’aiuto delle forze dell’ordine e della videosorveglianza. La mensa riaprirà per il Sabato Santo, il 30 marzo.

Nel suo messaggio, il vescovo ha rivolto tre auguri affinché “la Pasqua che noi celebriamo possa accadere anche nella vita delle persone”. “Il primo è un augurio di pace – dice monsignor Cevolotto – perché quell’invito che Gesù è venuto a fare e a vivere, cioè di abbattere i muri di inimicizia, possa realizzarsi anche oggi. Il secondo è di fraternità, che nelle settimane scorse è stata un po’ ferita in un simbolo, quello della mensa, che vorremmo sia ripristinato. La fraternità non è stata sconfitta, ma questo segno è stato in qualche modo interrotto. E poi un invito a una novità di vita che riguarda tutti, per non pensare che la Pasqua sia una cosa che riguarda altri poiché, anzi, riguarda soprattutto la nostra paura, spesso, della morte, che induce comportamenti di difesa e un orizzonte molto ridotto che, al contrario, può essere vinto nella speranza che la nostra vita abbia una vittoria al termine della nostra esistenza”. La chiusura della mensa Caritas, secondo il vescovo Adriano (che della Caritas diocesana è presidente), è stata “un segnale di non dare per scontati i luoghi in cui si esprime una vicinanza e un’attenzione ai più poveri”. E poi è un segnale per evidenziare “che la povertà ha le sue complessità e va affrontata, governata e sostenuta. Perché il cibo è una parte, non è tutto. Tante volte, dietro ai bisogni immediati, ci sono altre fragilità e altre solitudini che vanno affrontate da parte di tutti”.

IL MESSAGGIO DEL VESCOVO ADRIANO CEVOLOTTO:

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