La Festa della Repubblica in piazza con il concerto di 200 alunni fotogallery

“Fare memoria del lascito ideale di quegli avvenimenti fondativi è dovere civico e preziosa opportunità per riflettere insieme sulle ragioni che animano la vita della nostra collettività, inserita oggi nella più ampia comunità dell’Unione Europea cui abbiamo deciso di dar vita con gli altri popoli liberi del continente e di cui consacreremo, tra pochi giorni, con l’elezione del Parlamento Europeo, la sovranità”. Sono le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, lette dal prefetto di Piacenza Paolo Ponta durante la cerimonia ufficiale della Festa della Repubblica in piazza Cavalli. Il capo dello Stato ha ricordato la scelta fatta nel 1946 dal popolo italiano, quella per la Repubblica, che “scrisse una pagina decisiva di democrazia e pose le basi per un rinnovato patto sociale, che avrebbe trovato compiuta articolazione nella Carta costituzionale. Un esito al quale si giunse dopo i tragici eventi bellici e la lotta di Liberazione dal nazifascismo, costellata da molteplici episodi di eroismo, da eccidi efferati, di cui nel corso di quest’anno, con commossa partecipazione, viene commemorato l’ottantesimo anniversario in numerose località”. Le celebrazioni sono proseguite in prefettura con la consegna delle onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: il prefetto Paolo Ponta ha premiato due nuovi Ufficiali e otto Cavalieri.

La Festa della Repubblica in piazza
Il prefetto Ponta legge il discorso, dietro di lui le autorità cittadine

IL DISCORSO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA MATTARELLA

CINQUEQUARTI – La cerimonia si è aperta col tradizionale alzabandiera, dopo la rassegna delle autorità e delle rappresentanze delle forze armate e dell’ordine. Al termine della lettura del discorso che il prefetto Ponta ha letto dal palco allestito in uno dei lati del rettangolo all’ombra di Palazzo Gotico, l’Orchestra CinqueQuarti – due formazioni da cento bambini ciascuna, formate da alunni delle scuole elementari e medie di Piacenza e provincia con più di venti diverse nazionalità, oggi riunite in un unico complesso – si è esibita in quattro brani. Un progetto che, come ha ricordato la dirigente scolastica del quarto circolo Simona Favari, che ha dato vita all’esperienza dell’orchestra, è “finalizzato a sviluppare i talenti, favorire l’inclusione sociale, prevenire la dispersione scolastica e il disagio giovanile”, si ispira e trae i propri fondamenti didattici da ‘El Sistema’ venezuelano fondato da José Antonio Abreu e portato in Italia dal maestro Claudio Abbado. “Tale approccio – ha spiegato Favari – è un modello didattico che mette al centro la musica, intesa come strumento di sviluppo globale e multidimensionale, funzionale all’apprendimento e al benessere del soggetto, in un quadro di valori universali e inclusivi: uguaglianza, diritti, partecipazione, comunità, sostenibilità, rispetto per la diversità, non-violenza, fiducia, onestà, coraggio, gioia, amore, ottimismo e speranza”. “Il mio ringraziamento al prefetto Ponta – ha detto Favari a margine della cerimonia – che ha voluto che noi fossimo parte di questo momento importante, l’educazione alla cittadinanza è un focus del nostro progetto e poter coinvolgere i bambini nella cerimonia che ricorda la nascita della Repubblica è un momento anche per loro dal punto di vista educativo molto significativo, con il loro lavoro e la loro dedizione hanno suonato benissimo, per noi è stato un bel momento di festa collettiva”.

Simona Favari

I BAMBINI E LA COSTITUZIONE – L’esecuzione dei quattro brani – “Aria” di Robert Schumann, “Chorale” di Ignaz Joseph Pleyel, “Capriccio italiano” op.45 di Pëtr Il’ič Tchaikovsky e “Pump and Circumstance” di Edward Elgar – è stata intervallata da alcuni interventi degli stessi bambini, che hanno commentato articoli scelti della Dichiarazione universale dei diritti umani e della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. Assanatou, commentando l’articolo 1, ha detto che “in orchestra non c’è discriminazione perché non si giudicano le persone, nessuno viene preso in giro per come suona”. Valentina, sull’articolo 6, ha specificato che “in orchestra siamo trattati bene anche se a volte sbagliamo. Ci aiutiamo a vicenda quando dimentichiamo le parti. Quando qualcuno si dimentica lo strumento gliene viene prestato un altro. Ci aiutiamo anche tra bambini di altre scuole, perché siamo diventati amici”. E poi Tommaso ha commentato l’articolo 13 affermando che “Ogni bambino può esprimere come si sente quando suona con altri bambini e quando sbagliamo ci aiutiamo senza criticarci”. Letizia, sull’articolo 15 della Carta Costituzionale, ha detto che “In orchestra bisogna divertirsi perché, se si è arrabbiati, non riesci a suonare bene. Bisogna stare insieme, perché sennò si sente la solitudine. Abbiamo aumentato le nostre amicizie”. Serena ha così commentato l’articolo 28: “Ogni bambino ha la libertà di suonare lo strumento adatto a lui e imparare insieme a suoi compagni per poter esprimere le proprie emozioni”. Infine, Trajche, sull’articolo 31, ha ribadito che si può suonare anche se si e piccoli perché non esiste un’età per suonare. Si può suonare sempre, perché nessuno ti può dire quando e dove suonare. Nessuno è escluso: tutti possono partecipare”.

“Nel collettivo ognuno scopre il proprio talento” Il metodo CinqueQuarti per imparare la musica e diventare grandi (LEGGI IL PROGETTO DELL’ORCHESTRA CINQUEQUARTI)

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