160 anni della Croce Rossa, delegazione da Piacenza alla cerimonia con Mattarella

Sabato 22 giugno, a Solferino, in occasione dell’annuale ricorrenza della battaglia del 1859 – quando lo svizzero Henry Dunant ebbe l’idea di fondare la Croce Rossa internazionale -, si sono dati appuntamento migliaia di divise rosse. Tra quella moltitudine di volontari provenienti da tutta Italia e dall’estero, anche una rappresentanza della Croce Rossa di Piacenza. Una quindicina di volontari della Sede di Viale Malta, accompagnati dal presidente provinciale Giuseppe Colla e dal responsabile della sede di Piacenza Michele Gorrini, hanno partecipato alla tradizionale fiaccolata e hanno ascoltato la viva voce del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, in occasione delle celebrazioni dei 160 anni della Croce Rossa Italiana, è intervenuto per onorare la più grande organizzazione mondiale di soccorso e umanitaria. Inoltre, per l’occasione sono stati esposti alcune ambulanze d’epoca della Croce Rossa di Piacenza, che sono state ammirate e fotografate dai tanti presenti.

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Il Capo dello Stato è arrivato in elicottero intorno alle 14 a Castiglione delle Stiviere dov’è stato accolto dalle autorità, dal prefetto Gerlando Iorio, dal sindaco Enrico Volpi e dal presidente della Croce Rossa Italiana Rosario Valastro. Qui, ha effettuato una visita guidata al Museo Internazionale della Croce Rossa. È quindi ripartito per dirigersi a Solferino per raggiungere la piazza dove ha parlato davanti alla moltitudine di volontari. Nei suoi centosessant’anni di storia, la Croce Rossa ha sempre brillato per «umanità e di dedizione» ha sottolineato Mattarella nel complimentarsi con chi presta opera di volontariato. «Il volontariato, nelle sue diverse forme, è un orgoglio del nostro Paese – ha detto Mattarella -. Trasmette energia preziosa. I valori che esprime sono parte della cultura, e dell’identità stessa, del nostro popolo». E ripercorrendo la storia della Croce Rossa, Mattarella l’ha definita «Una storia che si è intrecciata con quella dell’Italia. «Ha visto nascere lo Stato unitario, è stata parte dei suoi progressi, ha sofferto per le cadute e le tragedie, ha contribuito a costruire quel tessuto sociale di solidarietà e mutualità che costituisce l’elemento vitale delle istituzioni e rende i cittadini partecipi e protagonisti» ha detto il Capo dello Stato, che ha aggiunto: «Questa celebrazione ricorda e sottolinea l’impegno che la Croce Rossa continua a esprimere. La professionalità dei suoi operatori rappresenta un supporto prezioso nelle difficoltà e nelle emergenze» e su questo, ha elogiato la generosità dei suoi volontari che «costituisce una forza civile, culturale, umana che trasmette energia e fiducia anche nella vita quotidiana».

Camminando su quella terra, che fu cruento campo di battaglia della Seconda Guerra d’Indipendenza, dove oltre trecentomila soldati di tre diversi eserciti combatterono e dove il numero dei feriti, dei morti, dei corpi rimasti senza nome fu di molte decine di migliaia, la Croce Rossa nacque per dare conforto e assistenza, per offrire cura ai feriti. «Per ritrovare uno spazio umano dentro la logica spietata della guerra» ha sottolineato il Capo dello Stato, che ha voltato rimarcare come «Il sentimento di pietà vinse la paura, l’indifferenza e la rassegnazione». Fino a diventare «diritto internazionale nella conferenza di Ginevra» ha specificato Mattarella, che ha aggiunto: «Se è vero che nelle guerre c’è sempre qualcuno più responsabile nell’averle scatenate – e queste responsabilità non possono essere taciute – è vero – ha detto – che le vittime sono uguali nella loro umanità e nell’atroce dolore che sono costrette a sopportare. Le vittime sono tutte uguali. Meritano aiuto, cura, solidarietà, vicinanza umana. Sul valore della cura alle donne e agli uomini sofferenti senza chiedere la loro provenienza, la nazionalità, il credo religioso, le convinzioni politiche, si è costruita quella cultura della Croce Rossa, italiana e internazionale, che è stata trasmessa al mondo, che ha influenzato le relazioni tra gli Stati, che è stata posta alla base di alcuni importanti protocolli e trattati».

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