Otto terremoti forti a Piacenza dal V secolo a.C. “Lo sciame sismico si sposterà? Non si può dire”

Con una media di quasi 13 scosse al giorno (più di una ogni due ore) non cessa lo sciame sismico che dal 7 al 27 febbraio ha già compreso ben 270 scosse di terremoto sull’appennino parmense, con epicentri tra Solignano, Langhirano, Felino, Calestano e Marzolara. Una zona che dista circa quaranta chilometri in linea d’aria da Morfasso, comune della provincia di Piacenza più vicino alla parte dell’appennino compresa nella provincia di Parma. Trentuno scosse hanno superato la magnitudo 3; la più forte, registrata il 9 febbraio alle 13.06 con epicentro a Tordenaso di Langhirano, è stata di 4.2 sulla scala Richter. Nessun danno è stato rilevato a persone o cose, ma alcune scosse, specialmente la più forte del 9 febbraio, sono state avvertite anche nel Piacentino. Undici persone hanno compilato il questionarioHai sentito il terremotodell’Ingv a Piacenza, senza però segnalare oscillazioni di porte, finestre, lampadari o effetti acustici. A Fiorenzuola una persona (su 5 questionari compilati) ha dichiarato di aver avuto paura. Solo una compilazione è arrivata da Morfasso (comune piacentino più vicino all’epicentro), ma senza effetti su persone o oggetti. Anche il sindaco Paolo Calestani ha confermato di non aver ricevuto segnalazioni di danni.

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La registrazione sismografica della scossa del 9 febbraio alle 13.06 (12.06 UTC) disturbata dai rumori di fondo (vedi tutti i grafici)

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Lo sciame sismico nel Parmense a febbraio 2024

Parte della popolazione piacentina, vista la modesta distanza degli epicentri dei terremoti – seppur in prevalenza leggeri e finora non pericolosi – inizia a temere che lo sciame possa spostarsi nella nostra provincia. “Non si può dire se uno sciame sismico può spostarsi o meno” afferma Graziano Ferrari, associato di ricerca ed ex dirigente di ricerca dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), che però rassicura: “Fra i terremoti avvenuti in Italia degli ultimi 25 secoli non risultano scosse con effetti molto forti con epicentro nel Piacentino. Non si può prevedere se ci sarà o meno un nuovo terremoto se non attraverso i dati statistici; quegli stessi dati statistici, derivati dai cataloghi dei terremoti, ci consentono di costruire carte di pericolosità sismica con cui realizzare una corretta politica di prevenzione. Obiettivo possibile considerate le grandi tradizioni sismologica e di ingegneria sismica del nostro Paese”. Ferrari è uno degli autori del Catalogo dei forti terremoti in Italia (461 a.C. – 1997) e nell’area mediterranea (760 a.C. – 1500) edito dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e liberamente consultabile online. Dal portale interattivo emerge che la scossa più forte mai registrata in provincia di Piacenza è stata quella del 23 dicembre 1980 di magnitudo 5.2 con epicentro nelle vicinanze dell’abitato di Arconi, nel comune di Lugagnano val d’Arda. Probabilmente il terremoto è stato relativamente profondo in quanto, nonostante una magnitudo “importante”, ha causato leggeri danni in area epicentrale. Oltre a questa, solo altre sette scosse nella storia di Piacenza e provincia hanno superato il livello 4 di magnitudo: la più lontana in ordine di tempo è quella del 18 giugno 1896 fra Bacedasco e Osteria Nuova (Vernasca) di magnitudo di 4.2, poi quella del 23 gennaio 1910 tra Ponte dell’Olio e Castione di magnitudo 4.6, il 27 marzo 1913 a Nibbiano la terra tremò con una potenza di 4.4 sulla scala Richter. Venendo all’ultimo secolo, il 13 novembre 1975 tra Montereggio e Taverna (Farini) si verificò la seconda scossa più forte della storia piacentina (dopo quella di Arconi) tra Montereggio e Taverna (Farini), che fu di magnitudo 4.7. Sempre nel territorio di Farini, tra Le Moline e Poggiolo, nel giorno di Ferragosto del 1985 si registrò una scossa di 4.1. Non comprese nel Catalogo, che si ferma al 1997, quella registrata a Gropparello il 19 maggio 2018 di magnitudo 3.9 (inizialmente indicata come 4.3 e poi corretta), quella del 3 ottobre 2012 nei pressi di Ca’ Bassano (fra Bettola e Gropparello), quella del 16 aprile 2020, di magnitudo 4.0 fra Cerignale e Ferriere nei pressi dell’abitato di Casale Brugneto e, da ultimo, lo sciame sismico di ottobre 2023 nelle vicinanze dell’aeroporto militare di San Damiano, fra San Giorgio, Carpaneto e Ponte dell’Olio.

LE RISPOSTE DELL’INGV ALLE DOMANDE FREQUENTI SUI TERREMOTI

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La mappa delle scosse in provincia di Piacenza dal 1896 al 1985 (ingv.it)

Alle scosse “autoctone” vanno aggiunte, se si vuole fare una storia dei terremoti percepiti nel Piacentino, anche quelle che hanno avuto epicentro altrove ma sono state sentite sul nostro territorio. Sono in tutto 60 nel periodo che va dal lontano anno 1117 al 1983, a cui si aggiungono quelle degli ultimi 27 anni, non comprese dal Catalogo. A Piacenza si sentì forte la scossa di magnitudo 5.4 del 27 gennaio 2012 che ebbe epicentro a Frignano, nell’appennino parmense. Tristemente indimenticabile resta il sisma che distrusse il centro Emilia all’alba del 20 maggio 2012, con scosse che arrivarono a toccare il grado 5.8 della scala Richter nel modenese. Attraverso questo link è possibile leggere tutte le notizie pubblicate da PiacenzaSera.it sui terremoti avvertiti sul nostro territorio negli ultimi sedici anni. A Piacenza le oscillazioni della Terra vengono rilevate al piano terra dell’Osservatorio Alberoni, dove è presente un centro di controllo che registra in tempo reale i dati rilevati dai sismografi di ultima generazione che giacciono nello scantinato e li trasmette all’Ingv.

IL RISCHIO SISMICO DI PIACENZA – Secondo il bollettino dell’Osservatorio Alberoni, aggiornato all’8 febbraio 2023, il territorio piacentino è una zona con pericolosità sismica bassa (zona 3), che può essere soggetta a scuotimenti modesti. I comuni di Piacenza, Agazzano, Borgonovo Val Tidone, Calendasco, Caorso, Castel San Giovanni, Castelvetro Piacentino, Gazzola, Gossolengo, Gragnano Trebbiense, Monticelli d’Ongina, Pianello Val Tidone, Piozzano, Rottofreno, Sarmato e Ziano sono passati dalla zona 4 (la meno pericolosa) alla zona 3 con deliberazione della giunta regionale n.1164 del 23 luglio 2018.

mappa rischio sismico
mappa rischio sismico

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