Agevolazioni fiscali sul gasolio, ma nella sede c’è uno studio di consulenza: segnalati alla procura

Ricevevano crediti d’imposta per coprire le accise sul gasolio, ma nella sede legale in realtà c’era uno studio di consulenza fiscale. In un’altra società, riconducibile agli stessi titolari, invece, le irregolarità riguardavano il mancato possesso degli autoveicoli, intestati in realtà alla prima società. La Guardia di Finanza di Piacenza, insieme all’Agenzia delle Dogane, ha segnalato all’autorità giudiziaria i rappresentanti legali delle due società per i reati di indebita percezione di erogazione pubbliche e di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. Le segnalazioni sono frutto dei controlli che le Fiamme Gialle e le Dogane piacentine per le frodi finalizzate alla sottrazione di risorse al bilancio dello Stato e dell’Unione europea.

In particolare, i militari della Finanza di Piacenza, congiuntamente con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Piacenza – in ottemperanza al protocollo d’intesa sottoscritto tra le istituzioni nell’aprile del 2023 – hanno avviato un’attività info-investigativa, effettuata attraverso l’incrocio delle informazioni presenti nelle rispettive banche dati, finalizzata a verificare la corretta sussistenza dei requisiti richiesti per l’ottenimento dell’agevolazione fiscale del gasolio commerciale. Tale agevolazione permette, per le aziende che svolgono attività di trasporto merci e che abbiano l’uso esclusivo di mezzi superiori alle 7,5 tonnellate, di ottenere crediti d’imposta a copertura delle accise versate, relative al gasolio consumato, tramite la presentazione di una specifica istanza al competente Ufficio delle Dogane e dei Monopoli. Militari e funzionari, dunque, hanno effettuato i controlli nei confronti di due società, riconducibili ai medesimi soggetti, che, nei primi tre trimestri del 2023, avevano proceduto alle compensazioni dei crediti documentati. Nel corso delle operazioni, finanzieri e funzionari delle Dogane hanno riscontrato, nei confronti di una delle due società, “l’assenza di qualsiasi struttura aziendale e la mancata installazione, a differenza di quanto attestato nell’istanza presentata all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, di una cisterna adibita allo stoccaggio delle accise. Inoltre, nella sede legale della società stessa risultava, in realtà, insistere uno studio di consulenza fiscale“.

In relazione alla seconda società, i militari e i funzionari delle Dogane, a seguito di un attento riscontro documentale e fattuale, hanno rilevato come la stessa “non avesse l’esclusivo possesso degli autoveicoli indicati nell’istanza di rimborso“. Inoltre, “questi ultimi sono risultati essere, in realtà, intestati alla prima società”. Gli sforzi congiunti effettuati e condotti nel rispetto delle reciproche attribuzioni hanno permesso di deferire all’autorità giudiziaria competente i rappresentanti legali delle due società per i reati di indebita percezione di erogazione pubbliche e di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. È fatta salva la presunzione di innocenza delle persone sottoposte a indagini preliminari, nonché la possibilità per le medesime di far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede.

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