“Piccoli maestri” di antifascismo, gli studenti del Gioia raccontano i colleghi caduti

Si può restituire un po’ della vita svanita a 20 anni nella furia della guerra civile, grazie ai voti di una pagella di liceo? O a un ritratto ritrovato in uno scantinato, oppure dal verbale di una giustificazione scolastica? Ci hanno provato gli studenti della 5^ A del liceo “Gioia”, che hanno riportato alla luce le storie di quattro “piccoli maestri”, morti da combattenti della Resistenza. Loro coetanei negli anni ’40, quando quella generazione fu chiamata a compiere una scelta radicale: schierarsi col regime nazista che occupava militarmente il Nord Italia, oppure ribellarsi e aderire alla lotta dei partigiani. Erano tutti studenti del “Gioia” Piero Bessone, Cesare Baio, Luigi Alberto Broglio, Giorgio Gasparini e la ricerca guidata dalla professoressa Marisa Cogliati ha permesso di recuperare dagli archivi del “Regio liceo Melchiorre Gioia” le loro pagelle e altri documenti in grado di disegnare i loro profili e omaggiarne la memoria, anche con dettagli biografici apparentemente minori. La presentazione del loro lavoro di documentazione si è tenuta nella sede dell’Archivio di Stato all’ultimo piano di Palazzo Farnese, alla presenza di alcuni dei discendenti di quei giovani caduti in battaglia, di docenti e genitori, e delle autorità cittadine, con il prefetto Paolo Ponta e in rappresentanza dell’amministrazione comunale l’assessore Mario Dadati.

I ribelli del Gioia archivio di stato

La direttrice dell’Archivio di Stato Anna Riva ha introdotto l’illustrazione della ricerca, che ha avuto anche un corredo di carattere musicale, l’orchestra del liceo diretta dal professor Franco Marzaroli ha infatti proposto alcuni brani musicali dell’epoca e canzoni legate alla lotta partigiana (come Fischia il Vento, Pippo non lo sa, oltre all’immancabile Bella Ciao e all’inno di Mameli). Gli studenti hanno anche ricostruito la figura del preside di quegli anni, Luigi Massaretti, fascista della prima ora (negli atti pubblici si firmava lui stesso sansepolcrista) e successivamente sostenitore dell’impresa fiumana di Gabriele D’Annunzio. Venne assunto come insegnante nel 1915 e poi diventò preside dal ’35 al ’38: dai diversi verbali recuperati dagli studenti si scorge la sua firma nell’adesione fedele ai principi del fascismo, mentre in un documento del ’38 viene sancito l’adeguamento alle norme delle leggi razziali con l’eliminazione di alcuni libri di testo.

I ribelli del Gioia archivio di stato

Nel suo saluto, Giulia Piroli della sezione Anpi di Piacenza, ha precisato che l’idea della ricerca è nata da “una suggestione”:  “Da ex studentessa del Gioia ho conservato il ricordo di un quadretto di un ragazzo molto bello, il ritratto di Piero Bessone, ho chiesto così alla professoressa Cogliati se era possibile ritrovarlo. Da lì la ricerca si è estesa e ha coinvolto direttamente gli studenti, credo che sia molto importante perché ci permette di comprendere cosa ha spinto quei ragazzi del Gioia a compiere la scelta difficile della lotta per la libertà. Oggi guardando alle loro storie possiamo trarre i valori per andare avanti”.

I ribelli del Gioia archivio di stato
Uno dei registri esposti

Gli studenti della 5^ A si sono quindi alternati al microfono per raccontare le biografie dei quattro colleghi, nati tra il ’23 al ’26, “ribelli” del Gioia. Giorgio Gasparini era il più giovane dei quattro ribelli, aderì alla resistenza fino a far parte di una squadra volante. Dalla sua pagella riportata alla luce nei libroni compilati a mano si desume che conseguì la maturità classica a soli 17 anni, quindi era bravo a scuola. Morì due giorni prima della liberazione di Piacenza, il 26 aprile del ’45, a lui è dedicato un cippo a piazzale Genova. Anche di Piero Bessone, nato nel ’26, sono state ritrovate le pagelle, dalle quali si evince che gli studenti nei primi anni ’40 erano valutati anche sulla materia della cultura militare, il suo carnefice a Rio Camia, vicino a Bettola, era un vicino di casa, prima di morire venne torturato, ma non rivelò mai le informazioni ai nemici. Luigi Alberto Broglio era del ’23 di famiglia borghese e originario di Genova, fu espulso dal “Gioia” per il suo comportamento di insubordinazione nei confronti dei docenti di fede fascista. Nel ’41 fu protagonista di un gesto eclatante: affisse in piazza Cavalli una poesia oltraggiosa contro il preside e alcuni insegnanti. Dopo le indagini venne individuato come responsabile e nell’estate dello stesso anno viene espulso, per poi trasferirsi nel liceo di Cremona. Dal settembre del ’43 si mise in contatto con alcuni gruppi partigiani e poi si arruolò con gli alleati. Fu tradito e arrestato, fucilato per rappresaglia a Fossoli. Infine Cesare Baio, classe ’24, fu studente del Gioia e poi diventò combattente nella Resistenza, morì internato in un campo di lavoro a Colonia. Gli studenti hanno rinvenuto negli archivi il documento del trattamento economico dei partigiani combattenti dal quale si ricavano le informazioni sulla sua attività di partigiano.

I ribelli del Gioia archivio di stato
La pagella di Bessone

Gli studenti del Gioia della 5° A:

Abbate Aurora
Archilli Francesco
Barabaschi Sofia
Barbieri Carolina
Bulla Martina
Calderoni Federica
Cambielli Anna
Cavalli Marcello
Chiodaroli Mia
De Gianni Lucia
Faenza Giorgia
Fagioli Francesco
Ferrari Emma
Garbi Leonardo
Gennari Samuele
Infantino Alessandra
Lanza Giulia
Maggi Annalisa
Migliorini Alex Bruno
Panelli Elisa
Pelizzari Riccardo
Petta Michele
Pradelli Valentina
Rapacioli Giulia
Rosa Benedetta
Rossetti Francesco
Zambianchi Luca

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