Il volontariato s’impara anche scuola “Aiutare gli altri è una sfida per crescere”

“Alla fine il momento più bello non è stato tanto quello dei compiti, ma le volte in cui ci siamo fermati a parlare, la merenda insieme, ciascuno di noi si è aperto raccontando qualcosa di sè, la propria giornata e anche i momenti di down. E’ stata la scoperta più importante di questa esperienza, che il volontariato non è qualcosa di univoco che va in una sola direzione, dal volontario alla persona che si vuole aiutare. Ma c’è uno scambio continuo, alla fine la crescita è reciproca”. Celeste Lambri ha solo sedici anni e insieme alla sua classe del liceo Colombini, la terza SUA (l’acronimo sta per Scienze Umane “A”) ha partecipato al progetto “Giovani e Volontariato in 3D”, promosso dal Centro Servizi Volontariato Emilia in collaborazione con l’associazione La Ricerca, realizzato in diversi istituti superiori di Piacenza (oltre al Colombini, il Respighi e in un gruppo misto del Liceo Cassinari).

Complessivamente circa 130 studenti hanno avuto la possibilità di entrare a diretto contatto con il volontariato, impegnandosi in prima persona nello svolgimento, durante l’anno scolastico, di almeno 20 ore di attività in un’associazione o in una struttura. Ci siamo fatti raccontare da Celeste la sua esperienza che si è appena conclusa allo “Spazio Compiti” della Caritas di Piacenza, l’attività pomeridiana che coinvolge decine di giovanissimi delle scuole medie e superiori che vengono seguiti al centro “Samaritano” da un gruppo di volontari nel doposcuola. Spesso i volontari sono studenti universitari, o come nel caso di Celeste, di liceo all’interno di un percorso di alternanza scuola lavoro.

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